SCENARI

Intelligenza artificiale, si crescerà a un tasso annuo del 25-30%

È quanto stima Bain & Co in uno studio che prende in esame anche machine learning e advanced analytics. Giro d’affari da 120 miliardi di dollari fra 3 anni. In aumento le “quotazioni” di Microsoft, Google trema: Samsung punta all’utilizzo di Bing sugli smartphone. Negli Usa parte la caccia agli esperti di ChatGpt

Pubblicato il 19 Apr 2023

intelligenza artificiale

Advanced analytics, intelligenza artificiale e machine learning. È in questi tre settori che nel 2022 si sono concentrati gli investimenti delle società corporate, ma il trend è destinato a crescere ancora: secondo le evidenze emerse nel corso dell’evento di Bain & Company Italia “How generative AI is changing the game” , gli investimenti globali in queste tre aree toccheranno complessivamente quota 100-120 miliardi di dollari entro il 2026, con un Cagr al 16-18%. In particolare, le due aree che saranno più rilevanti nei prossimi tre anni sono quelli relativi a data engineering e intelligenza artificiale, che avranno un peso rispettivamente del 35% e del 31% sugli investimenti totali.

“Per intelligenza artificiale e machine learning prevediamo una crescita sempre più rapida e solida rispetto al mercato (25-30% Cagr), principalmente legata alla forte attenzione alla trasformazione digitale per ridurre i costi e migliorare l’efficienza. Questa diffusione della tecnologia sta incidendo sui suoi costi ed è uno dei fattori che ha portato a investimenti significativi in nuovi servizi e competenze”, spiega Lorenzo Ruggieri, Innovation & Design Expert Partner di Bain & Company.

AI e ML: cresce l’outsourcing

Secondo i dati, nel mondo artificial intelligence e machine learning la spesa per i servizi dovrebbe ridursi di circa 5 punti percentuali (ca. 40%) in futuro, grazie alla produzione e all’automazione di vari servizi (ad esempio, web scraping, reportistica di base sulle vendite e dashboard). La quota di outsourcing registrerà una crescita più rapida (da ~38% a ~44%) grazie alla riduzione dei costi di servizio dovuta a un maggiore offshoring e alla carenza di competenze tecniche dei team interni; i clienti più grandi potrebbero sempre più ricorrere all’outsourcing in futuro. La centralità dell’intelligenza generativa si evidenzia anche da un altro fattore: gli investimenti in startup attivi in questo ambito. Infatti, a gennaio 2023, a livello globale, si registravano ca. 10 miliardi di dollari in questo tipo di finanziamenti. L’intelligenza generativa sta guadagnando slancio e ha già rappresentato circa il 20% dei round A, B e C. La tecnologia applicata all’ambiente B2B è la categoria più importante per i top player VC.

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Analytics: crescono i budget per diventare competitivi

Per quanto riguarda il mondo degli advanced analytics, si prevede una crescita rapida del mercato (22-26% Cagr) a causa dell’aumento degli investimenti delle aziende in questa tecnologia per poter generare un vantaggio competitivo. Ad esempio, gli operatori di e-commerce utilizzano questa tecnologia per fornire offerte mirate in base agli acquisti passati e agli articoli visualizzati dai clienti.

Per quanto invece concerne l’area data engineering, la crescita stimata è ampiamente in linea con il mercato: Bain prevede che il totale dei dati creati/catturati/replicati a livello globale crescerà a ~25% Cagr fino a ~175 ZB nel 2025, portando a una massiccia domanda di ingegneria dei dati. Tuttavia, la crescita delle esigenze di ingegneria dei dati sarà bilanciata da una maggiore automazione nell’estrazione e nel caricamento dei dati.

AI generativa: un mercato da 51,8 miliardi di dollari entro il 2028

E che il mercato dell’AI generativa sia destinato a crescere in modo importante è confermato anche dalla ricerca “Generative AI market by offering, application, vertical and region – Global Forecast to 2028”, pubblicata da MarketsandMarkets. Secondo l’indagine, il giro d’affari dovrebbe crescere da 11,3 miliardi di dollari nel 2023 a 51,8 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso di crescita annuale composto (Cag) del 35,6% nel periodo di previsione.

