L'INTERVISTA

Sfida m-payment per Stocard, Santoro: “Loyalty il nostro punto di forza”

La country manager: “A breve il servizio di pagamento mobile. Puntiamo alla dematerializzazione completa del portafoglio fisico”. Ecco la strategia

Pubblicato il 27 Feb 2019

Valeria-Santoro-stocard

Scommessa digital payment per Stocard. Il Mobile Wallet punta sulla crescita e mette in cantiere un servizio di pagamento che debutterà sul mercato italiano a stretto giro. Delle strategie di crescita parliamo con la country manager per l’Italia, Valeria Santoro.

Stocard punta a diventare un servizio di pagamento in tutto e per tutto?

La nostra mission resta quella di voler facilitare la user experience nella gestione delle carte fedeltà, ma forti dei nostri numeri puntiamo ad offrire ai nostri clienti – soprattutto quelli più digital oriented – un servizio a valore aggiunto, la dematerializzazione completa del portafoglio fisico. Si tratta di una assoluta novità sul mercato italiano: un’app che non fa riferimento né a una banca né a un provider di pagamento e che, in più, non è preinstallata negli smartphone.

Una sfida di mercato importante. Che idea vi siete fatti sulla risposta dei clienti?

Facciamo leva sui dati. Il numero di utenti attivi in Italia è arrivato a quota 5 milioni di cui il 90% utenti unici attivi nel mese. L’app viene usata in media oltre 7 volte al mese. Diciamo che la “fedeltà” dimostrata dagli utenti ci fa ben sperare circa la risposta al nuovo servizio. Inoltre l’azienda ha ricevuto un finanziamento da 20 milioni da parte di ​Macquarie Capital​: parte di queste risorse verranno utilizzate per sviluppare appunto il servizio di m-payment.

Uscendo fuori dal discorso del vostro core business, oggi molte app sono nel mirino delle istituzioni per come detengono e gestiscono i dati degli utenti. Voi come siete organizzati?

Stocard è un’app che non richiede registrazione e quindi non detiene alcun dato. Aggiungo che Stocard era pronta e compliant alla Gdpr già dal suo annuncio. Siamo organizzati attorno all’utente: l’utilizzo dell’app e la sua diffusione ci permettono di capire se stiamo percorrendo la strada giusta. Inoltre lavoriamo con il Politecnico di Milano nell’ambito dell’Osservatorio Mobile Btc Strategy e veniamo ritenuti fonte autorevole in tema di loyalty.

Stocard oltre che un’app è anche un’azienda organizzata in maniera innovativa. Lo smart working è un vostro punto di forza?

Più che di smart working parlerei di “agile” working. La filosofia che sta alla base della nostra organizzazione è che l’azienda è fatta di persone che lavorano assieme e si mettono in gioco e non di spazi fisici. Certo, abbiamo degli uffici – se così possiamo chiamarli – in alcuni spazi di coworking a Roma e Milano dove i nostri dipendenti possono andare. Ma proprio perché crediamo che il vero “valore” del lavoro non sia il tempo speso per raggiungere un obiettivo ma il risultato, da “dove” si fa è secondario. Crediamo fortemente nella collaborazione, nello scambio di idee tra le persone e gli spazi di coworking facilitano questa collaborazione.

Una donna al vertice di un’azienda. In Italia sono poche e quando ci sono poche valorizzate. Lei che idea si è fatta?

Se devo fare riferimento alla mia esperienza personale posso dire che la mia tenacia è stata più forte degli ostacoli che ho travolto. E anche quando mi sono trovata davanti ad atteggiamenti, come dire, “ostili”, li ho bypassati continuando a lavorare e mostrando le mie competenze. Ovviamente non per tutte è così: ma le donne ci sono, sono tante e sono brave. Anche nel settore dell’economia digitale.

Crede che le quote rosa possano essere un valido strumento per abbattere il gender gap?

Sono uno strumento ma che deve essere inserito in un grande lavoro culturale che parta dalla scuola e che dica alle ragazze che il digitale è un terreno in cui loro possono giocare ad armi pari. Lo ha capito bene ValoreD che il 2018 ha rinnovato il corso di formazione per le C-level che devono entrare nei cda chiamandolo ‘InTheBoardRoom4.0’ selezionando quindi profili come il mio.

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