Startup italiane a lezione da Zuckerberg: “Ecco cosa ci ha detto”

Zecchini cto di Musement, e Portu ceo di Doveconviene, hanno incontrato a Roma il ceo di Facebook. Il loro racconto a CorCom, fra consigli per lo sviluppo del business e un confronto sull’ecosistema italiano delle imprese innovative

Pubblicato il 02 Set 2016

Andrea Frollà

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Fare una chiacchierata con il fondatore di Facebook non capita tutti i giorni e sicuramente non a tutti. Durante la sua visita romana, passata fra una corsa al Colosseo, un incontro con gli studenti della Luiss e altri confronti istituzionali, Mark Zuckerberg ha scelto di passare del tempo con alcune startup italiane.

Le due imprese innovative che hanno avuto questa possibilità sono DoveConviene, piattaforma digitale di volantini e cataloghi georeferenziati, e Musement, il servizio che permette di scandagliare l’offerta culturale e di intrattenimento in molte città sparse nel mondo e di prenotare biglietti in pochi secondi, che a CorCom raccontano le battute scambiate con il ceo del social network e i consigli ricevuti.

Fabio Zecchini, co-founder e cto di Musement

“Il roundtable è stato introdotto da Mark per discutere in che modo Facebook può aiutarci a far crescere il nostro business sia in termini di nuovi prodotti che miglioramenti degli esistenti – racconta Fabio Zecchini, cto e co-founder di Musement -. Quindi si è parlato di OpenGraph API, setting di privacy per la creazione dei gruppi privati sul social e delle diverse modalità di interazione con Messenger tramite i chat bot, nuovi touch point e dinamiche di attribuzione sulla campagne marketing tramite Facebook Ads”.

“Ci ha chiesto com’è fare gli imprenditori digitali in Italia e creare da qui multinazionali digitali che operano nel mondo – aggiunge Stefano Portu, ceo di DoveConviene -. Ha confermato nella chiacchierata che, benché quello americano sia ecosistema principe per innovazione, anche lì per raccogliere risorse la competizione è altissima e dura”.

Stefano Portu, ceo di Doveconviene

Il consiglio di Zuckerberg agli startupper, svelano Zecchini e Portu, è stato “puntare molto sul team, lavorare molto sul prodotto e perfezionarlo continuamente”, ma anche “tenere la soluzione a un problema reale sempre al centro della missione dell’azienda”. Senza dimenticare quanto detto già agli studenti della Luiss: “Capire come lasciare un segno nel mondo e continuare sempre a inseguire gli obiettivi, a prescindere dalle difficoltà che si incontrano”.

Spazio anche per qualche giudizio sull’ecosistema italiano delle startup, che secondo Zuckerberg deve far leva sul fatto che “gli Italiani sono creativi, appassionati e molto ben preparati sotto tutti i punti di vista, non solo tecnologici”. Rispetto a Tim Cook, incontrato nel giorno dell’annuncio del campus di Napoli firmato Apple, Zecchini sottolinea che “Cook è principalmente un uomo di finanza e di numeri”, mentre il numero di Facebook “è molto legato al prodotto ed alle singole features che servono per migliorarlo”. Le differenze tra i due, sottolinea Portu, anche lui presente all’incontro con Coock, “sono tante ma si somigliano per la cultura vera dell’innovazione: ascolto, domande, numeri, interesse vero per realtà chiaramente più piccole, ma che nella velocità con cui crescono nascondono evidentemente intuizioni importanti, che il vero innovatore vuole sempre e comunque capire”.

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