Nokia rivela i primi cellulari Android – mossa notevole dato che sta per diventare di proprietà Microsoft; allo stesso tempo si aspetta l’annuncio di Samsung – previsto per le 20 di oggi – sul nuovo Galaxy S5 che dovrebbe avere una versione più pulita di Android.
La battaglia sui sistemi operativi per cellulari sembra diventata come una partita a scacchi tra giganti e secondo gli analisti avrà presto un grosso impatto sul mercato.
I tre Nokia si chiamano X, X+ e XL, il modello base costa 89 euro. Proprio come i tablet Kindle di Amazon, i Nokia X funzionano con una versione molto personalizzata del sistema open source Android: supportano cioè app di questa piattaforma ma hanno un’interfaccia simile a Windows Phone e integrano anche alcuni servizi Nokia e Microsoft, da Here per le mappe a Skype per chat e telefonate via internet e OneDrive per la conservazione dei documenti sul cloud. Stephen Elop, executive vice president Devices & Services di Nokia, sottolinea che questa linea sarà disponibile a livello globale ma punta ai mercati emergenti. Nokia X+ e XL arriveranno nel secondo trimestre, mentre Nokia X è disponibile da subito con lancio globale.
Mossa azzardata ma utile oppure troppo rischiosa e tardiva? Gli analisti si dividono tra queste due interpretazioni. Tutti d’accordo però a spiegarla così: Nokia non riusciva a vendere abbastanza nel segmento low cost, perché i suoi modelli Asha non sono funzionali come quelli Android nella navigazione internet e nell’uso di app. Nokia può contare sì sulla piattaforma Windows Phone di Microsoft, che però al momento non supporta i chip disponibili su smartphone low cost. Un grosso problema, poiché proprio dai mercati emergenti e dal fronte del low cost verrà il grosso della crescita nei prossimi anni, “il prossimo miliardo di utenti”, come scrive la stessa Nokia.
“Per un’azienda che sta per diventare di Microsoft, usare Android è quasi un’ammissione di fallimento”, dice Ben Wood, analista di Css Insight. “Probabilmente Nokia ha preso questa decisione prima dell’accordo con Microsoft, che chissà se continuerà a supportarla dopo il completamento dell’acquisizione”, aggiunge Francisco Jeronimo, analista di Idc. “E’ una mossa molto razionale e pragmatica. Nokia dimostra di essere disposta a fare il possibile per sopravvivere, a differenza di altri vendor in difficoltà”, aggiunge Jeronimo, che però è tutto sommato critico verso questa scelta.
“Adesso ha poco senso, visto che Nokia sta diventando di Microsoft, di cui rischia di danneggiare l’immagine. Il rischio di mandare un messaggio sbagliato al mercato – clienti, utenti, sviluppatori Microsoft – non vale il vantaggio potenziale ottenibile nel breve termine”, aggiunge.
“Tre anni fa questo annuncio sarebbe stato molto più sensato, prima che il prezzo dei prodotti Android scendesse così in basso. Adesso Nokia sarebbe in tutt’altra posizione sul mercato”, dice Ian Frogg, analista di IHS. Che però ritiene sia “una mossa strategica giusta”, sebbene tardiva. Nokia infatti fondi i vantaggi del proprio hardware, in genere apprezzato dagli utenti, con le app Android e i servizi propri e di Microsoft; offre inoltre i servizi di carrier-billing (utili nei Paesi dove la carta di credito è poco diffusa), grazie ad accordi con operatori.
Anche Frogg giudica “rischiosa” la mossa, però; sia per Nokia sia per Microsoft. “Non è detto che Microsoft la supporti. Potrebbe cancellare i prodotti Nokia X fra un po’. Nokia dovrà lavorare parecchio, inoltre, per garantire pieno supporto alle applicazioni Android. Google (che ha lanciato Android, Ndr.) non starà a guardare, inoltre. Già fa di tutto per ostacolare i prodotti che tradiscono l’esperienza Android originaria”. Le versioni più ricche di alcune app Android sono disponibili infatti solo sotto licenza di Google, quindi non sugli smartphone che non hanno il suo benestare.
“Magari avviene con qualche anno di ritardo, ma questa di Nokia è una mossa necessaria per riconquistare quote di mercato”, aggiunge David McQueen, analista di Informa Telecoms & Media.
Anche il prossimo annuncio del Galaxy S5, con cui Samsung ha deciso di rinunciare a una forte personalizzazione del sistema, a vantaggio dell’esperienza Android originaria, dimostra la forza contrattuale di Google su questo sistema.