TRACCIABILITA' RIFIUTI

Zanonato: “Sistri è un aggravio, sistema va rivisto”

Il ministro allo Sviluppo Economico boccia il sistema di tracciabilità dei rifiuti e annuncia cambiamenti in tandem con il titolare dell’Ambiente Andrea Orlando

Pubblicato il 23 Mag 2013

Paolo Anastasio

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Vanno eliminate “le zavorre” che pesano sulle imprese e tra queste, va rivisto il sistema del Sistri che rappresenta “un caso emblematico di ingiustificato aggravio”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, nel suo intervento all’assemblea di Confindustria (qui il testo integrale). “Estendendo la tracciabilità dei rifiuti pericolosi anche a tipologie diverse e non pericolose, siamo stati più realisti del re – ha aggiunto Zanonato – Il nostro sistema di tracciabilità va semplificato, a partire proprio dal perimetro di applicazione, per far sì che non rappresenti un ostacolo ingiustificato all’attività imprenditoriale. Insieme al ministro Andrea Orlando (Ambiente ndr)abbiamo concordato la necessità di rivedere l’attuale sistema e la possibilità di introdurre un regime più agile allineato alle prassi europee”.

Per quanto riguarda il digitale, il ministro del Mise ha ribadito che “la leva digitale può essere uno straordinario strumento di trasparenza e di semplificazione e riduzione dei costi e dei tempi – ha detto – Per questo è fondamentale accelerare l’attuazione dell’Agenda Digitale e individuare un unico punto di coordinamento“. Posizione da tempo sostenuta dal Corriere delle Comunicazioni

Il ministro ha aggiunto che il governo si impegna a destinare i primi finanziamenti già a settembre per investimenti in ricerca e sviluppo con le risorse del Fondo per la crescita sostenibile presso il ministero dello Sviluppo economico: “Occorre predisporre strumenti finanziari in grado di far leva su risorse pubbliche e private per la realizzazione di grandi progetti paese nel campo della ricerca e dell’innovazione”, ha aggiutto Zanonato citando settori come l’Agenda digitale, la chimica, la riconversione di siti industriali, la filiera della salute.

“Su questi temi – ha detto – intendiamo orientare il Fondo per la crescita sostenibile recentemente istituito presso il ministero”. “Siamo già al lavoro per attivare nuovi meccanismi finanziari che prevedono la partecipazione della Cassa depositi e prestiti e dalla Bei. Intendiamo utilizzare una parte importante delle risorse del Fondo, attualmente 700 milioni di euro, come garanzia, creando così un effetto leva in grado di attivare un volano di investimenti per circa 5 miliardi di euro”, ha aggiunto Zanonato per il quale “avviare i primi finanziamenti a partire da settembre non è irrealistico”.

La posizione di Zanonato sul Sistri di fatto annulla quanto stabilito dall’ex ministro all’Ambiente Corrado Clini, che con decreto firmato il 20 marzo scorso stabiliva l’entrata in vigore del sistema di tracciabilità dei rifiuti, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 19 aprile, che fissava al 30 aprile l’entrata in vigore del sistema per le grandi aziende.

Il progetto Sistri viene così interrotto, dopo che poco più di un mese fa l’inchiesta della procura di Napoli ha portato in carcere 22 persone per presunte tangenti e false fatturazioni. Il 17 aprile la Guardia di Finanza ha arrestato 22 persone nell’ambito di un’inchiesta sul nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti Sistri, gestito da Selex Service Management (società del gruppo Finmeccanica) e che dovrebbe partire definitivamente da ottobre prossimo, con un ritardo di due anni. L’inchiesta, condotta dal Nucleo polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli e coordinata dalla Procura partenopea, riguarda il presunto pagamento di tangenti versate su conti esteri. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere finalizzata all’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, alla corruzione di pubblici ufficiali e dichiarazioni fraudolente.

Tre delle ordinanze di custodia sono in carcere, 19 agli arresti domiciliari. Nel provvedimento anche quattro obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e sequestri preventivi per oltre 10 milioni di euro. Tra gli arrestati, ai domiciliari, anche l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio per l’editoria Carlo Malinconico, che nel gennaio 2012 si dimise dal governo Monti perché accusato di aver soggiornato in un albergo lussuoso a spese di un imprenditore coinvolto in un’inchiesta.

Sono finiti in carcere invece gli imprenditori Sabatino Stornelli, ex amministratore delegato di Selex Service Management del gruppo Finmeccanica, suo fratello Maurizio Stornelli e l’imprenditore campano Francesco Paolo Di Martino, presidente della società Eldim Security.

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