SCENARI

M&A, la frenata di Google & co. Sprint dal settore enterprise

I big del web tengono un basso profilo nelle acquisizioni mentre i big del B2B come Ibm e Salesforce hanno messo in campo operazioni milionarie. E, secondo Goldman Sachs, il futuro sarà sempre più all’insegna del cloud

Pubblicato il 18 Feb 2019

Antonio Dini

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GitHub, Red Hat, Computer Associated, MuleSoft. E la serie potrebbe andare ancora avanti. Mentre i big della tecnologia che finiscono tutti i giorni sulle prime pagine dei giornali, le Facebook e le Google per intendersi, portano avanti i loro affari senza accelerare in maniera troppo visibile sul fronte del “merger and acquisition”, fusioni ed acquisizioni, in realtà nella tecnologia l’attività è molto vitale soprattutto nel segmento delle aziende business to business

Intendiamoci, un flusso di micro-acquisizioni – almeno rispetto alla scala dei colossi della Silicon Valley, è sempre attiva. Ogni anno qualche decina di milioni di dollari viene spesa dai big per alcune startup o per piccole imprese soprattutto con delle tecnologie particolari e molto mirate. Fa parte del modo con il quale si è evoluto il mercato delle startup, se non altro, che spesso hanno finanziatori che mirano a una exit tramite acquisizioni in fase iniziale, senza curarsi neanche di costruire una vera azienda ma sostanzialmente scommettendo su un singolo prodotto che poi verrà assorbito nel portafoglio delle tecnologie di qualche big. Una specie di ricerca e sviluppo esternalizzata.

Invece, tutta l’azione è nel settore enterprise, nel business to business. “L’internet dei consumatori è un mercato in cui le acquisizioni accadono in modo relativamente sporadico”, ha detto Colin Ryan, co-lead per le fusioni e acquisizioni di Goldman Sachs durante la la settimana della Technology and Internet Conference di San Francisco.

In effetti sono trascorsi cinque anni da quando Facebook ha acquistato WhatsApp e Oculus, e circa lo stesso tempo da quando Google ha acquistato Nest. Per il consumatore medio, MuleSoft e Red Hat potrebbero non essere nomi che risuonano, ma sono stati affari enormi per Salesforce e Ibm, rispettivamente, e hanno creato assegni molto grandi per i banchieri che si occupano di seguire questo mercato come advisor tecnici. Le società di private equity, nel frattempo, stanno attivamente acquistando piccoli operatori cloud.

“Penso che il vero cuore del mercato delle acquisizioni sia in realtà molto più focalizzato sul lato aziendale”, ha detto Ryan. L’anno scorso è stato un anno gigantesco per il software. Ibm ha speso 34 miliardi di dollari per Red Hat, Broadcom ha acquistato CA per 18,9 miliardi e SAP ha acquistato Qualtrics per 8 miliardi. Inoltre, Microsoft ha speso 7,5 miliardi per GitHub e Salesforce ha sborsato 6,5 miliardi per MuleSoft. Anche le nuove aziende appena quotate stanno facendo grandi acquisti. Ad esempio, Twilio ha recentemente acquisito SendGrid per 2 miliardi di dollari.

Ryan ha detto che con i prezzi delle azioni in aumento per le società di software emergenti, le loro valutazioni «Fare delle acquisizioni è un buon modo per far crescere la propria attività». E in futuro, i maggiori fornitori di servizi cloud potrebbero diventare ancora più attivi negli affari.
“Penso che ci sia una reale opportunità per fare alcuni affari nel cloud: li chiamerò opportunità economiche che si trovano in cima allo stack oltre il livello dell’infrastruttura, sia nelle applicazioni che nei servizi”, ha detto Ryan.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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