Laura Boldrini: “No a bavaglio, sì a uso responsabile web”

La presidente della Camera: “Coinvolgere social media, blogger e Autorità per la privacy per dare risposte ai giovani che frequentano la Rete”

Pubblicato il 13 Feb 2014

laura-boldrini-camera-130503105120

No al “bavaglio”, sì a un uso responsabile della Rete. Lo scrive la presidente della Camera, Laura Boldrini, in un intervento sul Corriere della Sera. “La rete – si legge nel testo – ha uno straordinario valore di emancipazione, di crescita culturale, di comunicazione. E so bene che l’anonimato sul web rappresenta, nei Paesi schiacciati da regimi dittatoriali, un riparo prezioso per coloro che si battono in difesa dei diritti umani. Ma chiedere un uso responsabile della Rete, rispettoso anche dei giovani e dei giovanissimi che la frequentano – specifica la presidente – non ha nulla a che vedere con la voglia di bavaglio, che mi troverà sempre contraria. Significa invece sentire la richiesta d’aiuto che viene dai nostri ragazzi, senza voltar loro le spalle”.

“Le risposte – aggiunge Boldrini – non sono facili, e vanno cercate ascoltando i gestori dei social media, i blogger, l’Autorità che tutela la privacy, e coinvolgendo il mondo della scuola e le famiglie. Ma, per complesse che siano queste risposte, non possiamo più tardare nell’individuarle. C’è un lavoro di proposta e di raccordo al quale le istituzioni non possono sottrarsi. Non è un’invasione di campo, è un’assunzione di responsabilità. È una strada lunga, come lungo è ogni percorso culturale: dobbiamo imparare a maneggiare con la cura dovuta i nuovi strumenti”.

Non è la prima volta che la presidente della Camera si pronuncia su web, privacy e uso responsabile della Rete. A maggio 2013, in seguito a minacce di morte quotidiane online, in un’intervista a Repubblica lanciò l’allarme contro le “campagne d’odio” in Rete e disse che era “tempo di fare una legge”.

Anche a ottobre Boldrini è tornata sull’argomento con un post su Facebook. “La piena libertà d’espressione in Rete è sacrosanta – ha scritto – ma se il web viene usato per controllare la vita delle persone o per offenderne la dignità non si può restare con le mani in mano. Di questo ho parlato con Antonello Soro, Garante per la protezione dei dati personali, che ho incontrato questa mattina a Montecitorio. Un colloquio utile per fare il punto sul cammino”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati