INVESTIMENTI

Just Eat punta sull’Italia: 200 assunzioni a Milano. E per i rider arrivano gli hub

L’azienda celebra i dieci anni di attività nel nostro Paese, definito mercato “chiave”, e apre un customer care interno portando a 400 gli addetti nella sede centrale. Oltre 6.000 gli assunti per le consegne; il 75% delle città coperto nel 2022

Pubblicato il 11 Nov 2021

Rider Just Eat min

Just Eat aprirà un customer care interno e assumerà 200 persone a Milano. L’azienda del food delivery rafforza così per strategia nel nostro Paese mentre celebra il decimo anniversario dall’arrivo in Italia, definito un mercato “chiave” per il gruppo.

Just Eat ha indicato di avere in cantiere investimenti e progetti per consolidare la presenza e il valore generato sul territorio e che si rivolgeranno alla creazione di nuovi posti di lavoro e all’apertura degli hub per i rider, all’introduzione del servizio di delivery in nuove città e all’aumento dell’offerta di ristoranti.

Il customer care interno e gli hub per i rider

Entro fine anno, è prevista l’apertura del customer care interno, che, a regime, conterà oltre 200 addetti a Milano. L’obiettivo è quello di migliorare il servizio complessivo, fornendo una migliore esperienza ai ristoranti partner e ai clienti e aumentando allo stesso tempo il coinvolgimento dei propri dipendenti. Il customer care interno avrà infatti sede nel nuovo ufficio di Milano, De Castillia 23, uno spazio di lavoro moderno e sostenibile che ospiterà gli oltre 400 dipendenti previsti a inizio 2022.

Il progetto si affianca al consolidamento del modello di delivery proprietaria, con oltre 6000 rider assunti con contratto di lavoro subordinato basato sul Ccnl del settore logistica, trasporto merci e spedizioni, e l’apertura degli hub, le sedi logistiche e organizzative dei rider, prevista a inizio 2022.

Il piano per l’Italia prevede, inoltre, l’espansione del business del servizio di delivery nelle città, con l’ingresso in importanti centri come Palermo, entro novembre 2021, insieme all’aumento dell’offerta dei ristoranti, fino al 75% della copertura nazionale.

Il food delivery in Italia: raggiunto il 68% della popolazione

L’azienda consolida così il percorso iniziato 10 anni fa in Italia, quando ha avviato la propria attività da nel digital food delivery, ospitando 200 ristoranti nel primo anno e registrando 2000 ordini il primo mese. Oggi Just Eat conta oltre 24.000 ristoranti, con una crescita annuale del 50%, in 1.300 comuni italiani, coprendo il 66% della popolazione,

Il settore digital food delivery nel 2021 registra un +59% raggiungendo il valore di 1,5 miliardi, il più dinamico dell’e-commerce. Dei circa 40 miliardi generati dall’e-commerce, infatti, il food & grocery rappresenta il 10% del totale, per un valore di circa 4 miliardi, in crescita a +38% nel 2021. All’interno di questo comparto, l’alimentare vale circa 3,6 miliardi, di cui il 42% è rappresentato dal digital food delivery, il 37% dal grocery alimentare e il 21% dall’enogastronomia. Già dal 2020, il 100% delle province è stato coperto da almeno un’iniziativa di food delivery, con il 68% della popolazione che nel 2021 ha accesso potenziale al servizio di digital food delivery (dati dell’Osservatorio eCommerce B2c, Politecnico di Milano).

“Investimenti, consolidamento e sviluppo” nel futuro di Just Eat

“Siamo orgogliosi del percorso fatto fino ad oggi e dell’evoluzione che abbiamo avuto. Abbiamo iniziato in un appartamento di Milano in 8 persone, oggi siamo oltre 300 e abbiamo assunto 6000 rider, a cui presto si aggiungeranno oltre 200 nuove assunzioni del nuovo customer care che apriremo a Milano”, ha dichiarato Daniele Contini, Country manager di Just Eat Italia. “Il mercato ha enormi potenzialità. I ristoranti investono maggiormente sulla delivery, le piattaforme facilitano la digitalizzazione del processo, i clienti apprezzano e aumentano la frequenza di utilizzo, ci sono altre potenziali occasioni di consumo come l’asporto, il grocery, la ristorazione in ambito aziendale. Il nostro futuro prevede investimenti, percorsi di consolidamento e sviluppo. Oltre a una grande sfida: crescere in modo sostenibile anche dal punto di vista etico, sociale e ambientale”.

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