In particolare, si prevede che il mercato crescerà a un ritmo significativo durante il periodo di previsione grazie a diversi fattori di business come l’innovazione del cloud storage, che consente un facile accesso ai dati, e l’evoluzione dell’IA e del deep learning. Inoltre, l’aumento dell’era della creazione di contenuti e delle applicazioni creative guiderà la crescita del mercato.

In base all’offerta, i servizi registreranno il Cagr più elevato durante il periodo di previsione. Per applicazione, l‘elaborazione del linguaggio naturale registrerà la dimensione di mercato più elevata durante il periodo di previsione. Per regione, l’Asia Pacifico registrerà il tasso di crescita più elevato nel periodo di previsione

Il 70% dei leader aziendali preferirebbe che fosse l’AI a prendere decisioni

Le persone si sentono sopraffatte e poco qualificate per prendere decisioni basate sui dati e questo sta mettendo a rischio la loro qualità della vita e le performance aziendali. Ad affermarlo è la nuova indagine di Oracle e Seth Stephens-Davidowitz, The Decision Dilemma“,  uno studio basato sulle risposte di 14.000 persone – compresi molti leader aziendali – di 17 Paesi del mondo, che ha rivelato come stia aumentando molto la difficoltà di prendere decisioni nella vita privata e professionale, specie quando si è costretti/e a prenderne un gran numero.

Secondo il report, per il 74% delle persone il numero di decisioni da prendere ogni giorno è aumentato di 10 volte negli ultimi tre anni;  il 78% sente di essere bombardato da una grande quantità di dati, provenienti da molte più fonti rispetto al passato. Di queste, l‘86% afferma che il volume dei dati disponibili sta rendendo molto più complicato prendere decisioni sia nella vita privata che in quella professionale e il 59% ammette che capita loro diverse volte in una giornata di non riuscire a prendere decisioni.
E anche nelle imprese la situazione è analoga. I manager vogliono che i dati siano d’aiuto e sanno che sono fondamentali per il successo delle loro organizzazioni, ma non credono di avere gli strumenti giusti per utilizzarli bene, cosa che sta erodendo la loro fiducia se stessi e la capacità di prendere decisioni tempestive.

Qual è la diretta conseguenza? Secondo l’indagine, l‘85% dei leader aziendali soffre di stress decisionale, mentre il 97% vorrebbe che i dati fossero d’aiuto. Idealmente, le persone vorrebbero che i dati le supportassero nel prendere decisioni migliori (44%), ridurre i rischi (41%), prendere decisioni più rapide (39%), fare più soldi (37%) e prepararsi ad affrontare l’inaspettato (29%). In realtà, il 72% ammette che l’enorme volume di dati disponibili e la mancanza di fiducia negli stessi ha fatto desistere dal prendere qualsiasi decisione e l’89% ritiene che il numero crescente di fonti di dati abbia limitato il successo dell’azienda in cui lavorano.
Tuttavia, i leader aziendali non ritengono che l’approccio attuale ai dati e al data analytics stia risolvendo questi problemi. Il 77% afferma che dashboard e grafici che utilizzano non sono sempre utili ai fini dei loro processi decisionali e il 72% ritiene che la maggior parte dei dati disponibili sia davvero utile solo per i professionisti IT o per i data scientist.

La situazione è così difficile che il 64% delle persone e il 70% dei leader aziendali preferirebbe che tutti questi problemi sparissero e un robot di intelligenza artificiale prendesse le decisioni al posto loro.

Nasce il chip AI di Microsoft

Microsoft intanto sta sviluppando un suo chip per l’intelligenza artificiale, nome in codice Athena. Potenzierà la tecnologia alla base di ChatGpt, software in cui il colosso di Redmond ha investito miliardi.
La big sarebbe al lavoro sul progetto, che è stato testato da un piccolo gruppo di impiegati sia in Microsoft sia in OpenAI, dal 2019. Il tutto mentre altre grandi società tecnologiche come Google e Amazon sviluppano da sole i loro chip per l’intelligenza artificiale.

