IL TAKEOVER

Twitter, Musk affila le armi e cede azioni Tesla per 4 miliardi di dollari

La vendita, subito dopo l’ok del consiglio di amministrazione del social che ha accettato l’offerta di acquisizione, risulta dai documenti pubblicati dalla Sec. Sul deal si esprime anche il ministro Colao: “Temo commistioni sulle informazioni, ma l’Ue ha regole chiare”

Pubblicato il 29 Apr 2022

A. S.

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Qualche giorno dopo il crollo delle azioni Tesla a Wall Street che si è registrato all’inizio della settimana è possibile ricostruire i fatti e capire le dinamiche che hanno portato allo scossone. Stando ai documenti in possesso della Sec, la Stock Security and Exchange Commission statunitense, authority che vigila sulla Borsa, Elon Musk avrebbe venduto tra martedì 26 e mercoledì 27 aprile circa 4,4 milioni di azioni di Tesla, per un valore complessivo superiore ai 4 miliardi di dollari. Un sommovimento che avrebbe innescato un effetto a catena sui mercati e che potrebbe contribuire a spiegare il forte calo che il titolo della casa di auto elettriche fondata dallo stesso Musk, che ne deteneva all’inizio della settimana circa il 17% del capitale, e nelle cui mani oggi rimangono ancora 168 milioni di azioni della società automobilistica.

La liquidità ottenuta da Elon Musk con la vendita delle azioni Tesla potrebbe servire, secondo gli analisti, a contribuire al finanziamento del takeover su Twitter: l’offerta da 44 miliardi di dollari del tycoon è infatti stata accettata dal board del social network il 25 aprile, e ora dovrà passare dall’assemblea degli azionisti. Musk intanto dovrà mettere insieme tutti i finanziamenti del caso, anche tramite debito, per rilevare la società.

L’accordo per il passaggio di mano del social network prevede tra l’altro una penale “incrociata” se non si dovesse arrivare al closing: sarà Twitter a dover pagare se gli azionisti non dessero il via libero definitivo all’accordo, mentre Musk dovrà rispondere nel caso di un eventuale fallimento dell’operazione se non dovesse riuscire a raccogliere i capitali necessari.

Il fondatore di Tesla è tra l’altro intervenuto proprio con un tweet per rassicurare gli investitori: “Non ci sono più vendite di azioni Tesla previste dopo oggi”, aveva precisato ieri dopo che la Sec aveva pubblicato i documenti.

Sul futuro di Twitter prosegue tra l’altro il dibattito che coinvolge anche le più alte cariche istituzionali. Oggi sul tema è intervenuto il ministro dell’Innovazione del governo italiano, Vittorio Colao: “Forse sarò un po’ vecchia scuola, trovo che la distribuzione di notizie e di tutto ciò che forma l’opinione pubblica e che crea il consenso pubblico è una cosa delicata, una cosa importante, un pilastro della democrazia. Temo molto le commistioni – ha affermato Colao – Detto questo, abbiamo delle regole. Stiamo passando in questi giorni, in Europa, un Digital service Act, abbiamo fatto un Digital market Act per garantire la concorrenza, ci saranno una serie di altri interventi che regoleranno questo mondo e quindi mi allineo a quello che ha detto il commissario Breton, che ha detto ‘tutto bene, basta che si ricordi che le regole le fanno le istituzioni, non le fanno i tycoons’”.

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