IL SITO DI BATTIBAGLIA

Prysmian, Urso incontra Battaini: “C’è volontà di trovare una soluzione industriale”



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Tutelare produzione e occupazione gli obiettivi del Mimit. Presentata un’offerta vincolante, presto un incontro per esaminare piano e dettagli anche sulla base dei nuovi standard tecnici per i cavi in fibra ottica messi a punto dall’Agcom

Pubblicato il 7 mag 2024



Adolfo Urso 2

Sul sito di Prysmian a Battipaglia c’è la volontà dell’azienda e del governo di trovare “una soluzione industriale che preservi produzione e occupazione”. È quanto dichiarato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) a seguito della riunione svoltasi a Palazzo Piacentini, in video collegamento, sulla vicenda dello stabilimento Fos (Fibre ottiche sud), in provincia di Salerno, cui hanno partecipato anche il titolare del Mimit, Adolfo Urso, e l’amministratore delegato e direttore generale di Prysmian, Massimo Battaini.

Con l’obiettivo di trovare la “soluzione industriale” sarà presto convocata una nuova riunione alla quale prenderà parte, insieme al Mimit e alla multinazionale dei cavi per energia e in fibra ottica, anche l’azienda che il 30 aprile scorso ha avanzato un’offerta non vincolante per rilevare il sito produttivo di Battipaglia.

Prysmian e Fibre ottiche sud: il caso

Alla luce di quella offerta, Urso aveva sollecitato la disponibilità di Prysmian a “prorogare ulteriormente le attività presso lo stabilimento Fos di Battipaglia almeno per altri tre mesi, al fine di poter approfondire gli aspetti tecnico economici dell’operazione con i proponenti e arrivare a una soluzione che sia la base per il definitivo rilancio del sito”.

Prysmian aveva in precedenza ribadito di voler chiudere lo stabilimento Fos (Fibre ottiche sud) di Battipaglia (Sa), in cui sono impiegati circa 300 dipendenti, indicando la “insostenibilità del business” dovuta a un “costo della produzione” della fibra ottica “pari al doppio del prezzo di mercato”.

Il sito di Battipaglia è “strategico”

La decisione di Prysmian sullo stabilimento Fos di Salerno seguiva il raggiungimento di un accordo per l’acquisizione di Warren & Brown Technologies, società australiana specializzata nei prodotti di connettività per le reti telecom, e dal takeover da 3,9 miliardi di euro nei confronti di Encore Wire, negli Usa. Entrambe le operazioni sono parte della strategia “Connect, to Lead”, che punta a trasformare il gruppo in un solution provider globale in grado di guidare la transizione energetica e la trasformazione digitale. Da questa prospettiva, però, sembra escluso lo stabilimento Fos.

Ma già da prima il Mimit si stava occupando della situazione di Battipaglia e, in occasione del tavolo di crisi dello scorso 15 febbraio, il ministro Urso aveva fatto sapere di avere in corso “tre interlocuzioni per il rilancio del sito” con “due realtà straniere e una nazionale, attive nel settore della fibra ottica”.

“Siamo fortemente impegnati nell’individuare una soluzione per il futuro dello stabilimento produttivo, salvaguardando un’attività ad altissimo valore strategico a cui non intendiamo rinunciare”, ha detto Urso.

Fibra ottica: i nuovi standard tecnici

La richiesta del Mimit di tenere le macchine accese a Battipaglia si basa anche sui nuovi standard tecnici per i cavi in fibra ottica definiti da Agcom, che rendono operativa la norma di legge contenuta nel Dl del 5 dicembre 2022 n. 187 e garantiscono la sicurezza nazionale.

La norma, infatti, ha dato mandato all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di individuare gli standard tecnici per i cavi in fibra ottica a cui devono attenersi gli aggiudicatari dei bandi per la realizzazione dell’infrastruttura di rete, così da assicurare adeguati livelli qualitativi e prestazioni elevate di connettività, come già da tempo previsto dall’amministrazione francese.

L’Agcom, il 24 aprile scorso, ha confermato di aver recepito, all’interno della regola tecnica, quanto richiesto espressamente dal ministro Urso in merito alla necessità di utilizzo della fibra G657 A2 nella rete di accesso secondaria, nel tratto di terminazione fin dentro casa dell’utente e riguardo alla presenza di una certificazione che punti sulla qualità e sulla durata di almeno 20 anni dei prodotti in fibra ottica installati in campo. La regola tecnica è stata invita alla Commissione europea in quanto soggetta a notifica.

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