IL PIANO

Ibm accelera sull’ecosostenibilità: zero emissioni entro il 2030

Intelligenza artificiale, cloud ibrido e quantum computing al centro della nuova strategia sulla transizione ecologica. Taglio del 65% della produzione di gas serra entro il 2025

Pubblicato il 17 Feb 2021

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Riduzioni delle proprie emissioni, impegno per l’efficienza energetica e incremento dell’impiego di energia pulita in oltre 175 paesi. Sono le tappe attraverso cui Ibm annuncia di puntare a raggiungere entro il 2030 zero emissioni di gas serra, portando avanti così il proprio impegno nel fronteggiare la crisi climatica globale.

“Sono orgoglioso che Ibm sia all’avanguardia nell’intraprendere azioni per ridurre significativamente le emissioni – dice Arvind Krishna, presidente e ad Ibm -. La crisi climatica è una delle questioni più urgenti del nostro tempo. L’impegno di Ibm è un coraggioso passo avanti che rafforza la nostra leadership sulla questione climatica e posiziona la nostra azienda anni avanti rispetto agli obiettivi stabiliti nell’accordo sul clima di Parigi”.

I 3 passaggi per centrare gli obiettivi

Per raggiungere questo traguardo Ibm si impegna a ridurre del 65% entro il 2025 le proprie emissioni di gas serra rispetto al 2010. “Ciò che è più importante nella lotta contro il cambiamento climatico – fa sapere l’azienda – è ridurre concretamente le emissioni. L’obiettivo zero è anche accompagnato da un target numerico specifico per le emissioni residue che probabilmente rimarranno dopo gli interventi che Ibm avrà attuato nell’ambito del processo di riduzione.

Non basta: Ibm si impegna a reperire l’elettricità necessaria all’azienda in tutto il mondo, attraverso fonti rinnovabili, al 75% entro il 2025 e al 90% entro il 2030.

In0ltre verranno sfruttate tutte le tecnologie possibili, come quelle per la cattura del carbonio (nel o entro il 2030) per rimuovere le emissioni in una quantità pari o superiore al livello delle proprie emissioni residue.

Obiettivi a breve termine

L’impegno di Ibm stabilisce anche obiettivi a breve termine per stimolare la responsabilità e guidare il progresso. È infatti trasparente come l’azienda calcola e riporta l’impiego di energia rinnovabile. Per esempio, l’obiettivo di Ibm si basa sull’energia che può effettivamente consumare, non sull’acquisto di certificati di energia rinnovabile scorporati.

Come parte del proprio impegno per la sostenibilità e dell’attenzione nell’applicazione della scienza e della tecnologia per risolvere le principali sfide sociali, Ibm Research ha lanciato un’iniziativa: Future of Climate, progettata per accelerare la scoperta di soluzioni che affrontino gli impatti del cambiamento climatico.

Le tecnologie in campo

Utilizzando una combinazione di intelligenza artificiale, cloud ibrido e quantum computing, i ricercatori Ibm stanno lavorando con clienti e partner per applicare la scienza a problemi complessi relativi al clima, come la crescente carbon footprint legata ai carichi di lavoro in cloud e ai data center, metodi per modellare accuratamente e valutare il rischio di ambienti e modelli climatici che cambiano, e lo sviluppo di nuovi polimeri, membrane e materiali che possano catturare e assorbire il carbonio all’origine dell’emissione.

Guerra alla crisi climatica, tutte le tappe

L’impegno di Ibm nella sostenibilità ambientale risale a diversi decenni fa, con la prima dichiarazione di politica ambientale rilasciata dall’azienda nel 1971. Dal 1990, Ibm ha reso pubbliche le proprie prestazioni nella gestione dei rifiuti, nella conservazione dell’energia, nell’utilizzo di energia elettrica rinnovabile, nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica e nello sviluppo di soluzioni innovative, attraverso un report annuale sull’ambiente.

Nel 2007, Ibm ha dichiarato pubblicamente la propria posizione sul cambiamento climatico, sostenendo che “il cambiamento climatico è una preoccupazione seria che necessita di un’azione significativa su base globale per stabilizzare la concentrazione atmosferica di gas serra”.

L’azienda ha sostenuto l’accordo di Parigi nel 2015, e nel 2017 ha ribadito pubblicamente il proprio sostegno affinché gli Stati Uniti ne rimanessero parte. Nel 2019, Ibm è diventata un membro fondatore del Climate Leadership Council, e sostiene pienamente il suo piano bipartisan per una carbon tax con il 100% dei proventi netti pagati ai cittadini come dividendi relativi al carbonio.

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