DL SCUOLA

In pagella anche la didattica online. Ma il 30% degli studenti non ha il pc

Via libera del Consiglio dei ministri al pacchetto: la valutazione dei docenti terrà contro anche delle lezioni da remoto. Le norme si scontrano con il gap di dotazione tecnologica delle famiglie italiane, soprattutto al Sud

Pubblicato il 06 Apr 2020

L. O.

Wiko back to school View3 ambientata

Voti anche sulla didattica a distanza. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge con il “pacchetto scuola”, presentato dalla ministra Lucia Azzolina, con le misure per la conclusione dell’anno scolastico, per l’esame di Maturità e per la ripartenza del prossimo ciclo a settembre nell’ambito dell’emergenza coronavirus. Per gli studenti che frequentano gli anni intermedi (elementari, medie o superiori) si prevede l’ammissione all’anno successivo con una pagella “reale”, che fotograferà quando svolto dallo studente sia nel periodo precedente la chiusura delle scuole che in quello post chiusura, con voti che terranno quindi conto anche delle lezioni con la didattica a distanza.

Per quanto riguarda la maturità, Azzolina ha più volte ripetuto che gli studenti saranno tutti ammessi all’esame, ma non automaticamente tutti promossi: è escluso quindi il “6 politico”. Il decreto recepisce questa visione. Come ha illustrato la ministra “la prima ipotesi, se si torna entro il 18 maggio, è un esame con commissione interna e presidente esterno, con seconda prova preparata dalla commissione interna, perché dobbiamo garantire prove aderenti al percorso. Se non si tornasse a scuola, ci sarebbe solo la prova orale”. L’orale potrebbe essere anche svolto “da remoto”, con collegamenti online come già avviene nelle università, ma non è detto: dipende comunque dall’evoluzione della situazione coronavirus. Il 17 giugno quindi, la maturità inizia per tutti con il tema di italiano con le tracce stabilite dal Miur; gli argomenti della seconda prova scritta li deciderà invece la commissione formata da soli membri interni, con presidenti esterni.

Sarà dunque anche la didattica a distanza a fare media nei voti scolastici. Ma la decisione rischia di scontrarsi con il gap tecnologico evato da Istat: è senza Pc una fanilia italiana su 3, con un’incidenza maggiore al Sud.

Sono troppo pochi computer in Italia per un’efficace scuola digitale, nell’Italia dell’isolamento da Coronavirus. Quasi una famiglia su tre in Italia non può contare sulla presenza di pc o tablet in casa, ma la quota scende al 14,3% tra le famiglie con almeno un minore. Inoltre solo per il 22,2% delle famiglie ogni componente ha a disposizione un pc o tablet.

Secondo Istat nel Mezzogiorno il 41,6% delle famiglie è senza computer in casa (rispetto a una media di circa il 30% nelle altre aree del Paese) e solo il 14,1% ha a disposizione almeno un computer per ciascun componente.

Pc e tablet a casa, penalizzato il Sud

Emerge che il 12,3% dei ragazzi tra 6 e 17 anni non ha un computer o un tablet a casa, e la quota raggiunge quasi un quinto al Sud dove vivono 470mila ragazzi. Solo il 6,1% vive in famiglie dove è disponibile almeno un computer per ogni componente.

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Nel 2019, tra gli adolescenti di 14-17 anni che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi, due su 3 hanno competenze digitali basse o di base mentre meno di tre su 10 (pari a circa 700mila ragazzi) si attestano su livelli alti.

Consumi culturali dei giovanissimi

Ampliando il raggio dei consumi culturali dei giovanissimi, l’Istat registra che il 52,1% dei bambini e ragazzi di 6-17 anni, nell’ultimo anno ha letto almeno un libro nel tempo libero. L’abitudine alla lettura interessa oltre il 60% di bambini e ragazzi di 6-17 anni residenti al Nord e il 39,4% di quelli del Sud.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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