INNOVAZIONE

Supercomputer, è italiano il quarto più potente al mondo

Leonardo, la “macchina” del Cineca, brucia i tempi e debutta nella Top500 della classifica globale già alla vigilia dell’installazione presso il Tecnopolo di Bologna. Confermato il ruolo dell’Italia come asset strategico nella costruzione dell’ecosistema Hpc europeo. Obiettivo l’accelerazione di nuove applicazioni in ambito scientifico e industriale, sanitario e meteorologico. Al primo posto l’americano Frontier

Pubblicato il 15 Nov 2022

Screenshot 2022-11-15 alle 14.17.02

Il “battesimo” avverrà il 24 novembre al Tecnopolo di Bologna. Ma Leonardo, il supercomputer del Cineca, brucia i tempi e incassa già il quarto posto nella Top500 dei supercomputer più potenti al mondo. Al primo posto l’americano Frontier, al secondo il giapponese Fugaku, al terzo il finlandese Lumi. Il “cervellone” italiano è uno dei tre sistemi pre-exascale dell’impresa comune EuroHPC Joint Undertaking e conferma il ruolo dell’Italia come asset strategico nella costruzione dell’ecosistema Hpc europeo. Porte aperte a nuove applicazioni in aree come intelligenza artificiale e medicina personalizzata, fonti di energia rinnovabile, progettazione di farmaci e materiali, bioingegneria, previsioni meteorologiche e lotta al cambiamento climatico.

La performance di Leonardo

L’annuncio arriva dall’SC22, la più importante conferenza internazionale per l’High Performance Computing, in corso a Dallas (Texas) dove Leonardo, co-finanziato da EuroHpc JU e dal ministero dell’Università e della ricerca, ha raggiunto una performance misurata di High-Performance Linpack (HPL) di 174,7 petaflop.

WHITEPAPER
Semplifica e accelera il Customer Journey nel Retail con l’AI
Machine Learning
Marketing analytics

Ma oltre a Leonardo, Cineca è presente anche con Marconi100, al 24° posto. Inoltre, il Consorzio gestisce il supercomputer di Eni Hpc5, al 13° posto, il più potente tra i sistemi dedicati alle applicazioni industriali.

Il biglietto da visita del “cervellone” del Cineca

Il sistema Leonardo è fornito da Atos. Leonardo è composto da due moduli di calcolo principali: un modulo booster, che è stato implementato nell’ottobre 2022, il cui scopo è massimizzare la capacità computazionale tramite Gpu basate su Nvidia Ampere, e un modulo Data Centric, che sarà pronto nel 2023, con l’obiettivo di soddisfare un gamma più ampia di applicazioni tramite Cpu Intel Sapphire Rapids. Il modulo booster appena rilasciato ha raggiunto un HPL di 174,7 Petaflops.

Il sistema entrato in classifica non è ancora completo. L’installazione di Leonardo non si è ancora conclusa, infatti, Cineca e Atos prevedono di migliorare le prestazioni di Leonardo fino a raggiungere 240 Petaflops HPL nelle prossime settimane.

Nella co-progettazione di un’architettura potente ed efficiente per supportare i ricercatori, è stata valutata anche la questione della sostenibilità. Tutte le soluzioni tecnologiche utilizzate sono state valutate anche dal punto di vista del loro impatto ambientale, in particolare, le tecnologie utilizzate per il raffreddamento delle sale del supercomputer e del datacenter.

L’ecosistema EuroHpc a supporto della ricerca

Il progetto fa parte delle azioni che l’Unione europea sta mettendo in atto per sostenere la diffusione dell’High Performance Computing come forza trainante per la crescita e l’innovazione. Il 50% della potenza di calcolo generata da Leonardo sarà infatti a disposizione degli istituti di ricerca e delle università italiane; il resto sarà utilizzato dai ricercatori europei.

Secondo Anders Dam Jensen, direttore esecutivo EuroHpc JU, “due supercomputer EuroHpc classificati tra i quattro supercomputer più potenti al mondo sono una forte testimonianza del fatto che l’EuroHpc Joint Undertaking sta raggiungendo i suoi obiettivi. Lumi e Leonardo sono entrambi sistemi pre-exascale di alta gamma e saranno disponibili per la ricerca e l’industria europee per innovare e migliorare la qualità della vita dei cittadini, sostenendo ulteriormente la sovranità digitale dell’Europa”.

Spinta italiana al supercalcolo

“Cineca è molto orgoglioso del risultato raggiunto da Leonardo nella lista Top500 – dice Francesco Ubertini, Presidente del Cineca –. Questo traguardo premia l’impegno del Consorzio, che da oltre cinquant’anni sostiene la ricerca tramite il calcolo ad alte prestazioni, e conferma il ruolo dell’Italia come asset strategico nella costruzione dell’ecosistema Hpc europeo. I supercomputer come Leonardo sono in grado di fornire la potenza computazionale necessaria per modellare, simulare e quindi aiutare a comprendere fenomeni complessi”.

“Il supercalcolo rappresenta oggi un fattore di spinta decisivo nella competizione economica, e non solo – dice David Vannozzi Dg di Cineca –. Per questo Cineca si configura come hub europeo di riferimento per questo nuovo tipo di approccio ai big data, poiché le applicazioni di Leonardo sono sostanzialmente illimitate e possono essere messe a disposizione del decisore politico in tempo reale”.

Bonaccini: “Data Valley piattaforma per i big data”

“La performance presa a riferimento per la lista Top500 si riferisce ad una frazione del 70% dell’intero sistema, a conferma dell’alto valore del risultato raggiunto – spiega Sanzio Bassini, Direttore del Dipartimento HPC del Cineca –. Il sistema Leonardo, a differenza dei sistemi di calcolo ad alte prestazioni di fascia alta classificati nella Top500, è progettato per fornire ai ricercatori pubblici e privati europei e italiani un sistema Hpc ad alta produttività, in grado di sostenere prestazioni di fascia alta, come dimostrato dal posizionamento del sistema al quarto posto a livello mondiale”.

Secondo Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, “la Data Valley dell’Emilia-Romagna è sempre di più una piattaforma internazionale dei Big data, del digitale e delle nuove tecnologie al servizio della crescita sostenibile, dell’innovazione e dello sviluppo umano, al servizio del nostro territorio ma, soprattutto, del Paese e dell’Europa. Vogliamo attirare qui conoscenze, professionalità e talenti, in un ecosistema che vede insieme università, centri di ricerca e sistema produttivo, al lavoro su obiettivi condivisi nel Patto per il Lavoro e per il Clima con tutte le parti sociali”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 3