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Matrimonio Xerox-Hp, Carl Icahn in pressing per il sì

L’investitore attivista, che possiede titoli di entrambe le aziende, spinge per la fusione dopo che Hp ha preso tempo per valutare rischi e benefici. Stimate sinergie per 2 miliardi di dollari

Pubblicato il 05 Dic 2019

Patrizia Licata

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L’investitore attivista Carl Icahn torna a fare pressione sugli azionisti di Hp perché spingano il Cda ad approvare la proposta di acquisizione messa sul piatto da Xerox.

A inizio novembre Xerox ha presentato un’offerta da 27 miliardi di dollari per acquistare Hp con un mix di contante e azioni. L’offerta si è trasformata poi in un’Opa ostile da 33,5 miliardi. Hp, che è di tre volte più grande di Xerox, ha respinto la prima proposta dicendo che la valutazione di Xerox (22 dollari per azione) non è adeguata e ha poi chiesto una’approfondita due diligence sul business di Xerox dopo che l’azienda ha alzato la posta. Hp si è anche detta disposta a esplorare la possibilità di un proprio takeover dell’azienda rivale, riporta Reuters. Da subito favorevole alla fusione, il fondo di investimento di Icahn ha comprato 1,2 miliardi di dollari di azioni di Hp portandosi a quota 4,24% della proprietà. Icahn controlla anche il 10,85% delle azioni di Xerox.

Per Icahn sinergie “ovvie”

Per Icahn la proposta di takeover è un “no-brainer” per Hp: non c’è alcun dubbio, la risposta deve esssere sì. L’attivista ha bollato il piano di ristrutturazione di Hp come inutile perché la nave affonda – o, per usare le sue parole, è equivalente a “risistemare le sedie sul ponte del Titanic”. Icahn ha rincarato la dose dicendo che un no di Hp si dovrebbe solo al desiderio dei top manager di tenersi stretti alle loro “redditizie” poltrone.

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“Gli azionisti di Hp meritano di avere l’opportunità di decidere da soli se una fusione con Xerox ha senso prima che l’idea venga sbrigativamente respinta dal Cda di Hp”, ha affermato Icahn, secondo quanto riportato da Reuters. L’investitore prevede risparmi da 2 miliardi di dollari dalla fusione delle due aziende: “L’unione di Hp e di Xerox è una delle cose più ovvie che abbia mai visto nella mia carriera”.

Hp ci vuole pensare

Hp, uno dei maggiori produttori mondiali di stampanti, e Xerox, big delle fotocopiatrici, sono alle prese con un’attività in contrazione. Entrambe le aziende hanno finora reagito tramite programmi di riduzione dei costi. Hp sta valutando un nuovo piano di ristrutturazione che porterà a ridurre il personale del 16% per la fine dell’anno fiscale 2022, mentre Xerox ridurrà quest’anno le sue spese di 640 milioni di dollari, ennesima cura dimagrante per l’azienda del Connecticut. Ma secondo Xerox unire le forze con Hp potrebbe far risparmiare almeno 2 miliardi di dollari, proprio come dice Icahn. C’è lo scoglio del debito, ma Xerox (secondo indiscrezioni dei media Usa) avrebbe ottenuto un via libera da Citigroup per i finanziamenti necessari all’acquisizione di Hp.

Più cauta Hp. “Abbiamo piena fiducia nella nostra strategia di lungo periodo e nella nostra capacità di posizionarci sul mercato per avere successo pur in un’industria in evoluzione, soprattutto perché abbiamo diverse leve da sfruttare per creare valore”, ha dichiarato ili vendor californiano.

Secondo il board di Hp l’operazione andrebbe contro gli interessi degli investitori. Ci sono la valutazione del titolo giudicata insufficiente, il potenziale impatto del debito e anche il dubbio sulle prospettive di business di Xerox, visto il calo del fatturato nel 2018. Perciò l’azienda si riserva di studiare più rigorosamente le possibili sinergie di una combinazione con le attività di Xerox. Insomma, serve riflettere meglio – un punto di vista che Icahn ha smentito con la definizione di “no-brainer”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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