CORONAVIRUS

La nuova “profezia” di Bill Gates: “Saremo fuori dall’emergenza in poche settimane”

“Ma la quarantena e le misure di isolamento sono fondamentali”, evidenzia il fondatore di Microsoft il quale qualche anno fa in un’intervista mise in guardia sul pericolo di pandemie virali

Pubblicato il 19 Mar 2020

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Bill Gates cerca di rassicurare le comunità mondiali alle prese con le drastiche misure per contenere i contagi e battere l’epidemia di coronavirus: restare calmi e conservare la fiducia, è l’esortazione del co-fondatore di Microsoft, perché in 6-10 settimane possiamo sperare di tornare a una forma di normalità.

Gates ha parlato in una sessione “Ask me anything” all’interno del forum di discussione di Reddit. Alla domanda su quanto durerà l’emergenza, l’ex ceo di Microsoft ha risposto: “Se un paese fa un buon lavoro nei test e nei divieti alla socializzazione (che io chiamo shut down), penso che in 6-10 settimane dovrebbe veder diminuire i contagi ed essere in grado di riprendere le attività”.

Gates ha sottolineato in un commento su Cnbc.com che la fase attuale presenta molti casi nei paesi ricchi; anche qui occorrono le “giuste azioni”, in particolare rispettare tenere le persone a distanza e condurre tamponi diffusi, ma ha anche avvertito che i tempi di ripresa potrebbero allungarsi a 2-3 mesi. Gates si è detto preoccupato dai danni economici, ma ancor di più dall’impatto sui paesi in via di sviluppo “che non possono implementare lo shut down come i paesi ricchi e dove le strutture sanitarie hanno una capacità molto più ridotta”.

La profezia di Gates sulle epidemie

Gates si sta dedicando agli investimenti e alle iniziative in ambito sanità da diversi anni tramite la fondazione no-profit che ha fondato con la moglie, la Bill and Melinda Gates Foundation. Pochi giorni fa l’imprenditore e filantropo ha annunciato l’uscita dai Cda di Microsoft, che ha co-fondato nel 1975, e di Berkshire Hathaway per occuparsi solo delle attività benefiche.

Gates è noto per aver affermato, in un Ted Talk del 2015, che i virus possono essere una catastrofe anche peggiore di una guerra nucleare. “Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone nelle prossime decadi, è più probabile che sia un virus molto contagioso e non una guerra. Non missili ma microbi“, ha detto Gates. Le sue parole oggi suonano come una funesta profezia su quanto sta accadendo col coronavirus, anche perché l’imprenditore aveva sottolineato che i paesi investono in armamenti più di quanto facciano per la sanità e non sono preparati ad affrontare eventuali epidemie.

Ora Gates è tornato a insistere su questo punto: occorre che i paesi aumentino la loro capacità e velocità nella ricerca e produzione di farmaci e vaccini: “Le tecnologie esistono, se si fanno i giusti investimenti“, ha affermato Gates. “Le nazioni possono collaborare su questo. Noi abbiamo creato la Cepi, Coalition for Epidemic Preparedness Innovation, che ha lavorato sui vaccini, ma ha bisogno di molti più fondi per avere la capacità di produrre su vasta scala e rifornire su base mondiale”.

La donazione di Gates per il coronavirus

Nei giorni scorsi la Bill & Melissa Gates Foundation, insieme a Mastercard e Wellcome, ha lanciato l’iniziativa Covid-19 Therapeutics Accelerator per promuovere l’identificazione, la valutazione e lo sviluppo su larga scala di terapie per il Covid-19. A disposizione ci sono 125 milioni di dollari per trovare farmaci e prodotti biologici per il trattamento immediato dei pazienti risultati positivi al Covid-19 o ad altri agenti patogeni virali a lungo termine.

Attualmente, infatti – si legge in una nota – non ci sono antivirali o immunoterapie disponibili per la lotta contro i patogeni emergenti e nessuno di quelli in uso è stato specificamente disegnato per il trattamento del Covid-19. I partner si sono impegnati a garantire un accesso equo alle terapie per la cura del coronavirus, compresa la messa a disposizione e l’accessibilità dei prodotti in contesti con risorse limitate.

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