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Pubblicità ingannevole, stretta di Google contro le speculazioni Covid-19

L’azienda annuncia di aver rimosso decine di milioni di annunci correlati al Coronavirus. Nel 2019 cancellate 2,7 miliardi di inserzioni illecite

Pubblicato il 30 Apr 2020

L. O.

CORONAVIRUS

Guerra alla pubblicità ingannevole, Google alza la guardia nell’emergenza Covid-19. Rimossi negli ultimi mesi “decine di milioni di annunci correlati al coronavirus – fa sapere l’azienda – per violazioni delle regole sui prezzi, in particolare su forniture mediche e dichiarazioni fuorvianti sulle cure”.

Ma è stato tutto il 2019 a vedere una spinta dell’azienda alla lotta alle inserzioni illecite. Nel corso dell’anno, si legge nel rapporto annuale, sono stati cancellati 2,7 miliardi di annunci pubblicitari illeciti (5mila al minuto). Sospeso 1 milione di account di inserzionisti per violazioni delle policy, chiuso 1,2 milioni di account, rimossi annunci da 21 milioni di pagine Web. Sul fronte clickbait e phishing bloccati oltre 35 milioni di annunci.

Strategie a supporto della fiducia degli utenti

Si tratta di un “impegno continuo”, fa sapere l’azienda, “ancora più importante in un periodo di incertezza come quello che stiamo affrontando a seguito dell’emergenza Covid-19”.

“Quando cercano un’informazione, le persone si fidano di Google ed è parte del nostro impegno garantire che si possano fidare anche degli annunci pubblicitari che vedono sulle nostre piattaforme” dice Scott Spencer, Vice President Ads Safety and Security, Google.

L’azienda ha monitorato sin dall’inizio della diffusione del virus “il comportamento degli inserzionisti – dice Spencer – per proteggere gli utenti da annunci fraudolenti o ingannevoli che miravano ad approfittare della situazione critica. Spesso, questi tentativi provengono da soggetti esperti che tentato di aggirare il nostro sistema di controllo attraverso tattiche avanzate”.

Focus in particolare sui servizi finanziari legati al settore immobiliare: “Abbiamo identificato un aumento degli annunci di prestiti personali con informazioni fuorvianti sui termini del prestito. Per contrastare questo fenomeno abbiamo esteso la nostra policy che consente la pubblicazione di annunci relativi ai prestiti solo qualora vengano indicate chiaramente sul sito e sulla app dell’inserzionista tutte le commissioni, i rischi e i benefici, in modo che gli utenti possano prendere decisioni consapevoli”.

Focus sul prezzo delle mascherine

Con l’evolversi dell’emergenza è stato rilevato un picco negli annunci volti a promuovere prodotti molto richiesti come le mascherine. “Annunci di questo tipo – dice l’azienda – spingevano gli utenti ad acquistare prodotti a un prezzo superiore rispetto a quello di mercato, rappresentavano in modo ingannevole la qualità dei prodotti per incentivarne l’acquisto o venivano promossi da venditori che non evadevano gli ordini”.

Realizzate inoltre “nuove tecnologie di rilevamento e per migliorare il nostro sistema di intervento per fermare soggetti malintenzionati – dice ancora Spencer -. I nostri sforzi in questo senso stanno funzionando. Negli ultimi mesi, abbiamo bloccato e rimosso decine di milioni di annunci legati al coronavirus per violazione delle nostre policy, tra cui l’imporre prezzi eccessivi per speculare sulla crisi e sulla mancanza di forniture mediche, dichiarazioni fuorvianti sulle cure, e promozione di sussidi alla disoccupazione illeciti”.

Interventi contro phishing e clickbait

Una delle aree su cui l‘azienda ha acceso i riflettori è il phishing, che cerca di raccogliere informazioni personali degli utenti attraverso una comunicazione ingannevole. “Per esempio – fa sapere Google -, nel 2019 abbiamo visto un numero crescente di malintenzionati prendere di mira persone impegnate nel rinnovo del proprio passaporto. Questi annunci avevano le sembianze di annunci reali di siti per il rinnovo del passaporto, ma il loro obiettivo era indurre gli utenti a fornire informazioni sensibili come il proprio numero di previdenza sociale o della carta di credito”.

Un’altra area comune di abuso è rappresentata dagli annunci “acchiappa-clic” progettati per indurre le persone a interagire attraverso link in evidenza (per esempio, “clicca qui”) spesso disegnati per apparire come avvisi di sistema del computer o del telefono cellulare.

Nel 2019 è stato battezzato un team interno dedicato a queste forme di comunicazione scorretta. “Come risultato – dice l’azienda -, abbiamo visto una diminuzione di quasi il 50% di annunci ingannevoli per queste categorie rispetto all’anno precedente. In totale, nel 2019 abbiamo bloccato oltre 35 milioni di annunci di phishing e 19 milioni di annunci trick-to-click”.

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