L'INTERVENTO

Innovazione, Giorgetti. “Servono investimenti imponenti”

L’annuncio del ministro dell’Economia: “Vogliamo rafforzare gli strumenti di finanza per la crescita, affinché il risparmio privato possa essere convogliato verso le imprese che vogliono investire, continuando sul percorso avviato con il disegno di legge per la competitività del mercato dei capitali”

Pubblicato il 26 Gen 2024

giorgetti

Servono imponenti investimenti per l’innovazione ed è quindi necessario favorire lo sviluppo del mercato dei capitali europeo e nazionale, del venture capital in particolare anche tramite un ruolo rafforzato degli investitori istituzionali”. È quanto ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti intervenuto oggi a un evento della Fondazione Bruno Kessler dedicato all’intelligenza artificiale.  “Vogliamo rafforzare gli strumenti di finanza per la crescita, affinché il risparmio privato possa essere convogliato verso le imprese che vogliono investire, continuando sul percorso avviato con il disegno di legge per la competitività del mercato dei capitali”, ha aggiunto il ministro.

La sovranità tecnologica

Sul fronte della sovranità digitale e tecnologica dell’Europa “dipenderà anche dal modo in cui affronterà la sfida finanziaria”, ha detto Giorgetti evidenziando che “ad oggi la competizione mondiale si gioca a partire dall’intelligenza artificiale” e che “molte tecnologie hanno una rilevanza geopolitica che richiede anche un presidio pubblico, pronto ad adattarsi ai cambiamenti”.

La sfida dell’intelligenza artificiale

“Stare fermi, ovvero essere inerti, vuol dire slittare indietro. Una lezione ancora più vera per l’Italia la cui struttura industriale deve fronteggiare le sfide della bassa produttività e l’incremento del numero di imprese ad alto contenuto tecnologico”, ha detto ancora Giorgetti. “L’accelerazione dell’AI può aprire scenari sorprendenti”.  La Ue però “si muove ancora in ordine sparso” quando “sarebbe essenziale sperimentare una capacità fiscale europea da legare alla sfida della competitività internazionale e magari da finanziare su base europea”. E ancora: ”Ci sono iniziative in singole campi, prevale un approccio improntato alla regolazione e al rilassamento degli aiuti di stato, lasciando i paesi membri a competere tra di loro. Sull’economia dei dati ogni paese si muove in ordine sparso o non si muove affatto”.

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