La mossa del colosso di Redmond è messa in atto anche per ridurre o limitare la costosa dipendenza da Nvidia, azienda che produce chip e che per il momento ha un netto vantaggio rispetto al resto della concorrenza sui chip che supportano l’intelligenza artificiale, settore che si è scatenato dopo il picco di interesse per il software ChatGpt. Al momento la tempistica di Project Athena non è chiara e non ci sono neanche molti dettagli sulla potenza dei chip che faranno girare le tante funzioni e programmi costruiti sull’intelligenza artificiale.

Negli Usa 9 aziende su 10 chiedono competenze con ChatGpt

ChatGpt, nel frattempo, continua a tenere banco su più fronti. Secondo un nuovo sondaggio da ResumeBuilder.com, oggi nove aziende statunitensi su 10 richiedono lavoratori con esperienza nel chatbot e la conoscenza di strumenti di comunicazione legati all’intelligenza artificiale.
Dal sondaggio emerge che le aziende sono disponibili a pagare fino a 200.000 dollari per servizi legati all’intelligenza artificiale ed espletati da una nuova figura professionale: il prompt engeneer, l’ingegnere tempestivo ovvero una sorta di sussurratore di chatbot in grado di ottenere risultati utili dalla conversazione. Il 58% degli intervistati ha dichiarato di volere ingegneri del software formati da ChatGpt. Circa un terzo ha affermato di volere persone con conoscenze di chatbot nel servizio clienti, nel marketing o nelle relazioni umane. Un gruppo più piccolo cerca lavoratori esperti di Gpt nell’inserimento dati, nelle vendite e nella finanza

E Google chiede linee guida sull’AI

Il dibattito “etico” su AI e ChatGpt, intanto, non si arresta: il Ceo di Google, Sundar Pichai, intervenendo nei giorni scorsi su Cbs ha chiesto regolamenti e linee guida sull’intelligenza artificiale per garantire che la tecnologia sia “allineata ai valori umani”. L’intelligenza artificiale avrà presto un impatto su “ogni prodotto di ogni azienda” e minaccerà i posti di lavoro, ha spiegato Pichai, chiarendo che scrittori, contabili, architetti, ingegneri del software e altri “lavoratori della conoscenza” subiranno gli impatti maggiori. Pichai ha aggiunto che senza linee guida, l’intelligenza artificiale potrebbe essere oggetto di abusi e potrebbe essere utilizzata per creare rapidamente video deepfake per diffondere disinformazione e potrebbe “causare molti danni” a livello sociale. Per il Ceo di Google lo sviluppo di queste linee guida “non deve includere solo ingegneri, ma scienziati sociali, esperti di etica, filosofi e così via, e penso che dobbiamo agire molto in fretta”. Pichai ha aggiunto che la società deve decidere collettivamente come integrare l’intelligenza artificiale, aggiungendo che “non spetta a un’azienda decidere”, ma la società potrebbe non essere pronta per il ritmo fulmineo dei progressi dell’AI.

Da Musk un’alternativa a ChatGpt: arriva TruthGpt

Elon Musk ha invece dichiarato che intende creare un’alternativa a ChatGpt che chiamerà “TruthGpt”. L’idea, ha detto Musk, è che un’AI che vuole capire l’umanità è meno probabile che la distrugga. Sarà una “AI alla massima ricerca della verità che cerca di capire la natura dell’universo”. Musk ha anche detto di essere preoccupato che ChatGpt “venga addestrato per essere politicamente corretto“. Musk si è comunque espresso a favore della regolamentazione dell’intelligenza artificiale, affermando di esserne un “grande fan”. Ha definito l’intelligenza artificiale “più pericolosa” delle automobili o dei razzi e ha detto che ha il potenziale per distruggere l’umanità.

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