SOCIAL NETWORK

Twitter vale 10 miliardi di $, Wall Street più vicina

Secondo gli analisti Usa il social network potrebbe presto sbarcare in Borsa. Con risultati migliori di quelli incassati da Facebook

Pubblicato il 27 Feb 2013

Veronica Benigno

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Gli utenti che inviano i tweet dal cellulare non ci pensano neanche, ma anche il social network più alla moda ha un valore. Stiamo parlando di Twitter, e delle stime che avrebbero valutato il suo peso in ben 10 miliardi di dollari. Diversi analisti stanno osservando le performance della piattaforma di micorblogging, e a nessuno di questi è sfuggito il successo della sua strategia commerciale, tanto da arrivare a paragonare l’ascesa di Twitter ai primordi di Google.

Nei suoi sette anni di attività, il social network fondato da Jack Dorsey ha abbracciato il mondo della pubblicità solo durante gli ultimi tre, proponendo principalmente il sistema dei “tweet sponsorizzati”, ovvero degli spot in 140 caratteri che appaiono fra gli aggiornamenti mentre l’utente consulta i cinguettii da smartphone o tablet. Questa scelta poco invasiva, stando alle analisi di eMarketer, porterà i guadagni netti di Twitter oltre il miliardo di dollari entro il 2014.

Non va sottovalutato, inoltre, l’impatto sociale di questo social network, che si è rivelato particolarmente adatto al mondo dell’informazione e dell’intrattenimento. Non solo migliaia di giornalisti twittano scoop in ogni angolo del mondo, ma moltissimi affidano ai cinguettii anche i commenti di grandi eventi sportivi, televisivi, cinematografici, politici e di costume.

Dennis Berman del Wall Street Journal ha escluso che l’effettivo valore di Twitter sia oggi così alto, ma ci sono tutti gli elementi perché lo raggiunga in breve termine. Secondo il Pew Research Center, gli iscritti sul social network sono aumentati del 40% solo negli ultimi mesi del 2012. Continuando a questi ritmi, sarà possibile guadagnare 3,5 miliardi di dollari all’anno: Google ne tirava su 4 nel 2004. In più, in questi mesi si è lavorato molto per implementare sistemi di accesso semplice e rapido agli inserzionisti, che potrebbero così approfittare di piattaforme automatiche per le loro campagne.

L’unico ostacolo potrebbe essere la natura diversa degli utenti. Mentre su Google molti navigano con l’intento di comprare qualcosa, non altrettanto può dirsi dei twittatori. Ecco perché la pubblicità a un certo punto potrebbe affievolirsi. Intanto però ci sono le premesse perché funzioni, e non è escluso – secondo diversi osservatori – che arrivi presto la quotazione in Borsa, forse con risultati migliori rispetto a quelli di Facebook.

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