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Huawei si smarca da Google e lancia Harmony OS. Focus sull’Internet of Things

Via al nuovo sistema operativo open source destinato a sostituire Android e far ripartire l’azienda cinese dopo le sanzioni Usa. Obiettivo la “conquista” di 300 milioni di smartphone entro la fine del 2021

Pubblicato il 03 Giu 2021

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Huawei rilancia. E dopo la crisi innescata dalle sanzioni Usa l’ex regina mondiale degli smartphone volta pagina in cerca di nuovi mercati e punta su un vero e proprio “ecosistema mobile” in grado di supportare l’Internet of Things. E’ su questo fronte che l’azienda cinese si rinnova presentando HarmonyOs, nuovo sistema operativo proprietario open source, destinato ad affrancarla da Android di Google. L’azienda punta ad avere Harmony OS su 200 milioni di smartphone e 100 milioni di dispositivi intelligenti di terze parti entro la fine dell’anno, afferma Wang Chenglu, presidente del dipartimento software di Huawei Consumer Business Group, che ha guidato lo sviluppo di HarmonyOS dal 2016.

Le caratteristiche del sistema operativo

Il nuovo sistema operativo viene definito dall’azienda una “piattaforma Internet of Things“, finalizzata a operare e connettere altri dispositivi come laptop, smartwatch, auto ed elettrodomestici. Ma fornirà anche ai clienti di tutto il mondo un’alternativa competitiva a Android e IoS di Apple.

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“Oggi siamo circondati da sempre più dispositivi intelligenti e ormai viviamo in un mondo in cui tutte le cose sono connesse – dice Richard Yu, Ceo del Consumer Business Group di Huawei -. Ognuno di noi fa parte di questo mondo interamente connesso, così come ogni dispositivo. Non vediamo l’ora di lavorare con più partner e sviluppatori per costruire un fiorente ecosistema HarmonyOS”.

Secondo gli analisti il nuovo sistema operativo, che offre una piattaforma aperta e di grande adattabilità, darà una spinta al mercato globale degli smart device e offrirà a miliardi di utenti che utilizzano dispostivi mobili in tutto il mondo la possibilità di avere più scelta.

I vantaggi di HarmonyOS

Il sistema operativo è dotato di un pannello di controllo che permette di gestire e collegare i device con il trascinamento. Rispetto all’ultimo Emui (il sistema operativo di Huawei basato su Android), HarmonyOS, dice l’azienda, ha “migliorato la fluidità delle operazioni di sistema del 42%”: uno smartphone sarebbe quindi in grado di mantenere velocità di lettura e scrittura simili a quelle di un telefono appena acquistato anche dopo 36 mesi di utilizzo, anche quando lo spazio di archiviazione si riduce.

In arrivo anche nuovi dispositivi

Huawei rimarca il concetto di ecosistema anche con il lancio di nuovi dispositivi. Il Watch 3 (anche in versione Pro) è il primo smartwatch nato con a bordo HarmonyOS: supporta fino a 100 modalità di allenamento, monitora la temperatura, rileva le cadute e ricorda l’assunzione di farmaci. Come altri smartwatch di ultime generazione, muove dal fitness e dal benessere per approdare alla salute e guardare alla medicina.

L’azienda lancia anche la quarta versione degli auricolari senza fili (i FreeBuds), il nuovo tablet MatePad (anche inversione Pro) e i MateView, esordio nel campo dei monitor  stand-alone collegabili via wireless con smartphone e pc. “Con il lancio dei monitor della serie Mate – dice Pier Giorgio Furcas, Deputy General Manager Huawei CBG Italia – facciamo il nostro ingresso nel comparto dei monitor stand alone confermando la nostra vocazione all’integrazione e alla connessione senza soluzione di continuità”.

Fine della dipendenza da Android

L’uso di HarmonyOS significa che l’azienda non sarà più completamente dipendente da Android. Le sanzioni statunitensi hanno vietato a Google di Alphabet di fornire supporto tecnico ai nuovi modelli di telefoni Huawei e l’accesso a Google Mobile Services, il pacchetto di servizi per sviluppatori su cui si basa la maggior parte delle app Android.

Inserita dal governo Trump nella black list che sbarra al gruppo cinese l’accesso alle tecnologie americane per i suoi prodotti, e in particolare al sistema operativo Android, l’azienda, un tempo il più grande produttore di smartphone al mondo, ha registrato nel primo trimestre 2021 una quota di mercato del 4%.

E’ il momento per cambiare passo. Il Ceo Wilson Wang ribadisce che l’azienda sta guardando oltre gli smartphone dal momento che “il mercato degli smartphone si è stabilizzato e gli smartphone sono rimasti il ​​dispositivo dominante nella vita delle persone in gran parte perché la maggior parte degli sviluppatori aveva poche altre piattaforme per fare sviluppo”. Ma Harmony potrebbe ora “colmare il divario tra i dispositivi”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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