WORLD ECONOMIC FORUM

La formula dell’innovazione? È ancora oscura

Molti i paradossi che emergono dall’edizione 2018 del Global Competitiveness Index del World Economic Forum, il primo della storia che prende in esame i parametri dell’economia 4.0. L’Italia batte la Cina e la Germania vince sugli Usa. Ma Israele è in pole position per propensione al rischio. E la Danimarca è il Paese leader per cultura aziendale

Pubblicato il 18 Ott 2018

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La formula dell’innovazione? Resta oscura per la maggior parte delle economie mondiali. È quanto emerge dall’edizione 2018 Global Competitiveness Index del World Economic Forum, la prima edizione della storia del report rivista e aggiornata tenendo conto delle sfide 4.0. “L’innovazione è diventata un imperativo per tutte le economie avanzate e una priorità per un numero crescente di paesi emergenti. Eppure la stragrande maggioranza dei Paesi sta lottando per rendere significativa l’innovazione in qualità di motore di crescita”, si legge nel report. I risultati dell’indagine mostrano che sono pochissimi i Paesi che si possono considerare realmente innovativi e fra questi spiccano Germania, Stati Uniti e Svizzera.

Il punteggio globale medio del pillar “capacità di innovazione” e di 36 punti, di gran lunga il più basso tra i 12 macro-indicatori su cui è basata l’indagine del Wef. E per 77 Paesi sui 140 presi in esame, la capacità di innovazione risulta essere il parametro più debole. “Nella stragrande maggioranza dei paesi, la capacità di innovazione rimane estremamente limitata, molto localizzata e/o limitata a pochissimi settori”, si legge ancora nel report.

Per aiutare i Paesi a sciogliere l’enigma dell’innovazione, il GCI 4.0 accende i riflettori sui driver del processo di innovazione, dall’idea alla commercializzazione del prodotto. Alcuni di questi
fattori sono immateriali, spesso sostenuti dalla cultura. Ad esempio, l’indice fa luce in particolare sull’atteggiamento nei confronti del rischio imprenditoriale. È Israele il Paese che ottiene il punteggio più alto in considerazione di questo parametro (83.1) seguito dagli Stati Uniti (79,4). Si scende invece nella maggior parte delle economie asiatiche, in particolare in Corea (47.5).

Secondo il Wef la giusta cultura aziendale può promuovere la creatività e responsabilizzare i dipendenti a sperimentarsi e a lanciarsi in nuove sfide. Laddove però prevale un modello gerarchico il risultato in termini di performance si traduce in minore creatività e responsabilizzazione: non è un caso se le economie “patriarcarli” asiatiche ottengono un punteggio meno alto rispetto a quelle ad esempio nord-europee. La Danimarca spicca con 84,9 punto seguita dalla Svezia (83,8) mentre la Cina ottiene solo 58,5 punti e la Corea 51.

Dal report emergono inoltre sono forti contrasti in termini di capacità di innovazione. Mentre la Germania (87,5), gli Usa (86,5), il Giappone (79,3), il Regno Unito (79,2) e la Corea (79.2) si pongono come fari dell’innovazione, altri Paesi del G20 si piazzano significativamente più in basso nella classifica globale. Il punteggio di innovazione della Cina (64.4) è simile a quello italiano (65,8), non troppo lontano dall’Australia (69.8), e più di 10 punti al di sopra dell’India (53.8) e della Russia (50,7). L’Italia però nonostante non sia un “faro” emerge con la sua 22ma posizione. Il nostro Paese si è inoltre aggiudicato il quarto posto mondiale per distretti all’avanguardia e il nono per la ricerca.

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