I ricavi dagli abbonamenti alle piattaforme streaming fanno impennare il mercato discografico italiano. Che dopo cinque anni torna nella top ten dei più importanti mercati a livello globale con un 27,8% di crescita a oltre 332 milioni di euro di ricavi. Lo rivelano i dati Deloitte/Ifpi secondo cui il settore discografico è cresciuto del 18,5% a livello globale con una performance a due cifre che ha riguardato tutti i principali mercati raggiungendo nel 2021 quasi 26 miliardi di dollari.
La leva degli abbonamenti streaming
I dati mostrano, come già avvenuto nel 2020, che sono i ricavi dagli abbonamenti alle piattaforme streaming ad aver trascinato il settore: il segmento premium è cresciuto del 35,6%. Forte impatto anche nell’area video streaming sostenuta dalla pubblicità con un +46,3%. Complessivamente, tutto il segmento tra audio e video streaming è cresciuto del 24,6% arrivando a 208 milioni di euro di ricavi.
Solo nel segmento audio ormai ogni settimana i consumatori italiani realizzano in media oltre un miliardo di stream. In generale, come evidenziato anche dalla ricerca Ifpi Engaging with Music, nel 2021 i consumatori italiani hanno speso oltre 19 ore settimanali nell’ascolto di musica. Il 45% tramite abbonamento premium, percentuale che sale al 57% tra i 16 e i 24 anni.
Mercato “offline” e diritti connessi
Dopo il difficile 2020, anche il CD è tornato a generare ricavi in salita con un +10,6% – il dato resta tuttavia al di sotto del 2019. In particolare, nel fisico il vinile prosegue la sua costante crescita: dopo aver superato i CD all’inizio del 2021, ha confermato l’exploit con quasi il 79% di incremento. Crescono anche i ricavi da altri formati come le musicassette, cresciuti del 245%.
Nel segmento fisico è stato particolarmente efficace il Bonus Cultura 18 app, il cui impatto è arrivato a rappresentare oltre 21 milioni di euro complessivamente.
Anche i diritti connessi, ovvero i ricavi da licenze per l’uso di musica in radio, televisioni, palestre, pubblici esercizi e feste private sono cresciuti con un + 37,2% a 52 milioni di euro e i diritti di sincronizzazione, ovvero la musica nelle pubblicità, film, serie TV ha visto un incremento del 36,4% superando per la prima volta i dieci milioni di euro.
Investimenti sui giovani talenti
Il mercato italiano ha pertanto visto un anno particolarmente forte con la conferma degli importanti investimenti delle case discografiche sul repertorio italiano e nei giovani talenti. Effetti positivi si registrano anche dagli interventi fiscali con il tax credit per le nuove opere.
Nelle classifiche di fine anno, le top ten di singoli e album sono state dominate dal repertorio italiano: diversi artisti della Generazione Z hanno ottenuto risultati di ampio respiro conquistando numerosi dischi di platino. Complessivamente, nel 2021 sono stati infatti premiati 231 Album, 6 Compilation e 1.054 Singoli Digitali tra oro, platino e multiplatino.
La spinta dell’innovazione
Grazie alla forte innovazione spinta nel settore discografico, tra i segmenti leader dell’economia digitale del Paese, sono cresciute enormemente le opportunità di successo per gli artisti.
Nel 2021 479 album hanno infatti superato la soglia di 10 milioni di streaming: si tratta di 302 artisti in totale, per una crescita di grande rilevanza rispetto a dieci anni fa. Nel 2011 solo 134 album per 105 artisti avevano infatti superato l’equivalente soglia delle 10.000 copie vendute (fisico + download): un segnale fondamentale anche per la sostenibilità economica del mercato.
L’anno passato ha anche visto la crescita dei ricavi per le vendite di musica italiana all’estero che, in termini di royalty generare dall’estero per la musica italiani sono cresciuti saliti del 66% arrivando a circa venti milioni di euro.