Se le Autorità indagano su Facebook e WhatsApp

Trasparenza ed intellegibilità dei termini d’uso delle grandi piattaforme e, più in generale, delle comunicazioni tra queste ultime e gli utenti si confermano un nodo centrale per il futuro del mercato dei servizi online. La rubrica di Guido Scorza

Pubblicato il 16 Nov 2016

Guido Scorza, avv. esperto in Diritto Internet

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Prima l’Autorità Garante per il trattamento dei dati personali e, poi, l’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato, due Autorità con un obiettivo comune: verificare che a seguito dell’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook i diritti degli utenti siano stati rispettati. L’Authority per la privacy, in particolare, ha richiesto a Facebook e WhatsApp chiarimenti in relazione ai dati personali destinati ad essere scambiati tra le due piattaforme.

Quali sono i dati che WhatsApp intende porre a disposizione di Facebook, come ha acquisito o acquisirà il consenso degli utenti a tale comunicazione dei loro dati e per quali finalità i dati degli utenti di WhatsApp potranno essere utilizzati da Facebook, sono le principali questioni inviate a Facebook e WhatsApp. Sono, invece, ben due – diversi ed autonomi – i procedimenti che l’Autorità Antitrust ha avviato nei confronti dei gestori dei due socialnetwork. Un primo procedimento è diretto ad accertare se gli utenti di WhatsApp siano stati “costretti” – o, almeno, illecitamente indotti – ad accettare integralmente i nuovi Termini contrattuali e ciò con particolare riferimento alla condivisione dei propri dati personali con Facebook, facendo credere, con un messaggio all’apertura dell’applicazione, che sarebbe stato, altrimenti, impossibile proseguire nell’uso dell’applicazione medesima.

Un secondo procedimento è diretto, invece, ad accertare l’eventuale vessatorietà di alcune clausole inserite nei “Termini di utilizzo” di WhatsApp: la facoltà di modifiche unilaterali del contratto da parte della società, il diritto di recesso stabilito unicamente per il Professionista, le esclusioni e le limitazioni di responsabilità a suo favore, le interruzioni ingiustificate del servizio, la scelta del Foro competente sulle controversie che, ad oggi, è stabilito presso tribunali americani. Difficile fare previsioni. E’, però, fuor di dubbio che il super socialnetwork risultato dell’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook rischia di vedersi obbligato a riscrivere i termini di servizio e sentirsi ordinare di ridimensionare la condivisione dei dati personali degli utenti tra Facebook e WhatsApp. Senza dire della sanzione che l’Autorità Antitrust potrebbe infliggere a WhatsApp. Trasparenza ed intellegibilità dei termini d’uso delle grandi piattaforme e, più in generale, delle comunicazioni tra queste ultime e gli utenti si confermano un nodo centrale per il futuro del mercato dei servizi online.

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