Santoni: “Per la New Wave digitale serve un cambio di passo”

Il presidente di Assinform: “L’Italia deve ritrovare il suo posto tra le maggiori economie definendo priorità di politica industriale per costruire un’offerta competitiva e recuperare i ritardi con una forte spinta innovativa”

Pubblicato il 29 Set 2014

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Il Governo in questa prima fase ha impostato il suo progetto di legislatura lavorando molto sugli aspetti programmatici ed organizzativi, aprendo una stagione di riforme con obiettivi sfidanti che hanno creato notevoli aspettative gettando le basi, nel settore per una New Wave Digitale: grande apprezzamento, grande entusiasmo e grande disponibilità ma è ora di passare dalle parole ai fatti.

Sul fronte istituzionale è finalmente stata definita la governance. Abbiamo un nuovo Statuto per l’Agenzia per l’Italia Digitale, è stato nominato il nuovo Direttore Generale, c’è il Consigliere del Premier su tutta la materia, il Comitato di indirizzo composto con i rappresentanti delle Istituzioni e degli stakeholder dovrà costituire il momento di dialogo, di confronto e di sintesi, i documenti programmatici settoriali stanno cominciando a definire un corollario di politiche industriali e sociali che considerano al posto giusto anche le opportunità del digitale (ad esempio Patto educativo, Patto della salute) ed alcuni interventi di tipo “abilitante” sono in fase di avvio (Spid, Giustizia digitale, fatturazione elettronica, ecc.).

Ha detto bene Alessandra Poggiani: “La digitalizzazione come idea non è una sfida. È una necessità, un imperativo”. Ora, con il contributo di tutti, Istituzioni pubbliche, imprese, cittadini, dobbiamo dar seguito a questa necessità, a questo imperativo. Oggi l’Italia deve ritrovare il suo posto tra le maggiori economie mondiali, definendo priorità di politica industriale per costruire una nuova offerta competitiva e recuperare i ritardi accumulati con una forte spinta innovativa. Crescita, prospettive occupazionali, un nuovo modello sociale, dipenderanno dalla volontà e l’impegno di reinventare il sistema istituzionale ed amministrativo in un ambiente digitale sostenibile, dove imprese, infrastrutture, energia, sanità, giustizia, scuola, sistema finanziario e creditizio, ecc. siano la testimonianza del volto nuovo del Paese.

La carenza di innovazione è “causa ed effetto” del ritardo tecnologico che andiamo accumulando da troppi anni, venendo a mancare la principale leva di sviluppo, di semplificazione, di efficienza, di qualità.

Serve un cambio di passo.

Nel decreto legge cosiddetto “Sblocca Italia” troviamo lo “Sblocca reti” con misure di agevolazione per la diffusione della banda ultralarga. C’è poi lo “Sblocca export”, per la promozione del Made in Italy e dell’Ict Tecnologico italiano affinché diventi anche esso parte dell’immagine del nostro Paese nel mondo. Citerei lo “Sblocca burocrazia” che non può essere letto senza considerare il disegno di legge sulla “Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, che intende semplificare l’organizzazione della PA rendendo più agevoli e trasparenti i rapporti con i cittadini e le imprese. Del provvedimento del ministro Marianna Madia apprezziamo in particolare le misure per accelerare e semplificare i servizi, disciplinarne l’erogazione ai cittadini, assicurando la piena accessibilità online alle informazioni personali e ai documenti in possesso delle amministrazioni pubbliche, effettuare i pagamenti in forma elettronica, riducendo al minimo l’interazione fisica a favore delle modalità telematiche. Siamo altrettanto soddisfatti per il lavoro fatto, anche con il contributo della nostra Associazione, sul Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale di cittadini e imprese (Spid) attraverso il quale presto le pubbliche amministrazioni potranno consentire a tutti gli interessati l’accesso in rete ai propri servizi.

Ce la faremo questa volta ad avere una “svolta” in materia di digitale ?

La mia risposta è sì, se sapremo lavorare insieme pubblico e privato valorizzando il bagaglio di conoscenze e di esperienza che il mondo delle imprese è in grado di offrire, individuando non tutto quello che sarebbe bello fare ma concentrandosi su quello che è possibile fare.

Importante sarà il metodo con cui intendiamo procedere perché la strada da compiere è parecchia, i problemi da risolvere numerosi, le risorse disponibili scarse, il tempo è poco.

