Dario Franceschini adeguerà le tariffe sull’equo compenso. L’annuncio è arrivato oggi in occasione dell’audizione dei player di settore presso il ministero dei Beni Culturali. “Ho auspicato fino alla fine che i player di settore trovassero un accordo – ha detto il ministro – ma ho preso atto della distanza ancora esistente tra le differenti posizioni e dunque dovrò comunque emanare, anche in assenza di un’intesa, il relativo decreto ministeriale, così come previsto dalla legge”.
Sulle decisioni di Franceschini non ha dunque pesato la conclusione del report realizzato da Quorumsas e commissionato dal suo precedessore, Massimo Bray che rileva una scarsa diffusione in Italia della copia privata. Ma sul report in Rete serpeggiano polemiche sulle modalità di realizzazione del sondaggio. Secondo Enzo Mazza, presidente Fimi, si tratta di unostudio parziale perchè “fondato solo un campione di italiani che usano internet come fonte acquisizione contenuti, lasciando fuori tutti gli altri. A cominciare da chi – e sono in tanti – che comprano cd e dvd originali e poi scelgono di copiare il contenuto su supporti diversi: pc, smartphone o tablet che siano”.
“L’abitudine a creare, almeno sistematicamente, una seconda copia del materiale acquisito – si legge nello studio reso noto soltanto oggi – è relativamente poco diffusa (13,5%, che sale al 20,3% tra gli ‘utilizzatori frequenti’), tanto che il 20,3% del campione dichiara di non far uso di copie private…e nel caso in cui comunque si faccia copia privata, come prevedibile, è sempre il personal computer il principale dispositivo attraverso il quale si generano le nuove copie (69,4%), che vengono di solito salvate su un supporto fisico (63,4%)”.
“La base d’azione del ministro – ha spiegato al Corriere delle Comunicazioni, Fulvio Sarzana, esperto di diritto di Internet e presente all’incontro odierno – è la norma della legge che recepisce il decreto legislativo 68/2003 che norma appunto la copia privata e non i risultati dello studio. Con queste premesse gli aumenti appaiono inevitabili”.
“O si cambia la norma di legge – ha sottolineato quindi il ministro durante l’incontro – oppure l’adeguamento tariffario va fatto soprattutto tenuto conto che andava modificato già nel 2012. Siamo due anni in ritardo”.
“Il ministro dovrà incontrare il comitato permanente consultivo sul diritto d’autore presieduto da Paolo Marzano – avverte Sarzana – prima di varare il decreto che aggiorna quello formato da Bondi nel 2009”.
Enzo Mazza auspica ehc il provvedimento sia varato in tempi brevi “tenuto conti anche delle osservazioni emrese negli incontri tra ministeri e player”. Il presidente della Fimi ricorda poi l’equo compenso, oltre a doversi adeguare per i termini delle legge italiana, è compatibile con la normativa comunitaria. “Nella vicina Francia, dove lo streaming musicale rappresenta il 43 % del digitale, contro il 18 % dell’Italia il compenso – spiega – è stato adeguato al rialzo, su smartphone e tablet dal 1 gennaio 2013, proprio nella fase di massima espansione dei servizi streaming”.
Nel listino Siae l’equo compenso per smartphone passa da 0,9 a 5,2 euro; tablet da 1,9 a 5,2 euro; Smart tv (nuovo inserimento) a 5 euro: computer con masterizzatore da 2,4 a 6 euro; computer senza masterizzatore da 1,9 a 6 euro; memorie trasferibili da 0,5 a 0,9 per Gigabyte; Hd-Dvd da 0,25 per Gigabyte alla soppressione; Dvd da 0,41 a 0,21 euro per Gigabyte; Blu Ray da 0,41 a 0,20 per 25 gigabyte.
Con l’annuncio di oggi il titolare del Mibact, dunque, ribadisce la sua posizione. Anche nelle scorse settimane Franceschini aveva annunciato che l’equo compenso per copia privata, scaduto nel 2012, sarebbe stato aggiornato come previsto dalla legge. Lo ha assicurato il ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, presentando alla stampa i nuovi componenti del Consiglio Superiore dei Beni culturali. “La prossima settimana faremo un tavolo con tutte le parti interessate – diceva presentando alla stampa i nuovi componenti del Consiglio Superiore dei Beni culturali – e poi prenderò una decisione. Probabilmente mi prenderò fischi da tutti, perché così accade quando si devono fare mediazioni di questo genere, ma io ho un obbligo di legge, cioè rivedere quelle tabelle che sono del 2009 e che dovevano essere aggiornate nel 2012”.
Franceschini aveva poi sottolineato: “Dobbiamo mettercelo tutti in testa, perché in Italia questa consapevolezza non c’è: il diritto d’autore è quello che consente la libertà all’ artista, quello che gli garantisce il suo spazio di creatività. Il diritto d’ autore è stato uno dei temi centrali dell’ incontro della scorsa settimana dei ministri della Cultura dell’ Ue ed è in cima all’ agenda europea, perché tutte le nuove tecnologie comportano questioni attinenti il diritto d’ autore”.