L'AUDIZIONE

Fattura elettronica, Confcommercio: “Prorogare obbligo a fine 2022”

L’associazione chiede anche di riconsiderare l’applicazione delle sanzioni e di puntare su un sistema che incentivi l’uso della modalità digitale

Pubblicato il 20 Mag 2022

Enzo Lima

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Prorogare l’entrata in vigore dell’obbligo di fattura elettronica per le imprese e i lavoratori autonomi in regime forfettario spostando la deadline del 1° luglio al 31 dicembre 2022. E riconsiderare la questione delle sanzioni puntando piuttosto su un approccio che rafforzi le misure di incentivazione per esercenti, professionisti e consumatori. Queste le due richieste di Confcommercio durante l’audizione alle Commissioni Affari Costituzionali e Istruzione del Senato sul decreto legge 36 del 2022.

E-fattura, perché l’obbligo va spostato

“Sul fronte della digitalizzazione dei pagamenti, anche in considerazione della ormai stabile dinamicità del settore in questi anni, ribadiamo l’esigenza di promuovere un cambio di paradigma”, comunica in una nota l’associazione a seguito delle audizioni. “Con riferimento all’introduzione, dal 1° luglio 2022, dell’obbligo di fatturazione elettronica anche per le imprese e i lavoratori autonomi in regime fiscale di vantaggio o in regime forfettario, con ricavi o compensi, conseguiti nell’anno precedente, superiori a euro 25.000, si ritiene opportuno concedere una proroga, fino al 31 dicembre 2022, al fine di garantire, agli stessi soggetti coinvolti un periodo di tempo sufficiente per adeguarsi alla nuova modalità di fatturazione”. Secondo Confcommercio è auspicabile uno slittamento, sempre a fine anno, dell’obbligo di comunicazione, tramite il sistema d’interscambio, delle fatture elettroniche le relative ad operazioni transfrontaliere.

Scettici anche i tributaristi

A metà aprile levata di scudi da parte dei tributaristi. “Attendiamo di vedere il testo definitivo del decreto che introduce l’obbligo di fatturazione elettronica anche per i contribuenti in regime forfettario, che abbiamo sostenuto e che condividiamo. Ma le bozze visionate contengono differenziazioni che comportano complicazioni e confusione nonché una discriminazione tra soggetti che se applicano il regime forfettario non sono certo strutturati, indipendentemente dai ricavi dichiarati – sottolineava il presidente dell’Istituto nazionale tributaristi (Int) Riccardo Alemanno – Allora perché 25 mila euro e non 26 o 30 mila? Ritengo che, in ambito fiscale, si debba evitare di porre paletti la cui rigidità comporta inevitabilmente discriminazioni”.

“Bisogna inoltre evitare – spiega – di introdurre modifiche a un regime fiscale in corso d’anno, per questo nei prossimi giorni chiederemo al Governo e al Parlamento la non applicazione delle sanzioni per tutto il secondo semestre 2022 e non come attualmente sembrerebbe normato solo su base mensile per il primo trimestre di applicazione, portando quindi l’obbligatorietà a regime dal 1° gennaio 2023 – ha spiegato – Purtroppo quello che si deve registrare è che di semplificazione pare che se ne parli soltanto, perché spesso i provvedimenti di carattere fiscale contengono una serie di complicazioni assolutamente evitabili, come si potrebbe fare nel caso in oggetto per l’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari”.

E-fattura, cosa prevede il decreto

Dal 1° luglio scatta l’obbligo di fatturazione elettronica anche per i contribuenti forfettari che applicano la flat tax al 15% su redditi fino a 65mila euro. Viene abolita l’esenzione per le Partite Iva che applicano il regime forfettario, con un periodo transitorio per l’applicazione delle sanzioni (per il terzo trimestre del periodo d’imposta 2022, per fatture elettroniche emesse entro il mese successivo a quello dell’operazione) ed una esclusione dall’obbligo di e-fattura per i forfettari fino a 25mila euro.

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