IL PASSAGGIO DI TESTIMONE

Italia digitale, le “raccomandazioni” di Colao al nuovo Governo

In un documento da una quarantina di pagine le cose fatte e soprattutto quelle da fare nel triennio 2023-2026. Per il ministro uscente fondamentale un forte presidio e coordinamento a livello di Presidenza del Consiglio. Segnalate le azioni più urgenti per i prossimi 6-12 mesi

Pubblicato il 12 Ott 2022

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Mantenere un forte presidio e coordinamento a livello di Presidenza del Consiglio sul digitale, sull’innovazione e sulla tecnologia. Rafforzare l’autorità di disegno sulle architetture digitali del Paese e la capacità di intervento per uniformarle e interconnetterle. Mantenere l’attuale modello di cooperazione con il territorio, sperimentato nel 2021-22. Consolidare e rafforzare il personale Mitd/Dtd (ministro per la Transizione digitale e Dipartimento per la trasformazione digitale) incaricato di orchestrare e supportare l’implementazione della strategia digitale e tecnologica.

Queste le quattro principali sfide sul tavolo del nuovo Governo in materia di digitalizzazione secondo il ministro Vittorio Colao che in un documento da una quarantina di pagina presenta le cose fatte e indica la visione per il futuro (SCARICA QUI IL DOCUMENTO Italia digitale 2026-risultati 2021-2022 e azioni per il 2023-2026). “Il documento vuole essere il punto di sintesi da cui il prossimo Governo potrà partire nell’implementare l’agenda digitale del Paese, per garantire continuità nell’implementazione e facilitare il rispetto degli impegni presi con la Commissione europea”, si legge.

Italia digitale: le azioni per i prossimi 6-12 mesi

Relativamente al conseguimento degli obiettivi strategici per il Pnrr, nel documento si segnalano le azioni più urgenti, da mettere a terra nei prossimi 6-12 mesi

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  • Completare la strutturazione del Transformation Office per la digitalizzazione della PA, necessario per sostenere l’implementazione locale dei programmi finanziati.
  • Rendere operativa la piattaforma per le notifiche digitali, l’e-Wallet europeo su App IO e il sistema degli attributi associati all’identità del cittadino (patente, abilitazioni, permessi).
  • Costituire e rendere operativa la società informatica 3-i per dotare le pubbliche amministrazioni centrali di una nuova realtà professionale funzionale alla digitalizzazione.
  • Avviare le gare per la Telemedicina e completare la realizzazione dell’ecosistema per i dati sanitari.
  • Assegnare i bandi Spazio e in particolare quelli relativi alla costellazione “Iride”.

Opportunità e sfide 2023-2026

“Il Piano per la digitalizzazione e il rafforzamento tecnologico dell’Italia – finanziato in larghissima misura dal Pnrr – rappresenta un’opportunità straordinaria per colmare gap storici del Paese e posizionarsi a inizio 2027 tra i migliori Paesi nell’UE. Sin qui sono stati illustrati i motivi alla base di queste iniziative e il loro relativo stato di esecuzione. Data la complessità implementativa e organizzativa di questi piani, tuttavia, una buona continuazione nell’esecuzione richiederà di vincere quattro sfide principali”, si legge nel documento. Ecco le quattro sfude

