L'OPERAZIONE

Uber rilancia sul food delivery, nel mirino Grubhub

La startup californiana soffre per il drastico calo delle attività di ride hailing legato alla pandemia. E ora è pronta a comprarsi una delle maggiori società Usa delle consegne di cibo a domicilio. Obiettivo: potenziare Uber Eats e diventare un big del settore

Pubblicato il 13 Mag 2020

Patrizia Licata

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Uber è entrata in trattative per comprare Grubhub, azienda americana che gestisce una piattaforma online per il food delivery: lo riportano Bloomberg e Reuters in base a fonti vicine all’operazione. Si tratterebbe di un all-stock deal, ma Uber e Grubhub non avrebbero ancora trovato l’accordo sulla proporzione tra le rispettive azioni per chiudere l’operazione.

Uber cerca il merger, secondo i commentatori Usa, per rafforzare la sua attività nella consegna di cibi a domicilio, Uber Eats, che è in perdita, e competere meglio con i rivali, in particolare il leader del mercato americano DoorDash. L’azienda californiana, la cui attività core è rappresentata dal ride hailing, soffre gli impatti del coronavirus, che ha ristretto fortemente le chiamate per avere passaggi sui suoi “taxi” privati, e vuole cavalcare invece il forte sviluppo del food delivery innescato dalle misure di lockdown.

Consolidamento sul mercato Usa

Questa acquisizione dimostra che Uber non prevede una rapida ripresa per il ride hailing e vuole provare a spostare gli equilibri tra le sue attività. “Sarebbe una mossa aggressiva da parte di Uber quella di comprarsi un importante concorrente di Uber Eats e consolidare la sua posizione di mercato“, hanno scritto gli analisti di Wedbush in una nota ai clienti.

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L’eventuale merger potrebbe trasformare “l’affollato mercato statunitense del food delivery in una gara tra due giganti”, secondo l’analista Angelo Zino di CFRA Research.

Né Uber né Grubhub hanno confermato quelle che hanno definito “speculazioni” di mercato; tuttavia Grubhub ha affermato che “il consolidamento nella nostra industria ha una sua logica”.

Negli Stati Uniti l’azienda del food delivery DoorDash controlla il 42% del mercato in termini di fatturato a marzo 2020, mentre Grubhub ha il 28% e Uber Eats il 20%, stando ai dati della società di analytics Second Measure.

Il valore della transazione Uber-Grubhub non è stato svelato dalle fonti confidenziali della stampa Usa, ma la capitalizzazione di mercato di Grubhub è di 4,3 miliardi di dollari, mentre Uber è valutata circa 55 miliardi, secondo Refinitiv.

La strategia di Uber

I ricavi di Uber Eats nel primo trimestre dell’anno sono aumentati di oltre il 50% a 819 milioni di dollari grazie alle misure di lockdown che hanno imposto la chiusura dei ristoranti e spinto più consumatori a usare le app per le consegne di pasti a casa. Il servizio, lanciato nel 2014, è disponibile in più di 6.000 città in tutto il mondo ma pesa sulla redditività di Uber, già messo alla prova dalle spese di marketing ed espansione internazione e dagli incentivi a autisti e rider. A inizio mese Uber ha infatti chiuso le operazioni di Uber Eats in otto paesi, mentre a gennaio ha venduto la sua attività della consegna di cibi in India alla rivale locale Zomato.

Uber sta intanto trattando un investimento di 170 milioni di dollari in Lime, azienda statunitense di noleggio dei monopattini elettrici in difficoltà a causa della pandemia, che potrebbe poi trasformarsi in una acquisizione, secondo indiscrezioni raccolte dai media Usa. L’opzione di un’acquisizione potrebbe scattare fra il 2022 e il 2024, con un prezzo prefissato nell’accordo. Intanto, con l’investimento in Lime, Uber potrebbe cominciare a trasferire tutte le sue attività relative a monopattini elettrici e biciclette che l’azienda di ride-hailing ha acquistato nel 2018 incorporando la startup Jump.

A febbraio, prima dell’emergenza Covid-19, Uber ha dato segnali di ottimismo sui conti, anticipando di un anno l’obiettivo di generare utili: il Ceo Dara Khosrowshahi, nel commentare con gli analisti i risultati del quarto trimestre 2019, ha indicato che l’azienda sarà profittevole già nel quarto trimestre del 2020, e non a fine 2021 come indicato in precedenza. Spetta al management garantire una così perfetta execution, anche considerato che la società nata a San Francisco prevede una perdita Ebitda adjusted per il full year 2020 compresa tra 1,25 miliardi e 1,45 miliardi di dollari. Ma Khosrowshahi ha garantito che Uber taglierà i costi, aumenterà la fidelizzazione dei clienti, cercherà di far crescere i servizi premium e spingerà sulla crescita della divisione food delivery.

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