NUOVE TECNOLOGIE

Quando fiducia fa rima con innovazione

Il tempo trascorso con gli altri si riduce a beneficio dello scambio sulle community virtuali. I cambiamenti sociologici e psicologici in atto saranno al centro del convegno che si svolgerà a Expo 2015

Pubblicato il 01 Set 2015

Felicia Pelagalli, fondatrice di Culture Srl

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Il n’y a aucun espoir de joie, sauf dans les relations humainesAntoine de Saint-Exupéry.

La vita è relazione. La frequenza dei contatti con gli altri e la qualità delle relazioni interpersonali sono elementi fondanti il nostro benessere e la nostra felicità.

Eppure accade qualcosa di strano. Il tempo trascorso con gli altri, con i nostri amici, si riduce sempre più. Se nel 1993 il 28,2% degli italiani nel tempo libero incontrava i propri amici tutti i giorni, vent’anni dopo, nel 2013, la percentuale scende al 19,5% (Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie: aspetti della vita quotidiana).

E si notano drastiche riduzioni soprattutto tra i giovanissimi: nel 2013 solo il 53% dei ragazzi/e tra gli 11 e i 14 anni ha incontrato gli amici tutti i giorni (era il 70,8% nel non lontano 2005) e il 58,4% tra i 15 e i 17 anni (era il 72,2% nel 2005).

Facebook, Instagram e WhatsApp sembrano dunque aver accolto un bisogno: hanno riempito un vuoto relazionale con nuove forme di contatto, con nuove modalità di amicizia e scambio sociale.

Ma cosa accade nel rapporto con l’altro, nella possibilità di fidarsi dell’altro? Solo il 20,9% degli italiani, dai 14 anni in su, ritiene che “gran parte della gente sia degna di fiducia” e ben il 77,3% dichiara che “bisogna stare molto attenti” (Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie: aspetti della vita quotidiana, anno 2013).

Si fidano meno le donne (19,6%) rispetto agli uomini (22,2%), con un preoccupante calo di fiducia nelle ragazze tra i 20 e i 24 anni (15,4%). Provano più fiducia nelle persone i laureati (31.6%), rispetto ai diplomati (23,3%) o a quelli in possesso di licenza di scuola media (17,7%) o di licenza di scuola elementare/nessun titolo di studio (15%); mentre aumenta la sfiducia nell’altro tra le persone disoccupate o in cerca di nuova occupazione (15,9%) e casalinghe-i (16,6%).

Bassa la fiducia nel sud Italia (17,1) e nelle Isole (17,3) rispetto al centro (22,7%) e al nord (22,8%). Il primato di fiducia nella gente va alla Provincia autonoma di Bolzano (34,5%), Trentino Alto Adige (32,9%), Valle d’Aosta (32,7%), mentre scende di molto in Sicilia (15,3%), Puglia (15,6%) e Campania (17,1%).

È forte il bisogno di ricostruire fiducia tra le persone. È forte la necessità di promuovere una rinnovata cultura di solidarietà e coesione sociale. La fiducia è il sentimento fondante i rapporti e i contratti tra esseri umani. La fiducia è la matrice essenziale della società. È avere aspettative positive in condizioni di incertezza. È pensare di avere un futuro migliore da costruire. Senza di essa il cambiamento e lo sviluppo virtuoso semplicemente non sono possibili.

Fiducia, innovazione e futuro sono parole fortemente correlate. La visione europea 2020-2030 di società digitale 5G prospetta piattaforme di costante comunicazione tra le cose e con gli esseri umani: smart grids, case connesse, intrattenimento, sanità digitale, trasporto sicuro e smart car.

Siamo nello scenario dell’internet delle cose, in città intelligenti, con case connesse, smart working, cittadini costantemente monitorati, nei loro parametri vitali, da orologi e dispositivi indossabili, collegati a “nuvole”, automobili dotate di sensori di percezione dell’ambiente circostante, costantemente connesse a informazioni su strade e traffico, che potranno sempre più fare a meno del guidatore.

Città in cui i consumatori saranno anche produttori di beni e servizi da condividere con gli altri. Non sarà più fondamentale il possesso, ma l’uso comune (come nel car sharing). Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma basato sulla collaborazione, l’apertura e le relazioni orizzontali.

E tutto questo non è pensabile senza avere fiducia nell’altro. Per guardare al futuro dobbiamo innanzitutto ricostruire fiducia nelle relazioni tra persona e persona, tra cittadini e istituzioni, tra consumatori e imprese. Ne parleremo il 23 ottobre al Convegno “InnovaFiducia”, organizzato da Culture in Expo 2015 a Milano.

Una nota finale riguarda la fonte dei dati riportati in questo articolo: tratti da I.Stat la banca dati delle statistiche prodotte dall’Istituto nazionale di statistica. È un interessante esempio di open data che rende le statistiche ufficiali liberamente accessibili a tutti i cittadini per ampliare e costruire conoscenza. Versione di prova suscettibile di miglioramenti nella fruizione del dato.

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