LA VERTENZA

Italiaonline rilancia sulla digital factory. Converti: “Ci servono giovani talenti”

In assemblea l’Ad difende il piano di rioganizzazione che prevede 400 esuberi: “Possiamo riassorbire fino a 200 persone nella nuova unit, di più non possiamo fare”. E annuncia: “Possibili acquisizioni di startup”. La Cgil: “Nessuno resti indietro”. Approvato il bilancio 2017: dividendo per 30 euro ad azione

Pubblicato il 27 Apr 2018

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Italiaonline pronta a continuare il negoziato sugli esuberi. E a focalizzare l’attenzione sulla riqualificazione dei dipendenti e alla digital factory così come propisto al tavolo al Mise con i sindcati. “E’ una sfida – ha detto l’Ad, Antonio Converti, rispondendo alla domanda di un azionista in occasione dell’assemblea dei soci ad Assago – Abbiamo bisogno disperatamente di assumere delle competenze digitali. Abbiamo un urgente bisogno, non solo noi, ma tutte le aziende italiane, di assumere ragazzi stem”.

A proposito di operazioni per i giovani l’Ad ha ammesso un interesse per le startup: “Noi osserviamo normalmente le startup in Italia; abbiamo rapporti con i tre o quattro principali incubatori, facciamo screening e, in qualche caso,  stiamo ragionando su qualche piccola acquisizione. Abbiamo anche ricevuto proposte da parte di venture capital di compartecipazione a investire proprio su start up”.

Converti ha ricordato anche che “il piano di riorganizzazione prevede 400 esuberi” che comprendono 301 posizioni (full time) che sono attualmente in cassa integrazione (di cui 242 a zero ore e 295 al 20% di riduzione di orario). Inoltre il piano prevede “la sostituzione di 100 persone con 100 giovani stem”, dunque nuove posizioni professionali di alta specializzazione digitale. “Abbiamo fatto la mediazione con il ministro e le autorità locali del Piemonte e ci è stato richiesto di modificare la nostra posizione iniziale ed è nata l’idea della digital factory – ha ricordato il manager – Abbiamo preso l’impegno di farla a Torino e abbiamo preso l’impegno di costruirla gradualmente riqualificando, con fondi pubblici, il personale. Ovviamente, perché questa qualificazione sia efficace, va verificata. Non possiamo prendere chiunque nella digital factory. Quindi il numero che intendiamo prendere previa la verifica della qualificazione è fino a 200″.

“Questa proposta di accordo – ha aggiunto – esce dalla negoziazione tra azienda, ministero ed enti locali. Uno sforzo enorme rispetto ai nostri propositi iniziali che ci porta a rinunciare in gran parte alle 100 persone esterne, cercando di riqualificare persone interne. E’ una sfida. Siamo disponibili a continuare su questo, ma di più non possiamo fare”.

Pronta la risposta dei sindacati presenti in assemblea. “Noi faremo di tutto perché non vada a casa nessuno – ha detto  Gianluca Carrega, esponente della Cgil, intervenendo all’assemblea dei soci di Italiaonline in corso ad Assago -E’ giusto che gli azionisti guardino all’utile altrimenti uno non è un azionista. Siamo davanti a una azienda che comunque, nonostante la crisi in Italia, in Europa e nel mondo, è riuscita a fare utili”.

“Peccato – ha notato il sindacalista – che noi perdiamo a rotta di collo posti di lavoro: 400 dipendenti su 1030 non possiamo permetterceli”. Carrega ha ricordato anche come l’azienda abbia “con entusiasmo accettato la mediazione fatta al Mise, ma ricordo  a tutti – dice – che gli accordi di lavoro in questo Paese si fanno con il sindacato”. “Non possiamo permetterci di perdere un pezzo di storia” conclude assicurando che “faremo di tutto perché non vada a casa nessuno”.

L’assemblea dei soci di Italiaonline ha approvato il bilancio 2017 approvato dal cda il 15 marzo scorso, decidendo di destinare l’utile netto pari a 23.923.126,16 alla distribuzione alle azioni di risparmio di un dividendo unitario di 30 euro per ciascuna delle azioni di risparmio in circolazione, per un totale di  204.090,00 e di riportare a nuovo l’utile residuo pari a 23.719.036,16. La cedola sarà messa in pagamento dal 9 maggio 2018, con stacco cedola numero 2 il 7 maggio 2018.

E’ stato inoltre rinnovato il cda fino al 2020 e nominati gli amministratori dall’unica lista depositata presentata dal socio Libero Acquisition: Tarek Aboualam, Antonio Converti, Pierre de Chillaz, Vittoria Giustiniani, Cristina Finocchi Mahne, Onsi Naguib Sawiris, Hassan Abdou, Corrado Sciolla, Sophie Sursock e Fred Kooij. La lista è stata votata dalla maggioranza. Il cda ha confermato Converti come Ad.

La trattativa sugli esuberi di Italiaonline si è arenata al primo tavolo tecnico del 18 aprile al Mise. Nelle settimane precedenti, grazie alla mediazione del ministro Calenda, Italianonline aveva presentato un piano in cui si impegnava a dimezzare i tagli (da 400 a 200) e a mantenere aperta la sede di Torino. Da parte sua il Mise si impegnava ad agevolare gli ammortizzatori sociali per 400 lavoratori, a patto che 200 di questi, al termine di 18 mesi di formazione, venissero poi reintegrati in azienda.

Al summit del 18 aprile l’azienda ha spiegato che la cifra di 200 impiegati da lasciare a Torino offerta come mediazione rispetto al piano originario, e che avrebbe dovuto rappresentare la salvezza della sede piemontese, non era da intendersi di 200 persone ma “fino a 200 persone”.

I sindacati, che hanno presentato un piano salva-occupazione. Slc, Fistel e Uilcom hanno segnalato come sia possibile fruire della solidarietà difensiva a partire da Giugno 2018 e, a seguire, della cassa integrazione per riorganizzazione.

“L’utilizzo degli ammortizzatori sociali in essere dovrebbe essere accompagnato da un piano formativo che coinvolga tutti i dipendenti di Italiaonline – spiegano le tre sigle – In concomitanza con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali i sindacati ritengono necessario che, essendo in atto assunzioni in aziende del Gruppo, si dia diritto di prelazione ai dipendenti di  Italiaonline coinvolti dagli ammortizzatori sociali per la allocazione nelle aziende che assumono”.

I mesi di fruizione degli ammortizzatori sociali consentirebbero “di avvicinare un numero congruo di dipendenti al traguardo pensionistico, chiedendo nel contempo una norma di raccordo che consenta di utilizzare l’art. 4 della legge Fornero in merito all’isopensione (il cosiddetto esodo dei lavo­ratori anziani, introdotto dalla ri­forma Fornero ndr)”.

Infine Slc, Fistel e Uilcom hanno chiesto di sospendere le esternalizzazioni di attività che generano un numero notevole di esuberi.

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