LA REVISIONE

Sistri verso tracciabilità solo per rifiuti pericolosi

Il ministero dello Sviluppo economico è al lavoro per rivedere il sistema ed escludere dalla partita le altre tipologie di rifiuti: “Cambiare la norma consentirà un miliardo di euro di risparmio all’anno”

Pubblicato il 25 Lug 2013

L.M.

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Il governo sta per eliminare l’obbligo di tracciabilità (Sistri) per la generalità dei rifiuti, mantenendolo solo per quelli pericolosi: lo ha confermato oggi il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato, che già due mesi fa aveva anticipato l’intenzione di rivedere il sistema.

“Ci sono 300 mila mezzi che ogni giorno si muovono per smaltire rifiuti in Italia – spiega il ministro – e questa revisione permetterà 1 miliardo di euro di risparmio all’anno: sulla direttiva europea che ha introdotto il Sistri ci siamo comportati con una procedura che in gergo viene chiamata di ‘Gold Plating’, estendendo l’obbligo a tutti i rifiuti e non solo a quelli pericolosi”. Ma in questo caso, ha aggiunto il responsabile del dicastero, “l’Italia ha scelto di adottare norme più gravose rispetto ai vincoli europei, in maniera illogica”. Ora però “stiamo studiando l’eliminazione del Sistri per i rifiuti che non sono pericolosi e la porteremo a casa presto” ha concluso.

Già il 23 maggio scorso il responsabile del dicastero dello Sviluppo aveva dichiarato che il sistema del Sistri, così com’è attualmente, rappresenta “un caso emblematico di ingiustificato aggravio” per le imprese. “Estendendo la tracciabilità dei rifiuti pericolosi anche a tipologie diverse e non pericolose – aveva aggiunto – siamo stati più realisti del re. Il nostro sistema va semplificato, a partire proprio dal perimetro di applicazione, per far sì che non rappresenti un ostacolo ingiustificato all’attività imprenditoriale”.

La posizione di Zanonato sul Sistri di fatto annulla quanto stabilito dall’ex ministro all’Ambiente Corrado Clini, che con decreto firmato il 20 marzo scorso stabiliva l’entrata in vigore del sistema di tracciabilità dei rifiuti, pubblicato poi in Gazzetta ufficiale lo scorso 19 aprile. L’entrata in vigore del sistema per le grandi aziende era stata fissata al 30 aprile.

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