PAGAMENTI DIGITALI

Nexi, titolo in spolvero. Sale la febbre da M&A

A Piazza Affari le azioni volano oltre il 4% dopo che Citigroup ha alzato il target da 13,7 a 20 euro, con raccomandazione buy. Sprint dalla possibile fusione con Sia

Pubblicato il 17 Feb 2020

nexi

Nuovi massimi in Borsa per Nexi, dopo che Citigroup ha alzato il target price a livelli superiori a quelli di tutti gli altri analisti, citando – secondo quanto riporta Bloomberg – le “significative” opportunità per i pagamenti digitali in Italia. La società italiana, che fa ancora largo uso del contante, è probabilmente “la più grande opportunità per la moneta digitale in Europa”, scrive Citigroup, che si aspetta che Nexi approfitti delle decisioni del governo – il riferimento è al Piano Italia Cashless che sarà operativo a partire da luglio – per diffondere i pagamentidigitali e aumentare le entrate fiscali.

Per gli analisti un significativo aumento della penetrazione dei pagamenti digitali potrebbe essere più vicino di quanto la comunità degli investitori si aspetti. Citigroup ha così alzato il target price del 46%, da 13,7 a 20 euro. Un valore che implica una rivalutazione potenziale del titolo, rispetto alle attuali valutazioni di Borsa, di circa il 30%. A Piazza Affari Nexi guida i rialzi sul Ftse Mib, con un balzo del 4,7% a 16,03 euro stamattina per poi calare leggermente nel pomeriggio (+4,4%).

All’orizzonte di profila anche una possibile fusione con l’altro big player del settore, Sia, che ha di recente annunciato l’intenzione di quotarsi entro l’estate.

Nei giorni scorsi Mediobanca Mediobanca aveva confermato il proprio giudizio outperform, con target alzato a 16,50 euro, guardando al risiko di settore.

Una fusione tra i due gruppi, che da qualche tempo viene data per scontata da diversi broker, darebbe vita a un campione nazionale del settore dei pagamenti e al numero due in Europa dietro alla combinazione tra Worldline e Ingenico.

I conti di Nexi

Il 2019 si chiude per Nexi con i conti in spolvero, meglio di quanto gli analisti avessero previsto. A certificarlo è il consiglio d’amministrazione della società, che ha dato il proprio a un bilancio che si è chiuso con gli utili normalizzati a quota 222,7 milioni, che segnano un +18,7% rispetto all’anno precedente. Cresce in doppia cifra anche l’ebitda, che si attesta a quota 502,5 milioni con un +18,5% di crescita a organica, in linea con quanto previsto dagli analisti. Segno più anche per i ricavi, che si sono fermati a una crescita del 7,1% per toccare quota 984,1 milioni rispetto ai 503 previsti dal consensus. Quanto ai costi operativi, ammontano nel 2019 a 481,6 milioni, in discesa del 2,9% rispetto all’anno precedente. La posizione finanziaria netta a fine 2019 risulta così essere pari a 1,47 miliardi rispetto ai 2,45 miliardi di fine 2018 grazie “al rimborso e rifinanziamento del debito pregresso e alla generazione di cassa di periodo”. Si tratta, annuncia la società, di risultati “superiori alla guidance annunciata durante l’Ipo”.

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