CONCORRENZA

PriceRunner chiede 2,1 miliardi a Google: “Ricerche manipolate”. La risposta: “Pronti a difenderci”

Alla base della causa intentata dal comparatore di prezzi c’è la sentenza corte di giustizia Ue di novembre. Il Ceo Mikael Lindhal: “Penalizzati i consumatori e le aziende europee”. La replica di BigG: “Già apportate modifiche. Ci vedremo in tribunale”

Pubblicato il 07 Feb 2022

PRICERUNNER

Google sotto accusa in Svezia. PriceRunner chiede 2,1 miliardi: “Manipolati i risultati delle ricerche”

Una richiesta di danni per 2,1 miliardi di euro, che sarebbe ancora una cifra preliminare, destinata a crescere sensibilmente nel corso del procedimento giudiziario. Ad avanzare la richiesta di risarcimento è il comparatore di prezzi svedese PriceRunner, che ha avviato una causa contro Google presso la Patent and Market Court di Stoccolma.

A dare origine alla causa è stato il pronunciamento della corte di giustizia europea, che a novembre 2021 aveva condannato il colosso di Mountain View per aver “manipolato” i risultati del motore di ricerca a vantaggio dei propri servizi di comparazione dei prezzi. Una sentenza arrivata dopo la decisione dell’Antirust Ue del giugno 2017, che aveva a sua volta condannato BigG a una multa di 2,4 miliardi di euro.

La causa intentata da PriceRunner – società che da novembre è di propritetà della fintech svedese Klarna, che l’ha rilevata dal fondo di investimenti Creades per poco più di 124 milioni di dollari – ha, nello specifico, l’obiettivo di ottenere da Google una compensazione per le perdite subite nel Regno Unito fin dal 2008, oltre che in Svezia e in Danimarca dal 2013.

Il ceo Mikael Lindahl: “Penalizzate aziende e consumatori europei”

“Google ha in questo modo penalizzato i consumatori europei – si legge in una nota di PriceRunner – che hanno pagato prezzi più alti nella loro attività di shopping online rispetto a quanto avrebbero potuto trovare su altre piattaforme come PriceRunner”.

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“Dopo una fase di preparazione lunga e approfondita – afferma Mikael Lindahl, ceo di PriceRunning – abbiamo deciso di intentare un procedimento legale nei confronti di Google. Il nostro obiettivo è di ottenere una compensazione per i danni subiti da Google nel corso di diversi anni, ma vogliamo intraprendere questa battaglia anche a tutela dei consumatori. Questi sono infatti stati penalizzati dalla violazione delle norme europee sulla concorrenza da parte di Google da quattordici anni a questa parte e ancora oggi”.

“Si tratta di una questione di sopravvivenza per molte aziende europee – prosegue il manager  – oltre che di un numero importante di posti e di opportunità di lavoro nel settore tech in Europa. Se i giganti tecnologici americani, attraverso una posizione di mercato spesso dominante o prossima al monopolio, fossero autorizzati a fare ciò che vogliono e a manipolare i mercati, potremmo stare sicuri che molte compagnie europee ne soffrirebbero. Ben al di là del mercato dei comparatori di prezzi su cui ci stiamo focalizzando oggi”.

La replica di Google:  “Già apportate modifiche. Ci difenderemo in tribunale”

Google affida la propria replica a Frederic Abrard, direttore del programma Css Shopping Ads: “I cambiamenti che abbiamo apportato agli annunci Shopping nel 2017 stanno funzionando egregiamente, favorendo la crescita e generando posti di lavoro per centinaia di servizi di shopping comparativo che gestiscono più di 800 siti web in tutta Europa – afferma – Il sistema è monitorato attentamente dalla Commissione europea e da due gruppi di esperti esterni. PriceRunner ha scelto di non utilizzare gli annunci Shopping di Google, quindi potrebbe non aver riscontrato gli stessi risultati di altri. Attendiamo di difendere il nostro caso in tribunale”.

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