SCENARI

Non solo foto, si apre l’era “selfie-payment”

Secondo Sony-Futurizon i selfie potranno essere utilizzati per le transazioni bancarie, l’e-shopping, ma anche come “documenti” di riconoscimento per l’erogazione di servizi pubblici. E il futuro non sarebbe molto lontano

Pubblicato il 26 Gen 2017

Andrea Frollà

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Ora è una moda social, ma in futuro sarà uno strumento per ricevere assistenza sanitaria, fare acquisti e molto altro. La selfie-mania che ha contagiato tutto il mondo, spinta dal boom degli smartphone e di Facebook, Instagram e altre piattaforme, è destinata ad assumere un ruolo centrale anche in ambiti più “concreti”. Secondo quanto emerge dall’ultimo studio “Il Futuro dei Selfie” di Sony Mobile, realizzato insieme a Futurizon su un campione di oltre 6mila consumatori europei, c’è una propensione degli utenti moderni all’utilizzo della fotocamera dello smartphone per un ampio numero di potenziali impieghi.

Dal dating ai pagamenti, il rapporto individua numerosi ambiti in cui i selfie giocheranno un ruolo fondamentale nei prossimi cinque anni. Si cita ad esempio il banking nella selfie-generation: più o meno la metà dei giovani tra i 25-34 anni si sentirebbe molto più sicura se avesse accesso alla propria banca attraverso una autoscatto che funga da password. Mentre passando al settore medico più del 25% delle persone preferirebbe vedere il proprio medico curante attraverso un selfie o una video-chiamata inizialmente. Ma anche foto per simulare la creazione 3D di vestiti su misura e provare la possibile resa addosso. O ancora selfie utilizzati come modalità di pagamento, per entrare al cinema oppure accedere a un’attrazione turistica, per controllare droni o robot e per tenere al sicuro la casa o l’automobile.

Oltre un terzo di chi abita in Europa si sentirebbe molto più sicuro se le banche usassero i selfie come password, mentre molto più di un quarto preferirebbe vedere il proprio medico di base attraverso una video-chiamata piuttosto che di persona. Da moda frivola e fenomeno economico? Si vedrà, ma intanto si sappia che la prospettiva non dispiace ai consumatori. Lavorando con il futurologo Ian Pearson, Sony Mobile ha esplorato un numero di settori probabili per incorporare la fotografia dello smartphone e i selfie come vera e propria leva tecnologica del futuro. I potenziali usi potrebbero essere diversi: dalla creazione di parchi divertimenti denominati selfie-coasters che consentono agli amanti dell’adrenalina di catturare la loro esperienza sull’ultima discesa, all’utilizzo come assistente personale virtuale durante gli acquisti per provare diversi outfit semplicemente sfiorando le schermo dello smartphone.

“Attraverso questo studio la cosa che mi ha affascinato di più è stato poter tenere traccia dell’evoluzione dei selfie e della fotografia degli smartphone con il team di Sony Mobile – afferma Ian Pearson, tra i curatori del report -. Ma ancora più incoraggiante è stata la risposta dei consumatori, che hanno mostrato di essere aperti a un’ampia gamma di usi futuri dei selfie e delle video-chiamate”.

“Il progetto ci ha fornito il vero senso di come selfie e video-chiamate siano evolute e perché potrebbero essere usate per trasformare così tanti settori – spiega Michio Marihashi, che opera nella divisione Marketing Strategy di Sony Mobile -. Ogni giorno ci interfacciamo con la duplice sfida di realizzare smartphone in grado di semplificare la vita dei nostri utenti nel quotidiano, guardando sempre a cosa offre il futuro ed essere parte integrante del processo di innovazione e cambiamento”. La vision di Sony propende dunque per un nuovo ruolo da assegnare agli autoscatti. E non è un caso che sia aziende private che enti governativi (si va da Uber al selfie-payment di MasterCard passando per il Dipartimento delle Entrate di alcuni Stati Usa) hanno cominciato a proporre app che permettono agli utenti di provare la loro identità scattandosi una foto con lo smartphone.

Oltre a Sony, anche altre compagnie che producono smaprthone sembrano già pronte alla seconda vita dei selfie. Basti citare Apple che potrebbe presto mandare in soffitta le impronte digitali dei suoi iPhone, a favore di sistemi di riconoscimento biometrico più complessi, come il riconoscimento facciale. Ne è convinto l’analista Ming-Chi Kuo di Kgi Securities, sempre vicino alle faccende di casa Cupertino, secondo il quale Apple potrebbe integrare nei futuri modelli di smartphone e tablet un sensore ottico nuovo di zecca. L’esperto ritiene che la compagnia guidata da Tim Cook stia cercando di spingere sul riconoscimento facciale, e non solo quello dell’iride.

L’equipaggiamento a bordo di uno smartphone richiede comunque una serie di modifiche tecniche per migliorarne la velocità e l’affidabilità. Ma se i consumatori sono così desiderosi di scattarsi i selfie non solo per acchiappare like sui social, è probabile che i produttori accelerino presto questa transizione degli autoscatti.

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