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Intelligenza artificiale, più strategiche le skill “emotional”

Report Capgemini: in aumento il valore delle competenze “umane” nelle aziende che adottano sistemi AI. Maggiore produttività e incremento della quota di mercato. Ma la formazione stenta a decollare

Pubblicato il 17 Ott 2019

L. O.

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Si chiama “Emotional Intelligence” ed è la competenza destinata a diventare un “must have” per i manager delle industrie che adottano sistemi di Intelligenza artificiale. Lo afferma Capgemini in un report secondo cui il set di skill emotivi assumerà maggior pregio nel curriculum dei professionisti essendo l’unica area che l’AI trova difficile replicare.

Tuttavia, meno di un’azienda su 5 sta investendo in formazione mirata per i dipendenti che non ricoprono ruoli di supervisione.

Se da un lato la domanda di competenze “emotional” è destinata ad aumentare di sei volte nei prossimi 3-5 anni, dall’altro il recruiting e la formazione in questo settore non sono sostanzialmente riusciti a stare al passo, spiega Capgemini. Questo farà sì che molte aziende non saranno in grado di cogliere i benefici che l’EI offre.

Emotional Intelligence, i vantaggi

In media, il 60% delle aziende intervistate ha ottenuto un incremento dei benefici di oltre il 20% grazie a dipendenti con un’elevata EI. I principali vantaggi includono una maggiore produttività, una maggiore soddisfazione dei dipendenti e una quota di mercato più elevata.

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La ricerca stima che le aziende che effettuano ingenti investimenti in ambito di EI vedranno un ritorno sugli investimenti tra le 2,2 e le 4,4 volte maggiore se si tiene conto dell’impatto di questa tecnologia su entrate, produttività, costi e attrition.

Secondo i manager intervistati, i dipendenti devono sviluppare le competenze di EI in modo da potersi adattare a ruoli più orientati verso l’attenzione al cliente e a contatto con il pubblico (76%) e intraprendere compiti che richiedono competenze di EI che non possono essere automatizzate (di nuovo il 76%) come empatia, capacità di influenzare le persone e teamwork. Il 61% dei dirigenti dichiara che l’emotional intelligence sarà strategico entro i prossimi 5 anni, affermazione che trova d’accordo il 41% dei dipendenti in ruoli non legati alla supervisione. Nel complesso, l’83% delle aziende ha affermato che avere una forza lavoro altamente intelligente dal punto di vista emotivo sarà un prerequisito per raggiungere il successo in futuro.

Skill emotional, formazione al palo

Ma solo il 42% di aziende fornisce attività di training al senior e al top management, una percentuale che si riduce al 32% per il middle management e al 17% per i dipendenti che non ricoprono ruoli di supervisione. Nonostante questi dipendenti siano il gruppo maggiormente colpito dall’automazione, meno del 40% delle aziende si accerta che il potenziale candidato possegga le competenze necessarie in tema di EI durante i processi di selezione o verifica queste competenze nei dipendenti già assunti che non ricoprono ruoli di supervisione.

Serve che le aziende integrino l’EI nelle varie attività svolte dai dipendenti – illustra il report Capgemini – e adottino  approcci di tipo bottom-up e top-down nella costruzione di un organico, modificando i processi già esistenti. Le organizzazioni dovranno anche creare una cultura aziendale che valorizzi l’EI e si impegni per il miglioramento continuo.

Emotional Intelligence, le 4 strategie da adottare

Quattro le aree chiave su cui le imprese dovrebbero concentrarsi per costruire una forza lavoro più intelligente dal punto di vista emotivo: 1) Personalizzare i programmi di apprendimento esistenti per integrare l’EI e renderli accessibili a tutti. 2) Modificare i processi di selezione per includere la valutazione dell’EI; 3) Promuovere e premiare i talenti in tenendo in considerazione l’EI; 4) Utilizzare la tecnologia e i dati per costruire un’elevata cultura in ambito di EI.

“Le aziende sono sempre più consapevoli della necessità di competenze di emotional intelligence, ma non si stanno muovendo abbastanza rapidamente per investire in tali skill – dice Andrea Falleni, Managing Director di Capgemini Business Unit Italy –. Questa nuova ricerca dimostra che l’EI diventa sempre più necessaria man mano che le attività routinarie vengono automatizzate e che le aziende possono trarre benefici da un organico emotivamente intelligente. L’esperienza delle aziende che hanno avuto maggior successo in quest’area dimostra che le imprese devono dare priorità all’EI durante il processo di recruiting, nella formazione e nella cultura aziendale, al fine di costruire un team resiliente in un mondo in costante cambiamento”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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