La vita degli italiani oggi è dominata da Amazon, Google e Whatsapp. Per la prima volta neppure un brand del food è nella top ten dei marchi più influenti. Entrano invece Paypal e Ikea.
Sono i dati rivelati dall’Ipsos nella nuova classifica 2018 dei “The Most Influential Brands”, le 100 marche in grado di influenzare le vite di oltre quattromila italiani intervistati dall’istituto di analisi e ricerche di mercato. Cinque, secondo Ipsos, i fattori chiave che determinano l’influenza di una marca sulla vita quotidiana dei consumatori: engagement o coinvolgimento, leading edge ovvero la capacità di far tendenza, trustworthy intesa come fiducia e affidabilità, corporate citizenship cioè impegno e ruolo sociale, presence.
Amazon sembra soddisfare tutti questi requisiti. Il colosso mondiale dell’e-commerce è diventato parte integrante delle abitudini di acquisto degli italiani e per la prima volta spodesta Google dalla vetta della classifica. L’azienda di Mountain View scende al secondo posto, seguita dall’app di messaggistica più diffusa. Per Ipsos l’ingresso nel ranking della società di pagamenti digitali PayPal, che conquista il quarto posto, è il “segno probabile di quanto la facilitazione dei processi quotidiani sia valore determinante dell’influenza delle marche”.
Al quinto posto si piazza Facebook, che supera Apple, Microsfot, Youtube e Samsung. All’ultimo gradino della top ten un’altra new entry: Ikea con la decima posizione si attesta come unico brand non tech e non di servizi. Secondo l’indagine, si dimostra “maestro nello storytelling incentrato sulla libertà di scelta”.
Fuori dai dieci, per la prima volta, tutte le aziende del comparto Food. Rimangono comunque nei posti alti della classifica generale, “grazie al grande valore che in Italia si attribuisce ancora al settore alimentare e alla capacità di tali brand di costruire negli anni un forte legame identitario (e nazionale) con i consumatori”. Non a caso Nutella, Parmigiano Reggiano, Ferrero, Barilla, Grana Padano, registrano performance molto alte negli indicatori di trustworthy e corporate citizenship.
A incidere sui risultati è soprattutto il processo di identificazione tra consumatore e brand. Il 66% degli intervistati dichiara di comprare marchi che riflettono i propri valori e il 63% attribuisce sempre maggiore importanza alle marche di cui si fida. Spiccano le società che offrono servizi personalizzati o personalizzabili, rispondendo in modo puntuale ai bisogni delle persone.
“I risultati evidenziano in maniera inequivocabile come il successo di un brand passi attraverso la sua capacità di sapersi modellare e adattare alle specifiche richieste del consumatore. Cerchiamo brand a cui ispirarci, in cui identificarci, che sappiano parlare un nostro personale linguaggio fatto di valori e simboli condivisi”, spiega Nicola Neri, amministratore delegato di Ipsos Italia.