Sono quattro i contesti importanti sui quali individuare obiettivi e priorità. Il contesto sociale del cittadino, che vive l’ambiente familiare e quello produttivo, che studia, lavora e trascorre il tempo libero in una comunità basata sulla “cittadinanza digitale”. In questo contesto andranno evitati divide conoscitivi, curando la formazione e le competenze, garantendo l’accesso e tutelando le minoranze e le categorie meno abili. Di grande peso è il contesto istituzionale/amministrativo nel quale le trasformazioni possibili con le tecnologie digitali sono un’occasione irripetibile per ricreare un’immagine positiva delle pubbliche amministrazioni. La trasformazione organizzativa ed i servizi di e-government, la trasparenza e la semplificazione indotte dal digitale, i processi di dematerializzazione e disintermediazione sono altrettante opportunità di efficientamento e modernizzazione. C’è poi il contesto economico dove tutti gli ambiti, i settori ed i comparti produttivi e di business potranno trarre beneficio dalle tecnologie digitali sviluppando percorsi innovativi già ampiamente collaudati nelle economie più avanzate. E da ultimo, ma non ultimo, il contesto tecnologico-infrastrutturale che richiede politiche ed interventi per dare anche all’Italia una adeguata dotazione infrastrutturale, sia in banda larga ed ultralarga che come data center e con elevati livelli di sicurezza, i servizi per i cittadini, le imprese e le stesse amministrazioni pubbliche.

In Assinform ci stiamo concentrando da più di un anno su questi argomenti ed abbiamo organizzato 16 gruppi di lavoro su altrettante tematiche ai quali partecipano oltre 350 tecnici ed esperti di Information Technology messi a disposizione dalle nostre imprese associate.

Stiamo elaborando, anche insieme con Confindustria Digitale, progetti e proposte che vorremmo condividere con il Governo e gli organi a ciò deputati. L’Identità digitale che ogni persona fisica o giuridica deve avere e senza la quale è impossibile realizzare qualsiasi progetto di innovazione tecnologica: non c’è sanità digitale senza pazienti digitali, non può esistere un processo telematico senza avvocati digitalizzati, non potranno diffondersi i servizi on-line della Pubblica Amministrazione. La Cultura digitale che dovrà entrare in ogni casa, in ogni ambiente di studio e di lavoro per essere parte della società e motore dell’economia. La scuola a tutti i livelli dell’istruzione e l’alternanza formazione-lavoro dovranno garantire le competenze necessarie.

L’Habitat digitale”va considerato con attenzione: in casa (domotica), nei mezzi e nelle infrastrutture di trasporto (pubblici e privati), nella “fabbrica” e negli ambienti digitali si dovranno sfruttare tutti i vantaggi che l’Ict può offrire per il benessere, l’efficienza, l’uso razionale delle risorse, ecc.. L’Impresa digitale per realizzare un forte rinnovamento in un Paese come l’Italia con oltre 4 milioni di piccole e medie imprese. Le attività di e-commerce ed e-business, dovranno estendersi in tutti i settori e comparti produttivi, la logistica integrata e l’intermodalità assistite per via elettronica e la nascita di nuove imprese saranno importanti occasioni di ammodernamento e rafforzamento, anche sui mercati internazionali, del cosiddetto manifatturiero piccolo e bello che diversamente rischia di soccombere alle sfide competitive dell’economia globale.

La Sanità online con strumenti e le tecniche di diagnosi e di cura innovativi, la telemedicina, l’assistenza da remoto per accrescere la salute e la qualità della vita con minori costi per la collettività. La PA paperless con margini di miglioramento operativo molto ampi accompagnati dal progressivo switch-off dei servizi e delle transazioni su base cartacea. Un’Amministrazione con la quale dialogare in tempo reale, che funzioni in perfetta interoperabilità a livello centrale e periferico e sia raggiungibile con un’interfaccia unica. Crescente attenzione dobbiamo poi riservare alla produzione, archiviazione e diffusione di Big data, Open data e Contenuti digitali in rete anche per gli aspetti legati alla privacy, alla sicurezza ed alla proprietà intellettuale per consentirne un adeguato sfruttamento che garantisca gli aventi diritto. La Moneta digitale e i servizi elettronici di prossimità la cui diffusione può determinare benefici per i cittadini, per le imprese e per lo Stato per le connesse ricadute in termini “culturali” (come stimolo all’uso delle nuove tecnologie), di trasparenza ed equità e non ultimo per la lotta all’evasione fiscale. Le Infrastrutture Ict intelligenti fisse, mobili e satellitari così come le nuove tecnologie cloud da sviluppare in relazione ai bisogni che man mano si verranno a creare. Il Sistema delle regole, che dovranno adeguarsi al contesto tecnologico in evoluzione.

Possono sembrare molti argomenti ma non sono altro che quelli che hanno già affrontato i Paesi più avanzati, quelli con i quali ci dobbiamo confrontare se vogliamo “Cambiare X Cambiare” con un forte commitment politico-istituzionale in cui le parti sociali intervengono come attori del cambiamento potendone orientare, con scelte condivise, aspettative e ritorni.

Le sfide che ci attendono in materia di digitale sono impegnative e dovremo sentirle nostre a tutti i livelli se vogliamo veramente “Cambiare X Cambiare in meglio!”.

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