LA VERTENZA

Italiaonline, l’emergenza di Torino: “A rischio tessuto economico locale”

Il Comune lancia l’allarme sul piano di ristrutturazione che prevede la chiusura del sito piemontese. L’assessore al Lavoro, Alberto Sacco: “Azienda torni sui suoi passi e si impegni per il rilancio industriale”. Domani incontro tra Calenda e i vertici dell’azienda

Pubblicato il 19 Mar 2018

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Si scalda la vertenza Italiaonline. In vista dell’incontro di domani tra il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda e i vertici dell’azienda, a Torino resta fortissima preoccupazione per il piano da 400 tagli che prevede la chiusura del sito nella città. La situazione è in standby, avvisa Alberto Sacco, assessore comunale al Lavoro: “Non comprendiamo la scelta dei vertici di una società che ha chiuso il 2017 con un utile netto in crescita e che in queste settimane sta creando fortissima inquietudine. Si tratta di una determinazione ingiustificata. Chiederemo che l’azienda torni sui suoi passi impegnandosi in un piano industriale di rilancio che non metta a repentaglio il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie”.

Domattina la sindaca Chiara Appendino e l’assessore Sacco saranno a Roma, insieme ai rappresentanti dei lavoratori, per incontrare il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e chiedere al governo di avviare il dialogo con il management al fine di sbloccare la vertenza sulla ipotizzata chiusura della sede torinese. “Una decisione che non è accettabile – conclude Sacco – Se questa crisi non dovesse rientrare le ripercussioni occupazionali potrebbero estendersi anche a tutto l’indotto ex Seat, mettendo a rischio l’intero tessuto economico locale”.

Il piano di Italiaonline prevede 400 tagli su tutto il territorio nazionale, circa il 50% del personale, con un programma contestuale di assunzione di 100 posizioni professionali di alta specializzazione digitale per la sede di Milano, ingegneri soprattutto.

Una decisione che non si spiega visti i conti del 2017, secondo i sindacati.

“Non si capisce il motivo di tutto questo – ha commentato nei giorni scorsi la segretaria della Cisl, Anna Maria Furlan – L’impresa va bene, i conti sono a posto, anzi gli utili continuano a crescere, sono stati fatti percorsi di riconversione formativa. Non c’è alcun motivo che possa giustificare licenziamenti e per quanto riguarda Torino la chiusura del sito”.

Le lavoratrici ed i lavoratori chiedono il ritiro del piano di riorganizzazione che prevede la chiusura della sede di Torino, con 248 licenziamenti e 241 trasferimenti coatti verso Assago, ed ulteriori 152 licenziamenti su tutto il territorio nazionale.

“Italiaonline non è un’azienda in crisi e gli azionisti si sono spartiti un dividendo da 80 milioni di euro mentre godevano di un risparmio importante sul costo del lavoro grazie ad un accordo sindacale, sottoscritto nel 2016 e vigente sino a Giugno 2018, che prevedeva il ricorso agli ammortizzatori sociali proprio ai fini di riorganizzare l’azienda e riqualificare il personale – si legge in una nota sindacale –  Il ritiro del piano è l’unica condizione possibile per intraprendere un confronto con l’Azienda finalizzato allo sviluppo ed alla tutela del perimetro occupazionale

Italiaonline  ha chiuso il 2017 con un utile netto in crescita del 17% a 26,4 milioni di euro, ma con ricavi in calo del 10% a 338,5 milioni. L’ebitda è stato pari a 67,7 milioni, +6% rispetto al 2016 con un ebitda margin al 20%, in aumento di 3 punti percentuali rispetto al dato 2016 (17%), e l’ebit è salito a 27,8 milioni (0,7 milioni nel 2016).

La posizione finanziaria netta è risultata positiva per 72,9 milioni, dopo la distribuzione del dividendo straordinario pari circa a 80 milioni, pagato il 10 maggio 2017. L’azienda ha annunciato che sarà distribuito agli azionisti di risparmio un dividendo privilegiato di 30 euro per ogni azione di risparmio.

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