IL CASO

L’Intelligence Usa: “La Cina usa LinkedIn per reclutare spie”

A lanciare l’allarme è William Evanina, capo del controspionaggio americano: “Twitter sta cancellando una serie di account fake. Anche gli altri social dovrebbero muoversi nella stessa direzione”

Pubblicato il 31 Ago 2018

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I servizi segreti cinesi utilizzano alcuni fake account su LinkedIn per reclutare spie negli Stati Uniti, persone che abbiano accesso a segreti commerciali o istituzionali. E’ l’allarme lanciato in un’intervista esclusiva a Reuters da William Evanina, capo dei servizi di controspionaggio americani. Il social network, spiega, è già stato avvertito di questo fatto e dell’atteggiamento “super aggressivo” della Cina, che utilizzerebbe LinkedIn per contattare migliaia di utenti contemporaneamente. Ma non è ancora chiaro quanti e quali siano i fake account scoperti dall’intelligence Usa, quanti siano i cittadini americani contattati e su quanti la strategia di Pechino abbia avuto successo.

Allarmi del genere erano già arrivati nelle scorse settimane dai servizi segreti britannici e da quelli tedeschi, ma questa è la prima volta in cui sono scesi in campo gli Usa, ammettendo che il problema si presenta più grande di come fosse stato inizialmente valutato.

Per risolvere il problema, secondo Evanina, una soluzione potrebbe essere quella adottata da Twitter, Google e Facebook, che hanno eliminato una serie di account falsi legati, oltre che alla Cina, anche ad attività dell’intelligence iraniana e di quella russa.

Evanina, pur sottolineando che LinkedIn è “una vittima” di questa situazione, ha portato ad esempio proprio il caso di Twitter: “Ho notato che recentemente Twitter sta eliminando milioni di fake account – spiega Evanina – e la nostra richiesta sarebbe che anche LinkedIn possa procedere in questa stessa direzione”. Un appello che vede per la prima volta i servizi americani scendere in campo e formulare pubblicamente una richiesta di questo genere a una società Usa.

LinkedIn oggi conta su circa 562 milioni di utenti in 200 Paesi nel mondo, di cui 149 milioni sono americani.

Una conferma dell’allarme viene anche da Paul Rockwell, a capo della sicurezza del social network, che ha confermato di aver avuto contatti con autorità governative statunitensi su questo tema: “Stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre possibilità bloccare quest’attività e bloccare i suoi autori – afferma – non abbiamo aspettato richieste formali per agire, identificando e rimuovendo gli account malevoli, facendo uso di una serie di fonti e informazioni, incluse quelle che provengono dalle agenzie governative”.

LinkedIn – conclude Rockwell – è molto impegnata a combatter gli account falsi e a limitare ed eliminare i danni che questi possono provocare”.

Dalla Cina però arriva una smentita secca: “Non sappiamo quali prove abbiamo le vostre fonti per essere arrivate a questa conclusione – recita una nota governativa – Ciò che dicono non ha senso, e probabilmente nasconde altre motivazioni”.

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