L’Ue riscrive il copyright: editori più forti contro Google & Co.

I creatori di contenuti giornalistici diventeranno per la prima volta titolari dei diritti al pari dei produttori di film e musica. Previste misure per velocizzare l’addio al geoblocking e favorire la negoziazione tra mercato audiovideo e piattaforme VoD. Ma gli Over the top partono all’attacco: “Così si blocca l’innovazione”

Pubblicato il 14 Set 2016

Andrea Frollà

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“Il lavoro di giornalisti, editori e autori deve essere giustamente retribuito, che sia svolto in una redazione o a casa, che sia diffuso offline o online, che sia pubblicato con una fotocopiatrice o con un hyperlink commerciale sul web”. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha introdotto così le nuove regole europee in materia di copyright.

In occasione del discorso sullo stato dell’Unione del 2016 del Presidente Juncker, la Commissione ha presentato oggi alcune proposte per la modernizzazione del diritto d’autore al fine di aumentare la diversità culturale in Europa e i contenuti disponibili online, oltre a introdurre norme più chiare per tutti gli utenti online. Le proposte conterranno inoltre strumenti per l’innovazione dell’istruzione, della ricerca e delle istituzioni che gestiscono il patrimonio culturale.

Il nuovo panorama digitale “creerà opportunità per i creatori europei se le norme saranno in grado di fornire chiarezza e certezze del diritto a tutti coloro che ne usufruiscono” ha sottolineato Junker presentando le iniziative che si inseriscono nella Strategia per il mercato unico digitale e puntano a garantire: maggiori possibilità di scelta e migliore accesso ai contenuti online e transfrontalieri; norme migliorate sul diritto d’autore per l’istruzione, la ricerca, il patrimonio culturale e l’inclusione delle persone con disabilità; un mercato più equo e sostenibile per i creatori, le industrie creative e la stampa. Come nel caso del pacchetto telecom, i pilastri della strategia Ue per il diritto d’autore sono 3.

Maggiori possibilità di scelta e migliore accesso ai contenuti online e transfrontalieri – Con la proposta sulla portabilità dei contenuti online dello scorso dicembre, ricorda la Commissione, “abbiamo concesso ai consumatori il diritto di utilizzare i propri abbonamenti online di film, musica, libri elettronici (e-book) quando si trovano al di fuori del paese di origine, ad esempio per trascorrere vacanze o per viaggi di lavoro”. Oggi Bruxelles, in materia di geoblocking propone un meccanismo giuridico che consenta alle emittenti di ottenere più facilmente le autorizzazioni dei titolari dei diritti di cui hanno bisogno per trasmettere programmi online in altri Stati membri dell’Ue. Si tratta di programmi che le emittenti trasmettono online contemporaneamente alle loro trasmissioni televisive nonché ai servizi di catch up che desiderano mettere a disposizione online in altri Stati membri (come MyTF1 in Francia o ZDF Mediathek in Germania). “Dare alle emittenti la possibilità di rendere disponibili la maggior parte dei propri contenuti, quali notiziari, documentari, programmi culturali, politici o di intrattenimento anche in altri Stati membri – spiega il documento – offrirà più scelta ai consumatori”.

Le nuove norme “renderanno più facile per gli operatori che offrono pacchetti di canali televisivi ottenere le autorizzazioni di cui hanno bisogno”. Invece di dover negoziare individualmente con ciascun titolare di diritti al fine di poter offrire tali pacchetti di canali provenienti da altri Stati membri dell’UE, saranno in grado di ottenere le licenze tramite organismi di gestione collettiva che rappresentano i titolari dei diritti. Questa soluzione aumenterà anche la scelta dei contenuti per i loro clienti.

Per contribuire allo sviluppo delle offerte di video on demand (VoD) in Europa, Bruxelles chiede agli Stati membri di istituire “organismi di negoziazione per raggiungere accordi in materia di concessione di licenze, comprese quelle per i servizi transfrontalieri, tra i titolari di diritti audiovisivi e le piattaforme VoD”.

Per migliorare l’accesso al ricco patrimonio culturale europeo, la nuova direttiva sul diritto d’autore aiuterà i musei, gli archivi e le altre istituzioni a digitalizzare e rendere disponibile a livello transfrontaliero opere fuori commercio, come libri o film protetti da diritti d’autore ma non più disponibili al pubblico.

In parallelo, la Commissione utilizzerà 1,46 miliardi di euro del programma Media di “Europa creativa” per sostenere ulteriormente la circolazione dei contenuti creativi al di là delle frontiere. Nello specifico vi saranno maggiori finanziamenti per il doppiaggio e la sottotitolazione, un nuovo catalogo delle opere audiovisive europee per i fornitori di VoD che potrà essere usato direttamente per la programmazione e strumenti online per migliorare la distribuzione digitale delle opere audiovisive europee e facilitarne il reperimento e la visualizzazione online.

Miglioramento delle norme sul diritto d’autore per la ricerca, l’istruzione e l’inclusione delle persone con disabilità – Gli studenti e gli insegnanti desiderano utilizzare materiali e tecnologie di apprendimento digitali, ma oggi quasi 1 su 4 educatori si trova ogni settimana di fronte a restrizioni relative ai diritti d’autore nella propria attività di insegnamento digitale. La Commissione ha proposto oggi una nuova eccezione per consentire agli istituti educativi di utilizzare materiali per illustrare l’insegnamento grazie a strumenti digitali e corsi online attraverso le frontiere.

La direttiva proposta contribuirà inoltre a rendere più facile per i ricercatori in tutta l’UE l’uso delle tecnologie di text and data mining (TDM) per l’analisi di grandi insiemi di dati. Questo “darà un impulso quanto mai necessario alla ricerca in materia di innovazione, considerando che attualmente quasi tutte le pubblicazioni scientifiche sono digitali e il loro volume complessivo è in aumento dell’8-9% ogni anno in tutto il mondo”.

La Commissione propone inoltre una nuova eccezione UE obbligatoria che consenta alle istituzioni che gestiscono il patrimonio culturale di preservare le opere in formato digitale, fondamentali per la sopravvivenza del patrimonio culturale e per l’accesso dei cittadini a lungo termine.

Infine, la Commissione propone una legislazione per attuare il trattato di Marrakech volto a facilitare l’accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa.

Un mercato più equo e sostenibile per i creatori e la stampa – La direttiva sul diritto d’autore ha lo scopo rafforzare la posizione dei titolari dei diritti nella negoziazione e nella percezione di una remunerazione per lo sfruttamento online dei contenuti su piattaforme per la condivisione di video quali Youtube o Dailymotion. Tali piattaforme avranno l’obbligo di utilizzare strumenti efficaci, come tecnologie per individuare automaticamente canzoni o opere audiovisive che i titolari dei diritti hanno identificato e la cui autorizzazione o eliminazione è stata concordata con le piattaforme.

I giornali, le riviste e altre pubblicazioni su stampa hanno beneficiato del passaggio dalla stampa ai servizi digitali e online quali i media sociali e gli aggregatori di notizie. Ciò ha portato a un pubblico più vasto, ma ha anche avuto un effetto sugli introiti pubblicitari e ha reso la concessione di licenze e il rispetto dei diritti di tali pubblicazioni sempre più difficile. La Commissione propone di introdurre un nuovo diritto connesso per gli editori, analogo a quello già esistente nel diritto dell’Unione per i produttori di film, i produttori discografici (di fonogrammi) e altri operatori delle industrie creative come le emittenti.

Il nuovo diritto riconosce l’importante ruolo svolto dagli editori e dalla stampa nell’investire in contenuti giornalistici di qualità e nel crearli, che è essenziale per l’accesso dei cittadini alla conoscenza nelle nostre società democratiche. Poiché saranno giuridicamente riconosciuti per la prima volta come titolari dei diritti, si troveranno in una posizione migliore quando dovranno negoziare con i servizi online l’uso dei propri contenuti o l’accesso ad essi e saranno maggiormente in grado di combattere la pirateria. Questo approccio fornirà a tutti gli operatori un quadro giuridico chiaro per la concessione di licenze per contenuti ad uso digitale e contribuirà allo sviluppo di modelli commerciali innovativi a vantaggio dei consumatori.

“Tale misura, che non mira a creare una tassa sui link né ad impedire la condivisione di notizie tra gli utenti, consentirà agli editori europei di proteggere e valorizzare efficacemente i propri diritti nell’ambiente digitale, con effetti positivi sul pluralismo informativo, la libertà di stampa e la diversità culturale – commenta il presidente dell’Associazione europea degli editori di quotidiani (Enpa), Carlo Perrone, a cui fa eco il presidente della Fieg, Maurizio Costa: “L’iniziativa di riforma delle regole comunitarie rappresenta una indubbia opportunità di rafforzamento della tutela e della valorizzazione dei prodotti editoriali, da cui gli editori europei di giornali potranno trarre ulteriori prospettive di crescita”.

Il progetto di direttiva obbliga inoltre gli editori e i produttori alla trasparenza e ad informare gli autori o gli interpreti o esecutori dei profitti ottenuti con le loro opere. Inoltre istituisce un meccanismo per aiutare gli autori e gli interpreti ed esecutori ad ottenere una quota equa della remunerazione in sede di negoziazione con i produttori e gli editori e dovrebbe condurre ad un grado più elevato di fiducia tra tutti gli attori della catena del valore digitale.

L’Europa desidera un accesso transfrontaliero alla nostra cultura così ricca e varia. La nostra proposta garantirà una maggiore disponibilità di contenuti, trasformando le norme europee sul diritto d’autore alla luce della nuova era digitale. Il contenuto creativo dell’Europa non deve essere inaccessibile, ma deve anche essere rigorosamente protetto, in particolare per migliorare le possibilità di remunerazione dei nostri creatori – commenta Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario per il Mercato unico digitale –. Avevamo annunciato che tutte le nostre iniziative per creare un mercato unico digitale sarebbero state completate entro la fine dell’anno e stiamo mantenendo la nostra promessa. Senza un mercato unico digitale efficiente perderemo creatività, crescita e occupazione.”

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