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L’italiano “Cresco6” tra i 500 calcolatori più potenti al mondo

Grazie al raddoppio di potenza, arrivata a 1.4 PetaFlops, l’infrastruttura dell’Enea entra nella speciale classifica globale. Tra le sue specializzazioni, la creazione di modelli predittivi su cambiamenti climatici e inquinamento dell’aria

Pubblicato il 08 Gen 2019

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Il supercomputer Cresco6 del Centro Enea di Portici (Na) è tra le 500 infrastrutture di calcolo più potenti al mondo. Merito del raddoppio della potenza, arrivata a 1,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche al secondo (1.4 PetaFlops). L’ingresso in questa speciale classifica, per la precisione al 420esimo posto, è stato annunciato ufficialmente al SuperComputing 2018 di Dallas, la principale conferenza nel campo del calcolo scientifico.

“Il raggiungimento di questo obiettivo garantisce all’Enea una posizione di primissimo piano nell’ecosistema nazionale di calcolo a elevate prestazioni Hpc, con Cresco6 che si conferma il supercomputer più potente del Mezzogiorno e il secondo in assoluto in Italia dopo quello gestito dal Cineca”, spiega in una nota Silvio Migliori, responsabile della divisione Enea per lo Sviluppo di sistemi per l’informatica e l’Ict. “Il raddoppio della potenza di Cresco6 è stato possibile grazie a una gara internazionale che Enea insieme al Cineca si è aggiudicata nel 2018 per continuare a fornire servizi Hpc al consorzio europeo Eurofusion che, per conto di Euratom, si occupa di ricerca e sviluppo sulla fusione nucleare per scopi energetici”, continua Migliori.

Tra i campi di applicazione di Cresco6 ci sono la creazione di modelli predittivi su cambiamenti climatici e inquinamento dell’aria, lo studio di nuovi materiali per la produzione di energia pulita, le simulazioni per la gestione delle infrastrutture critiche, le biotecnologie e la chimica computazionale, la fluidodinamica per il settore aerospaziale e, infine, lo sviluppo di codici per la fusione nucleare.

Il sistema Cresco6 favorisce la candidatura italiana a ospitare entro il 2021-2022 presso il Tecnopolo di Bologna uno dei tre supercomputer che andranno a comporre il sistema europeo ‘pre-exascale’, vale a dire con una potenza fra i 200 e i 300 Pflops, che la Commissione europea ha affidato alla struttura dedicata European Hpc Joint Undertaking (EuroHpc JU), nata a Roma nel 2017 e di cui l’Italia è membro fondatore. La strategia Hpc dell’Unione europea prevede poi la realizzazione entro il 2023 di due supercomputer ‘exascale’, cioè con una potenza di 1000 Pflops.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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