LE STIME

Vivendi, previsto utile in crescita. Ma il faro del mercato è su Premium

Dopodomani il cda della media company chiamato ad approvare il bilancio al 30 giugno. Gli analisti prevedono ricavi a crescita zero ed Ebitda a 351 milioni. Cresce l’attesa per i chiarimenti sul dossier Mediaset

Pubblicato il 23 Ago 2016

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Ricavi stabili a quota 2,6 miliardi e utile netto in lievissimo aumento (+1%) a 192,6 milioni. Gli analisti tolgono il velo dalle previsioni per la seconda trimestrale di Vivendi, che sarà approvata dal board della media company previsto per dopodomani. Ebitda previsto a quota 351 milioni e utile operativo di 109 milioni che dovrebbero ridare fiato alla società dopo un primo trimestre in leggero affanno. Il risultato a marzo 2016 aveva fatto segnare fatturato stabile (2,49 miliardi) e un utile netto calato di oltre il 27% a 99 milioni di euro, principalmente per effetto dell’impatto negativo da 41 milioni dell’accordo giudiziario concluso negli Usa con Liberty Media, che ha chiuso un contenzioso lungo oltre dieci anni su uno scambio azionario.

Ma il mercato guarda alla riunione del cda di giovedì con occhi molto attenti, non solo per la performance economico-finanziaria. Infatti, il consiglio di amministrazione della compagnia potrebbe chiarire la propria posizione sul dossier Mediaset Premium, placando le acque dopo giorni piuttosto agitati. Il comunicato firmato Mediaset di venerdì è stato visto come un passo indietro rispetto alle prove di disgelo dei giorni precedenti, ma gli analisti prediligono la cautela e anzi sembrano scommettere sull’accordo. Gli esperti di Equita Sim e Icbpi hanno già fatto notare che il deal resta ancora oggi la soluzione migliore per Mediaset e Vivendi, soprattutto per evitare una battaglia legale pesantissima.

Nella giornata di oggi anche il socio di maggioranza relativa di Mediaset, Fininvest, ha depositato una citazione contro Vivendi in cui si chiede il rispetto del contratto firmato lo scorso aprile e 570 milioni di euro di danni. Citazione che si aggiunge a quella di Mediaset, che da parte sua ha chiesto 50 milioni al mese al gruppo che fa capo a Vincent Bolloré.

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