C’è preoccupazione dalle parti di Google per la sentenza della Corte Ue secondo cui gli Usa non garantiscono la privacy, riconoscendo al contempo agli Stati membri il potere di bloccare il flusso dei dati degli utenti oltreoceano. Eric Schmidt, presidente della holding Alphabet che comprende anche Google, si dice “molto preoccupato” dalla posizione della Corte Ue. Durante una conferenza in California, Schmidt ha spiegato che conferendo potere regolamentare a ogni singolo Stato si potrebbe creare un “internet per ogni nazione. Se ciò accadesse – ha detto secondo quanto riporta Re/Code – perderemmo una delle più grandi conquiste dell’umanità”.
Nell’intervento Schmidt ha parlato anche dell’arrivo di nuove aziende all’interno di Alphabet. Sulla loro entità, “dopo le prime 26 dovremo usare i numeri trascendenti come il pi greco”, ha affermato ironizzando sulle 26 lettere dell’alfabeto inglese. “Ho incontrato gli amministratori delegati delle societa’ di Alphabet esistenti e di quelle proposte. In futuro – ha preannunciato – ci sarà molto da vedere”.
I primi a lanciare l’allarme sugli effetti che la sentenza potrebbe avere sul mercato digitale erano stati gli associati della Ccia (Computer & Communications Industry Association), l’associazione che rappresenta aziende quali Google, Amazon e eBay, tanto per citarne alcuni. “La sospensione del Safe Harbor impatterà negativamente sull’economia europea, colpendo le piccole e medie imprese in particolare e i consumatori che usano i loro servizio”, evidenziava Christian Borggreen, il direttore della Ccia – La regolamentazione si farà molto complicata e anche la negoziazione fra Bruxelles e Washington per stabilire un nuovo accordo per il trasferimento dati fra le parti”, aggiunge Borggreen.