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Gig economy, il Lazio battezza la Consulta del lavoro digitale

Primo organismo del genere in Italia, si occuperà di tenere aperto il confronto tra tutti gli attori in campo, compresi associazioni datoriali e sindacati, per aumentare la sicurezza e i diritti dei lavoratori

Pubblicato il 30 Lug 2020

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“Si è insediata oggi la Consulta del Lavoro digitale del Lazio. Si tratta del primo organismo istituzionale di questo genere mai istituito in Italia, frutto di un lungo lavoro di concertazione e la cui nascita è stata specificatamente prevista nella legge regionale del 12 aprile 2019 che detta le Disposizioni per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali“. Lo annuncia in una nota Claudio Di Berardino, assessore al Lavoro e nuovi diritti, Formazione e Scuola della regione Lazio.

La Consulta è composta dalla Presidente della commissione Lavoro del consiglio regionale, da componenti delegati dell’assessorato regionale allo Sviluppo economico, delle organizzazioni sindacali e datoriali, di Inps, Inail, Ispettorato al Lavoro, del Cnel, del Crul dell’Ufficio sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono chiamati a comporre l’organico della Consulta anche i più diretti interessati al mondo del lavoro digitale i rappresentanti dei lavoratori e delle piattaforme digitali. Scopo della Consulta è quello di tenere un confronto aperto tra tutti gli attori in campo, per innescare processi virtuosi, prevenire e gestire problematiche di un settore ancora troppo poco regolato dalle normative.

“L’istituzione della Consulta – spiega Di Berardino – è un ulteriore passo che la Regione Lazio ha voluto compiere a completamento della legge regionale e più in generale a difesa di questa categoria di lavoratori. Vista la loro peculiare fragilità sul mercato del lavoro, durante la pandemia abbiamo erogato un contributo una tantum di 200 euro per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e aiutare, specie i rider, a operare in condizioni di maggior sicurezza per loro stessi e per i cittadini. Abbiamo soddisfatto 585 richieste (per la gran parte da parte di uomini tra i 20 e i 40 anni) per un impegno di spesa pari a 117mila euro. In autunno e’ previsto di organizzare una Conferenza di Produzione per elaborare le linee guida di una Carte dei Diritti dei Lavoratori digitali”.

La legge della Regione Lazio sui rider

Il Lazio è stata la prima Regione a varare una legge sui riders. Con la nuova normativa si riconosce la tutela dei lavoratori in caso di infortunio sul lavoro e malattie professionali; si assicura la formazione in materia di sicurezza; si dispone a carico delle piattaforme l’assicurazione per infortuni, danni a terzi e spese di manutenzione per i mezzi di lavoro; si introducono norme sulla maternità e sulla previdenza sociale; si ribadisce il rifiuto del compenso a cottimo e si introduce un’indennità di prenotazione nel caso in cui il mancato svolgimento dell’attività di servizio non dipenda dalla volontà del lavoratore.

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Per quanto riguarda la definizione della paga base e premialità si rimanda invece alla contrattazione collettiva, superando l’attuale situazione in cui sono esclusivamente i datori di lavoro a dettare le condizioni economiche.

La Legge prevede, inoltre, la realizzazione di un Portale del lavoro digitale a cui si possono iscrivere lavoratori e piattaforme e che permette di godere degli strumenti e contributi messi a disposizione dalla Regione Lazio.

Sarà invece la nuova Consulta regionale del lavoro digitale, che si è appena insediata, a permettere il continuo aggiornamento dei temi e della consultazione tra le parti. Alla Consulta, inoltre, spetta l’elaborazione di una Carta dei diritti dei lavoratori digitali con l’obiettivo di promuovere principi, regole e tutele a garanzia dei lavoratori e delle piattaforme nonché di sostenere il principio di consumo responsabile. Per il biennio 2019-2020 sono messi a disposizione 2 milioni e 100 mila euro per le politiche di assistenza e per la realizzazione del portale dedicato.

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