  1. Mantenere un forte presidio e coordinamento a livello di Presidenza del Consiglio sul digitale, sull’innovazione e sulla tecnologia. “Gli interventi richiesti sono molteplici, complessi e afferiscono a diverse amministrazioni, centrali e locali. La Presidenza del Consiglio e il Citd sono il luogo naturale dove garantire il coordinamento di tutte queste iniziative, assicurando il rispetto delle tempistiche del PNRR ed un costante allineamento con i più alti vertici politici”
  2. Rafforzare l’autorità di disegno sulle architetture digitali del Paese e la capacità di intervento per uniformarle e interconnetterle. “Il Mitd/Dtd e il Citd hanno predisposto un disegno coerente per la digitalizzazione della PA italiana perché si arrivi a una radicale semplificazione e all’efficientamento del rapporto tra PA e cittadino grazie al digitale. La chiave perché si realizzi appieno questo piano è l’interconnessione e l’interoperabilità di sistemi centrali e locali, di cui la “cloudificazione” è elemento portante, e l’omogeneizzazione di dataset e attributi dei cittadini. Questi interventi necessari richiedono una capacità di disegno e implementazione rapida, ma anche una possibilità di veto laddove determinati interventi non si dimostrino coerenti con il Piano concordato”
  3. Mantenere l’attuale modello di cooperazione con il territorio, sperimentato nel 2021-22 con il piano Italia Digitale 2026, con la Sanità Digitale e con la legislazione sui grandi interventi tecnologici. “La maggioranza degli interventi Mitd/Dtd è stata realizzata attraverso il coinvolgimento diretto di Regioni, Comuni ed enti locali in tre fasi chiave: primo, nel co-design degli interventi ex-ante; secondo, nella sperimentazione su piccola scala degli interventi in modo da testare l’efficacia delle soluzioni; terzo, nell’estendere efficacemente gli interventi su tutto il territorio nazionale, forti di soluzioni già sperimentate nei territori. La velocità richiesta dagli interventi nel 2023-26 e il bisogno di evitare frammentazioni tecnologiche e operative che minerebbero la strategia complessiva impongono, a nostro giudizio, di mantenere per il triennio l’approccio innovativo adottato con successo per il lancio del Pnrr nel 2021-22”.
  4. Consolidare e rafforzare il personale Mitd/Dtd incaricato di orchestrare e supportare l’implementazione della strategia digitale e tecnologica. “I profili necessari per garantire il successo sono sia tecnici sia economico-giuridici; per tali profili si è attinto in larga parte al mondo privato, in quanto profili tipicamente poco presenti nella PA. Per la prima volta il Governo sta mettendo a disposizione della PA centrale e locale esperti di implementazione che consentano l’attuazione del massiccio programma di transizione digitale. È essenziale che il contributo da parte di queste figure sia preservato fino al 2026, valutando anche possibili inserimenti in forme più permanenti nelle strutture della PA, e proponendo percorsi di formazione e passaggio di competenze digitali e tech per tutto il personale pubblico”.

I target del Pnrr a ottobre 2022

Nel documento si puntualizza che “a ottobre 2022 tutti i target e le milestone del Pnrr sono stati rispettati”

  • Sono state completate tutte le attività necessarie per avviare i lavori di realizzazione dei progetti di connettività a banda ultra larga: tutte le gare sono state aggiudicate tra aprile e giugno e i contratti sono stati firmati tra giugno e settembre.
  •  I lavori per il Polo Strategico Nazionale (Psn) sono partiti e il Psn sarà attivo entro dicembre. La gara si è conclusa a giugno e il contratto è stato firmato ad agosto.
  • Le nuove piattaforme per l’interoperabilità delle banche dati pubbliche, per le notifiche digitali, le deleghe e i pagamenti sono operative o in fase di pre-rilascio.
  •  I fondi per la digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche centrali e locali sono in larga parte già stati assegnati. È stato avviato il supporto operativo del personale Mitd in loco.
  • L’Agenzia per la cybersicurezza è stata costituita ed è ora pienamente operativa.
  • Sono state approvate le nuove architetture per la sanità digitale – Fascicolo Sanitario Elettronico e Telemedicina – ed è stata avviata la loro realizzazione.
  • Sono partite tutte le iniziative sulle competenze digitali, la maggiore delle quali è stata la creazione dell’innovativo Fondo per la Repubblica Digitale.
  • Tutti i fondi Pnrr e ordinari previsti per il settore Spazio sono stati assegnati. Sono in corso di preparazione le gare e la successiva messa in opera. È stata lanciata la costellazione Low Earth Orbit “Iride”, la più grande iniziativa europea in questa area.

I dati Istat

Nel giorno in cui Colao mette nero su bianco le raccomandazioni al governo che verrà, l’Istat evidenzia il gap italiano sul fronte della fruizione di Internet. Secondo il Rapporto sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 dell’Onu, è sotto la media Ue il numero degli utenti italiani che accedono regolarmente alla Rete.

Nel 2021, gli utenti regolari di internet in Italia (dai 16 ai 74 anni) sono l’80,2%, una percentuale inferiore alla media Ue27 (87%). Di questi, il 39,8% utilizza internet per acquistare merci o servizi online (+8,4 punti rispetto al 2020), il 45,3% per effettuare operazioni di internet banking e il 34,1% per interagire on line con la Pubblica Amministrazione o con i gestori dei servizi pubblici.

Per quanto riguarda gli investimenti in ricerca e sviluppo, software, beni di proprietà intellettuale, questi hanno mostrato una minore reattività al ciclo economico del 2021 e la loro quota ha subito una brusca contrazione, attestandosi rispettivamente al 7,8%, 8,4% e 16,7%, con una diminuzione di 1,2, 1,1 e 2,4 punti percentuali rispetto al 2019.
Nel 2020, la spesa in ricerca e sviluppo è diminuita in valore assoluto rispetto all’anno precedente pur registrando un aumento della sua intensità pari al 1,51% del Pil.

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