L'ESCALATION

G20, Trump rincara la dose sullo “scudo” al 5G. Ma Xi Jinping non ci sta

Il presidente Usa non torna indietro sui dazi e invita gli alleati a mettere al bando Huawei in nome della cyber-sicurezza. Ma il Presidente della Repubblica popolare cinese ribatte sull’impossibilità di “chiudere le porte” al progresso e sulla necessità dell’espansione dell’economia digitale a sostegno della crescita globale. La “pace” Usa-Cina si allontana: probabile nulla di fatto dal summit di Osaka

Pubblicato il 28 Giu 2019

Patrizia Licata

usa-cina

È ancora escalation per la trade war Usa-Cina al G20 che si è aperto oggi nella città di Osaka, Giappone, e stavolta il bersaglio dello scontro fra Donald Trump e Xi Jinping è chiaramente l’economia digitale e lo sviluppo delle nuove infrastrutture di comunicazione 5G.

Il presidente americano Trump dovrà incontrare, a margine di altri meeting, il presidente cinese Xi, ma i due leader sembrano lontani dal trovare un terreno di incontro: mentre Trump torna a pressare gli alleati perché tengano fuori Huawei dai contratti 5G, Xi mette in guardia sui rischi della trade war per la crescita economica globale e l’innovazione tecnologica.

Xi e Trump erano entrambi presenti all’evento speciale dedicato all’economia digitale svoltosi in seno al G20. Xi ha affermato che i paesi non si possono sviluppare “a porte chiuse”: solo l’espansione dell’economia digitale, e quindi delle nuove infrastrutture Tlc, potrà sostenere la crescita globale, ha sottolineato Xi. Per il presidente cinese i paesi devono promuovere l’interconnessione, creare un ambiente imprenditoriale equo e non discriminatorio, promuovere la circolazione di persone, tecnologia e informazioni, integrare la supply chain globale.

Xi ha chiesto ancora la cooperazione di tutti i paesi per migliorare le regole della governance dei dati e aggiunto che “Anche l’autorità indipendente di ciascun paese nell’economia digitale dovrebbe essere rispettata“, sottolineando che è necessario considerare attentamente le circostanze e le difficoltà pratiche nei paesi in via di sviluppo.

Già negli incontri separati con i leader dei paesi Bric, ai margini del G20, Xi ha sottolineato che la trade war Usa-Cina minaccia il commercio di tutto il mondo, grava sui paesi in via di sviluppo e mette a rischio la pace e la stabilità globale.

Trump ha tuttavia ribattuto che l’espansione dell’economia digitale non può prescindere dalla sicurezza delle reti di comunicazione e che lo sviluppo del 5G deve andare di pari passo con la garanzia che le reti siano resilienti e resistenti. Di qui l’appello ai paesi alleati perché sposino la sua crociata anti-Huawei e escludano il vendor cinese dai contratti 5G per motivi di cyber-sicurezza.

Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti al G20, Trump ha affermato che l’incontro che avrà con Xi sarà “produttivo”, ma ha anche detto che non ha per ora intenzione di tornare indietro sui dazi. “No”, ha risposto secco il presidente Usa a chi gli ha chiesto se ha promesso al presidente Xi di concedere una tregua di sei mesi prima di far scattare la nuova ondata di dazi su prodotti di importazione cinese del valore di 300 miliardi di dollari.

Pechino afferma di voler ancora trovare il compromesso con Washington: “È nell’interesse di entrambi i paesi ed è quello che la comunità internazionale si aspetta”, ha dichiarato il portavoce del ministro degli Esteri Geng Shuang. La comunità internazionale è tuttavia scettica: male oggi le Borse asiatiche, su cui pesano le nubi di un G20 ben poco produttivo, nonostante le rassicurazioni di Trump, nella risoluzione dello scontro economico e tecnologico tra Usa e Cina.

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