L'INTERVENTO

Ripa: “La fibra è la chiave della trasformazione digitale”

“La cultura digitale non si può fare senza infrastrutture adeguate”: questa la visione dell’Ad di Open Fiber che ha acceso i riflettori sulla necessità di colmare i gap per spingere la diffusione dei servizi evoluti “Coperture teoriche non combaciano con condizioni ideali”

Pubblicato il 04 Ott 2018

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Dotare il Paese di un’infrastruttura in fibra significa abilitarlo alla trasformazione digitale. Se non dotiamo aziende e cittadini di connessioni adeguate ai servizi che vogliamo sviluppare difficilmente possiamo parlare di cultura e competenze”. È questa la vision di Elisabetta Ripa, Ad di Open Fiber.

Dal palco dell’edizione 2018 dell’EY Digital Summit in corso a Capri, la manager ha acceso i riflettori sull’importanza delle infrastrutture. “I dati sulle coperture sono molto positivi eppure qualcosa non torna visto che tutti viviamo la frustrazione di non riuscire a vedere un film su Netflix piuttosto che una partita”. La copertura teorica dunque non combacia con le condizioni ideali, ha evidenziato l’Ad. “L’Italia ha subito e pagato le conseguenze di una limitata competizione infrastrutturale. E gli investimenti fatti di recente coincidono con l’ingresso sul mercato di Open Fiber. È normale che la competizione acceleri gli investimenti e porti a investire nelle aree sia a maggior ritorno sia in quelle dove non c’è sostenibilità”.

Elisabetta Ripa non nasconde le difficoltà di una sfida che comporta il cablaggio di 6753 comuni: “Siamo in fase di progettazione e di avvio dei cantieri. Si tratta di uno sforzo enorme anche in termini di collaborazione con il pubblico, si pensi al delicato tema dei permessi”. Nonostante le difficoltà la manager conferma però la roadmap del piano: “Confermo gli obiettivi al 2023 ossia 19 milioni di unità cablate con un investimento di 6,5 miliardi. Poi bisognerà accelerare l’adozione dei servizi”.

La numero uno di Open Fiber ha evidenziato anche la difficoltà nel reperire competenze adeguate: “Dobbiamo arrivare a 15mila persone dalle attuali 8mila per completare il nostro piano. Abbiamo difficoltà a reperire le risorse. Non le troviamo soprattutto al Nord, più facile al Sud. Il tema delle competenze è un tema della classe dirigente”

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