LA VERTENZA

Micron, fumata nera. Ma c’è la “carta” Stm

Nessuna intesa per evitare le procedure di mobilità per 419 dipendenti della multinazionale. Governo, azienda e sindacati si danno ancora un giorno di tempo per approfondire il ruolo che potrà giocare Stm nel riassorbimento degli esuberi

Pubblicato il 07 Apr 2014

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Il 7 aprile era l’ultimo giorno utile prima che Micron potesse inviare le prime lettere di licenziamento. Ma dopo una giornata di trattative serrate al ministero del Lavoro tra Governo, sindacati e i vertici italiani della multinazionale statunitense, le parti hanno deciso di aggiornarsi a mercoledì mattina. Una proroga concessa da Micron che servirà ai ministeri coinvolti per sondare le reali intenzioni di StMicroelectronics, invocata in questi giorni da più parti perché accetti di farsi carico di una parte consistente dei 419 esuberi annunciati da Micron. Una direzione in cui nelle ultime settimane sta spingendo anche il Governo, che tramite il ministero del Tesoro detiene il 50% di St Holding. Con l’azienda che avrebbe già reso nota con una lettera all’esevutivo la propria disponibilità, che è stata illustrata alla riunione di oggi e giudicata insufficiente dai sindacati. Una disponibilità che scaturisce dalle trattative intavolate negli ultimi giorni, e anche durante il fine settimana, tra Micron e St. “La novità – scrive in un tweet il segretario nazionale Uilm Luca Maria Colonna – è che St ne prenderebbe 110/140 e il governo preme su St e Micron”.

Durante la trattativa di oggi si sono cristallizzati i numeri su cui si tornerà mercoledì per arrivare a un accordo, per il quale il Governo è sceso in campo in modo pressante, anche con una presa di posizione del ministro Federica Guidi e con il sottosegretario Luca Lotti che venerdì si è fermato a parlare con i lavoratori che manifestavano davanti a Palazzo Chigi. L’ultima carta nelle mani del Governo è a questo punto prendere tempo prezioso per far pesare la propria influenza nella risoluzione della vertenza, proseguendo domani con i contatti con tutte le parti interessate in vista della chiusura della trattativa.

Allo stato dell’arte, in ogni caso, da Micron sarebbe arrivata la disponibilità di ridurre di 65 unità il numero degli esuberi, e di proporre 102 lavoratori un trasferimento, che per 40 sarebbe in un altro stabilimento italiano della multinazionale, e per 62 all’estero. Sulla soluzione per i circa 250 dipendenti che rimarrebbero si è arenata la trattativa, perché St non avrebbe dato l’ok per riassorbirli tutti, e perché i sindacati dal canto loro sono determinati a non voler chiudere un accordo che non offra una soluzione complessiva, per tutti i lavoratori coinvolti.

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