ANTEPRIMA CORCOM

Industria 4.0, ecco il documento del governo

CorCom ha potuto visionare in anteprima il “dossier” che sarà svelato ufficialmente a Venaria il 21 novembre. Dieci le azioni chiave fra cui sgravi fiscali e norme ad hoc. Prevista anche la costituzione di una Cabina di regia in seno a Palazzo Chigi

Pubblicato il 28 Ott 2015

Mila Fiordalisi

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Dieci “raccomandazioni” per consentire all’Italia di mettere in atto la rivoluzione industriale digitale facendo leva sull’Internet of things e sul Manifacturing 4.0. E’ pronto il documento a cui ha lavorato la squadra di Palazzo Chigi coordinata dal vice segretario Raffaele Tiscar che sarà svelato ufficialmente, come anticipato da CorCom, in occasione dell’evento sul digitale in programma a Venaria il 21 novembre prossimo. Il documento di circa 50 pagine, visionato in anteprima da CorCom, ha messo nero su bianco le azioni chiave da portare avanti affinché il Paese possa cogliere i benefici delle nuove tecnologie e tornare alla leadership.

“Il Governo vede nell’Internet of Things e nella sua applicazione al Manufacturing 4.0 l’opportunità per accelerare la competitività del Paese nel panorama globale e per questo pone in campo una serie di azioni affinché l’Italia sia uno dei Paesi leader nella ricerca, nello sviluppo ed nell’utilizzo dell’Internet delle Cose”, si legge nel documento. “Se vengono rese “facilmente“ accessibili le tecnologie per la costruzione dei componenti e quelle per la connettività, anche piccole aziende innovative possono giocare un ruolo importante. Si tratta quindi di una grande opportunità per una nazione come la nostra, il cui tessuto industriale è composto in larghissima misura da piccole e medie aziende che possono sviluppare una maggiore capacità di integrazione grazie alle tecnologie di rete”.

Le 10 Azioni (qui il dettaglio)

Accelerare l’esecuzione del Piano ultrabroadband; favorire lo sviluppo di standard tecnologici in nome dell’interoperabilità; prevedere interventi normativi e regolamentari mirati a facilitare l’adozione delle nuove tecnologie e l’evoluzione dei servizi pubblici e privati; investire sulla formazione di nuovi skill; promuovere l’adozione delle tecnologie IoT per il miglioramento dei servizi pubblici, partendo da progetti pilota; deliberare strumenti fiscali ad hoc e fare leva sul credito di imposta; favorire gli investimenti in ricerca e sviluppo e inserire IoT e Manufacturing 4.0 nelle aree del Piano Nazionale della Ricerca (PNR) e nell’evoluzione del Quadro di Sostegno e Coesione della Comunità Europea 2014-2020; tutelare la security e la privacy; istituire una cabina di execution e last but not least implementare piani di comunicazione per diffondere la conoscenza sulle potenzialità ed i benefici dell’Iot e del Manifacturing 4.0. Questi, in sintesi, i 10 pilastri individuati dalla squadra di governo per la nuova rivoluzione.

Azioni frutto di un lavoro che ha visto in campo anche le principali authority e associazioni di settore nonché i grandi protagonisti dell’industry. Alla stesura del documento – si legge in calce – hanno infatti contribuito (in ordine alfabetico) Agcom, Agid, Bocconi, Bosch, Confindustria Digitale, Enel, Federmeccanica, Garante della Privacy, Luiss, Sogei, Telecom Italia, Teseo e Oxford University. Determinante anche il ruolo del Mise che in prima istanza aveva avuto l’incarico di occuparsi della stesura del documento annunciato inizialmente per fine luglio per poi arrivare a completamento a ottobre a seguito di una consultazione pubblica. Palazzo Chigi ha però poi deciso di prendere in mano la partita coordinando i lavori: di qui lo slittamento della roadmap.

La Cabina di Execution

Per mettere in atto il piano sarà determinante – si legge nel documento – la costituzione di una cabina di Execution: “La forte raccomandazione al Governo è di assumere il ruolo chiave nello sviluppo dell’IoT come committente, regolatore e finanziatore. Per espletare tale ruolo si raccomanda la costituzione di una Cabina di Regia in grado di rimuovere eventuali vincoli normativi che ostacolano lo sviluppo di nuovi investimenti; effettuare interventi regolatori a sostegno dello sviluppo in singoli ambiti, specie nei settori in cui la tecnologia è esistente, ma non è permessa l’industrializzazione; favorire processi di innovazione attraverso la propria funzione di cliente.

Il mercato

Il documento messo a punto dalla squadra di governo offre anche uno scenario sul potenziale impatto economico della nuova “rivoluzione”: ad oggi – si legge – si contano tra i 10 e i 20 miliardi di dispositivi IoT e le ultime stime parlano di una crescita senza precedenti: nel 2020 il numero toccherà quota 50 miliardi in tutto il mondo. Il potenziale impatto economico dell’Internet of Things varierà dai 3,9 trilioni di dollari a 11,1 trilioni di dollari americani entro il 2025. “E siamo solo all’inizio di quella che si prospetta come un’iperbolica accelerazione tecnologica”. Determinante anche l’analisi fornita da Roland Berger, se secondo l’Europa vuole traguardare l’obiettivo di tornare al 20% di valore aggiunto manifatturiero sul Pil rispetto all’attuale 15% occorrono investimenti per 1.300 miliardi di euro nei prossimi 15 anni, ossia 90 miliardi di euro all’anno. In Italia, dove il contributo dell’industria sul Pil è sceso in 10 anni dal 20 al 16%, l’investimento previsto è pari a 15 miliardi all’anno nei prossimi 15 anni.

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