SCENARI

Tecnologia e deflazione, vincono i consumatori

Il principale driver è l’emersione dei big data, ovvero la possibilità di utilizzare a basso costo un numero sterminato di informazioni. La rubrica di Edoardo Narduzzi

Pubblicato il 16 Set 2016

Edoardo Narduzzi

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I prezzi al consumo non accennano alcun rialzo. Nonostante la massa monetaria aggiuntiva stampata dalle banche centrali con i tanti quantitative easing, l’inflazione non solo non cresce ma decresce. Siamo in deflazione, non ovunque ma i molti mercati avanzati tra i quali l’Italia. Per chi pensa che la deflazione possa essere un fenomeno transitorio del capitalismo contemporaneo forse è bene sottolineare qualche aspetto originale del mondo nel quale viviamo.

Oggi il principale driver della deflazione non è tanto l’innovazione tecnologica legata all’hardware, quanto l’emersione dei big data. La legge di Moore, dal nome dell’ingegnere co-fondatore di Intel, parlava di un raddoppio della capacità processiva ogni diciotto mesi innescata dai processori di silicio. Una legge che ha retto empiricamente per anni prima di essere scavalcata dall’avvento degli smartphone e dei tablet.

Ma sono i big data il fenomeno emergente più importante da analizzare per provare a capire la logica del mondo deflattivo col quale dobbiamo prepararci a convivere. I big data, cioe’ la possibilità di poter gestire ed utilizzare a basso costo un numero sterminato di dati, offrono ad imprese e consumatori una occasione forse attesa da sempre: poter avere quasi gratis o comunque low cost qualsiasi tipo di informazione desiderino. Ogni correlazione, ogni analisi o statistica diventa a portata di portafoglio. La materia prima più preziosa dell’economia di mercato, l’informazione, è così producibile senza praticamente alcun costo. E’ la deflazione che entra in maniera stabile e permanente nel motore della produzione e lascia capire perché la stagione dei tassi di interesse negativi è destinata ad andare avanti a lungo.

Per le banche commerciali la stagione dei big data non significa soltanto che potranno utilizzarli per profilare meglio i clienti, ma, soprattutto, vuole dire che devono imparare a convivere con un contesto strutturalmente deflattivo nel quale i margini di interesse sono minori. Con la tecnologia hanno vinto i consumatori e perso gli intermediari e un capitalismo con meno o senza intermediari è, per definizione, low cost e deflattivo.

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