Hp-Autonomy, spunta un carteggio segreto: dubbi sul merger in tempi non sospetti

È quanto emerge dalle carte processuali. Tentativo last minute di bloccare la fusione, ma si andò avanti per evitare maxi penali

Pubblicato il 05 Set 2014

L.M.

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Hewlett Packard voleva tirarsi fuori dall’acquisto di Autonomy per 11 miliardi di dollari prima che il deal fosse chiuso, ma non le fu possibile. È quanto emerge da documenti svelati dal Financial Times riguardanti l’azione legale che il gruppo statunitense sta intentando contro l’ex Ceo di Autonomy, Mike Lynch, e Shushovan Hussain, l’ex Cfo, in relazione all’acquisizione della company britannica poi rivelatasi disastrosa.

Come evidenzia il quotidiano finanziario, il ripensamento dell’ultimo minuto da parte del colosso tecnologico sarebbe la più chiara indicazione dei dubbi sull’effettivo stato di salute della company di software britannica.

Nei documenti presentati in tribunale dai legali di HP e della Ceo Meg Whitman a maggio scorso, il gruppo Usa “ammette che, a seguito delle reazioni deludenti del mercato sull’annunciato acquisto di Autonomy, HP aveva chiesto ad alcuni advisors se era possibile uscire dall’accordo ma gli esperti avevano risposto di no”.

Dopo il closing della proposta di acquisto il 3 ottobre 2011, nel novembre 2012 il gruppo californiano si è visto costretto a svalutare per 8,8 miliardi di dollari la controllata britannica a seguito di un’indagine interna che ha portato alla luce “gravi irregolarità contabili, mancanza di trasparenza e vere e proprie contraffazioni” dei dati finanziari della società di software.

A inizio agosto il gruppo statunitense ha annunciato un’azione legale in UK contro Lynch e Hussain. L’ex Ceo di Autonomy ha replicato definendolo “una sorta di attacco personale che ci aspettavamo”.

Hp ha dovuto redigere da capo i rendiconti finanziari di Autonomy del 2010, con nette riduzioni di fatturato e utili per la maggiore divisione della società britannica, la Autonomy Systems. Le revenues del 2010 di questa unit si sono ridimensionate del 54%, pari a circa 95 milioni di sterline (156 milioni di dollari), secondo quanto riferito da Hp alla Companies House, il registro britannico delle imprese. L’utile operativo è risultato dell’81% inferiore.

Sarebbero stati allo stesso modo “gonfiati” anche i risultati del 2011, anche se in questo caso Hp non ha fornito cifre. Nel frattempo, Autonomy è sotto indagine in Uk: il regolatore che vigila sulla corporate governance e sulla regolarità dei report finanziari delle aziende, il Financial Reporting Council, ha aperto un anno fa un’inchiesta sulla rendicontazione di Autonomy, ancora in corso.

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