La vision di Cisco: più IoT per crescere “digitaliani”

In occasione dell’evento IoEtalks, organizzato con Intel e dedicato a Marco Zamperini, riflettori sulle nuove frontiere dell’innovazione. L’Ad Santoni: “Banda ultralarga è fondamentale, ma serve dare una spinta alle imprese”

Pubblicato il 17 Nov 2015

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Un evento per raccontare l’Italia digitale e favorire la diffusione di valori, opportunità ed esperienze delle nuove frontiere tecnologiche sulla vita delle aziende e dei cittadini. È stato questo il leitmotiv che ha attraversato l’evento organizzato stamattina all’Auditorium Parco della Musica di Roma da Cisco, in collaborazione con Intel.

Molti i relatori che si sono succeduti sul palco durante “IoEtalks crescere digitali” per discutere delle sfide tecnologiche che attendono l’Italia nei prossimi mesi. Dopo l’introduzione di Barbara Carfagna, giornalista Rai, il vicepresidente sud-Europa Cisco David Bevilacqua ha esordito il proprio intervento sottolineando che spesso “la mancanza di visione e immaginazione spesso è la trappola per qualsiasi nuova tecnologia digitale”. Secondo il manager della compagnia il futuro non è nell’Internet of Things, ma nell’Internet of Everything, ossia nella “possibilità di connettere processi, cose, persone e dati perché la connettività e la convergenza sono le basi delle prossime rivoluzioni”. Inclusa quella della nuova industria 4.0 che secondo Bevilacqua in Italia necessiterebbe di “15 miliardi di investimenti per 5 anni con l’obiettivo di riprendere la Germania, dove l’80% della supply chain è già digitalizzata”. Sulla eterna discussione dell’impatto della nuove tecnologie sull’occupazione, il vicepresidente sud-Europa di Cisco ha voluto precisare che secondo lui “non si eliminano posti di lavoro, ma li si trasformano”.

Presente sul palco dopo di lui Carmine Stragapede, direttore generale di Intel Italia, che nel suo intervento ha toccato vari ambiti, dalla digital transformation alla sharing economy fino all’IoT. “Le nuove generazioni già pensano digitale e come già avvenuto in passato potrebbero essere loro a guidare la rivoluzione digitale delle aziende – ha spiegato Stragapede – Il futuro è nell’incrocio di quattro punti fondamentali: connettività, intelligenza, dati e sicurezza”.

Dopo gli interventi di Maurizio di Robilant, presidente della Fondazione Italia Patria della Bellezza, Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell’informazione a Oxford, Ciriaco Scoppetta, professore di neurologia presso La Sapienza, e Anna Masera, capo ufficio stampa della Camera dei Deputati, ha preso la parola sul palco Flavia Marzano, presidente degli Stati Generali dell’Innovazione. “Ciò che manca in Italia è oggi la convergenza tra le scienze umanistiche e la tecnologia – ha spiegato Marzano, che è anche membro del Tavolo permanente per l’innovazione e l’agenda digitale italiana – Condivisione e tecnologia devono viaggiare sullo stesso binario. Si pensa che la banda ultralarga sia la soluzione dei problemi, ma la questione è anche sociale ed economica in senso più lato”.

A chiudere l’evento è stato Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia, che riprendendo l’intervento di Marzano ha esordito commentando lo stato delle infrastrutture tecnologiche dell’Italia: “Anche noi crediamo che la banda ultralarga, che reputiamo fondamentale e su cui stiamo spingendo, non sia sufficiente. Ci stiamo concentrando sulle smart grid, abbiamo investito su tecnologie per la gestione del gas, dei trasporti e dell’acqua”. Santoni ha dedicato particolare spazio alle nuove frontiere della manifattura digitale, spiegando che con “dati, automazione, connettività e digitale il settore può competere a testa alta in tutto il mondo più di quanto fa attualmente”, e alle startp con le quali Cisco Italia ha “iniziato a collaborare trovando un ambiente fertile per fare impresa e una possibilità anche per imprese già affermate come Cisco di capire meglio il futuro”.

L’evento si è chiuso con il saluto a Marco Zamperini, cui è stato tributato l’intero IoEtalks e dedicato il premio Funky Prize assegnato quest’anno alla Open Biomedical Initiative, già protagonista dell’ultima Maker Faire Rome 2015.

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