IL REPORT

Intelligent automation, Italia in rampa di lancio. Ma mancano vision e competenze

Il 40% delle imprese tricolore ha già intrapreso un progetto di automazione, ma quasi la metà non possiede una strategia sul tema, mentre il 30% presenta un livello di IT readiness insufficiente. La fotografia scattata da Deloitte

Pubblicato il 19 Dic 2019

D. A.

Intelligent-automation

Rispetto alle sfide e alle opportunità attese dalla convergenza tra automazione e intelligenza artificiale, l’Italia sconta ancora un certo ritardo nel contesto internazionale. Infatti, la diffusione dei progetti di automazione tra le aziende italiane è ancora relativamente limitata, principalmente a causa della mancanza di una strategia olistica e condivisa da tutta l’organizzazione (85% contro una media globale del 64%). Al tempo stesso, però, le imprese italiane rivelano uno spiccato interesse per i benefici derivanti dall’Intelligent Automation in termini di produttività (85%), efficienza (45%), accuratezza (40%), che si traducono poi in una riduzione dei costi fra il 22% e il 27% e un aumento dei ricavi dell’11%. A dirlo è il report stilato da Deloitte intitolato “Le prospettive future dell’Intelligent Automation, secondo le aziende italiane”, e frutto di un’indagine che ha coinvolto 26 Paesi a livello globale.

Il livello di It readiness in Italia

Secondo la ricerca, nonostante gli evidenti vantaggi, sussistono diverse sfide che il top management italiano è chiamato ad affrontare sul fronte dell’Intelligent Automation: circa un’azienda su tre presenta un livello di It readiness insufficiente a sfruttare le potenzialità delle tecnologie di automazione; il 55% rivela difficoltà nell’elaborare un business case a supporto di queste iniziative.

Inoltre, il 70% percepisce la frammentazione dei processi quale principale ostacolo per l’adozione dell’Intelligent Automation, sebbene il reale problema sia rappresentato dall’assenza di input digitali per le soluzioni di automazione, mentre il 45% indica la resistenza al cambiamento e la mancanza di sufficienti capability quali possibili freni all’adozione dell’Intelligent Automation. Infine, l’85% delle imprese intervistate dichiara di non aver ancora calcolato quanti dipendenti dovranno essere riqualificati nel prossimo triennio a causa dell’impatto dell’Intelligent Automation.

“Il settore dell’Intelligent Automation sta registrando una costante crescita”, commenta in una nota Antonio Rughi, Senior Partner Deloitte e Finance & Performance Private and Robotics & Intelligent Automation Leader, “come testimonia l’interesse delle imprese ad adottare soluzioni di intelligenza artificiale per supportare l’innovazione e l’automazione dei processi. Manca tuttavia una vision chiara, condivisa a livello company-wide e capace di gestire l’impatto dell’Intelligent Automation su tutte le aree organizzative. Per cogliere appieno le potenzialità di tale tecnologia, il top management è dunque chiamato a formulare strategie di ampio respiro, focalizzate sullo sviluppo delle capability interne, sul superamento della resistenza al cambiamento e sul miglioramento del livello di It readiness aziendale”.

Il punto di vista degli analisti

Luigi Mastrangelo, Senior Partner Deloitte e Dcm Finance & Performance Leader, aggiunge: “Il nostro studio rivela che il 70% degli executive percepisce la frammentazione dei processi quale principale ostacolo per l’adozione dell’Intelligent Automation. Al contrario, avere processi frammentati costituisce una condizione particolarmente favorevole per questa tecnologia. La grande sfida per le aziende, in realtà, risiede nell’utilizzare l’Intellligent Automation in una più ampia strategia di digitalizzazione. In particolare, soprattutto nell’area finance per aumentare l’accuratezza delle analisi e per dedicare la maggior parte del tempo delle risorse ad attività ad alto valore aggiunto, l’Intelligent Automation va integrata con tecnologie core quali cloud e data visualization, ed altre con funzionalità esponenziali come ad esempio in memory computing”.

“Dalla nostra ricerca emerge che, rispetto ai Paesi leader, le imprese italiane scontano ancora un atteggiamento ‘wait-and-see’ che ne limita la capacità di ampliare la scala dei progetti di automazione”, chiosa Alessandra Ceriani, Senior Partner Deloitte Fsi Consulting Leader and Robotics & Cognitive solutions Leader. “La diffusione dell’automazione all’interno delle organizzazioni rimane quindi una sfida complessa, che impone alle imprese una riflessione sulla gestione end-to-end dell’Intelligent Automation Journey nonché un commitment da parte della C-suite. Una funzione determinante a questo proposito sarà svolta dai ‘Centri di Eccellenza’, che saranno chiamati ad assumere un ruolo attivo di orchestratori dei processi operativi legati all’Intelligent Automation”.

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